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Metamorfosi Pioli Il segreto è Biglia
« : Sabato 1 Novembre 2014, 09:35:49 »
(Gazzetta dello Sport)

Metamorfosi Pioli Il segreto è Biglia


Dal settembre nero all’ottobre dorato. Sono passati appena due mesi dall’inizio del campionato, ma è come se la Lazio di Pioli ne avesse già vissuti due completamente diversi tra loro. Bella e sciagurata la prima, meno scintillante, ma molto più efficace la seconda. Sì, la partenza era stata una falsa partenza per i biancocelesti: tre sconfitte (e una vittoria) nelle prime quattro partite, con una media di 0,75 punti per gara. Eppure quella Lazio giocava un calcio totale e spettacolare: difesa altissima, bel gioco e tanti rischi. E infatti alla fine fioccavano i complimenti, latitavano i punti. La metamorfosi è arrivata a a Palermo, nell’ultima partita di settembre. Stesso modulo, 4-3-3 (con qualche divagazione verso il 4-2-3-1), ma interpretazione più giudiziosa. Meno spettacolo, ma più punti. Anzi, quasi bottino pieno. Perché dopo essere stata rivisitata e corretta, la Lazio ha cominciato a volare: quattro vittorie e un pareggio nelle ultime cinque gare. Uno scatto imperioso che ha portato la formazione di Pioli dal terz’ultimo al terzo posto, dove ora si trova in compagnia di altre tre squadre.

Nel segno di Biglia
E’ stata una trasformazione lampante nella sostanza, molto meno nella forma. Nel senso che, in apparenza, nulla è cambiato. Il modulo, per esempio, è rimasto lo stesso, gli uomini anche, al netto dei cambi dettati dagli infortuni. In realtà Pioli ha modificato gli equilibri della squadra che adesso, pur non rinnegando la sua vocazione offensiva, riesce a gestire molto meglio le situazioni di pericolo. Fondamentale, per il cambio di rotta, l’apporto di due uomini: Lucas Biglia e Stefano Mauri. Quest’ultimo, ripescato dalla panchina, ha garantito quell’opera di raccordo tra i vari reparti che ha reso la squadra più compatta. Ha saltato le ultime due partite a causa di una tonsillite (e dei troppo farmaci presi per curarla, che hanno determinato lo stop del Coni), ma col Cagliari lunedì tornerà. Il centrocampista argentino è invece diventato l’ago della bilancia di tutta la squadra. La sua regia «alta», tutta ritmo e movimento, era la causa della Lazio bella ma poco produttiva delle prime giornate. Quando è rientrato, dopo l’infortunio che lo ha tenuto ai box per tre gare, ha arretrato il baricentro di qualche metro, molto più vicino alla linea difensiva. La Lazio è diventata più equilibrata, ma non si è trasformata in una formazione a trazione posteriore. Proprio grazie all’intelligenza tattica e al dinamismo del giocatore argentino che sta riuscendo a interpretare alla perfezione le due fasi di gioco.

Atto terzo
C’è stata dunque una Lazio 1 a cui è subentrata una Lazio 2. Ci sarà adesso spazio anche per una Lazio 3? Pioli ci sta lavorando. Il tentativo è quella di renderla immune da certi errori che spesso si verificano, soprattutto in difesa. A Verona la Lazio ha rallentato la sua corsa proprio per questo motivo. In altre occasioni alcune amnesie erano state in qualche modo attutite. Per non correre rischi, però, meglio eliminare il problema del tutto.
STEFANO CIERI

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