La grande bellezza

[ThomasDoll]

Tutto è stato difficile: arrivare, parcheggiare, entrare, sempre in ritardo, sempre in debito d'ossigeno, sempre impossibilitato a vivere questo amore senza filtri, in presa diretta, come un bambino che succhia il latte dalla mamma.
Tutto per arrivare al momento clou, quando, attraversati i millemila filtri della sicurezza dei miei coturni, finalmente pigli quella rampa di scale e la fai, col fiato mozzo, in attesa di sporgerti e ammirare il colpo d'occhio dello stadio.
E la botta emotiva del prato verde, ora un po' giallo ma sempre annichilente, come in tutte le centinaia di volte che l'ho visto, dal 1972 a oggi. Un prato verde che è più verde, anche se giallo, dei prati che ci sono negli altri stadi in giro per l'Italia, dove negli ultimi anni avevo visto la Lazio o il calcio degli altri. Il groppo in gola e le lacrime che salgono, inseguito da mia moglie, lo sguardo al campo con l'emozione che colpisce al plesso solare. Mi sono girato e ho visto Holly, che mi ha riportato tra i normali.
Poi la salita in un posto vuoto che più vuoto non si può, i rumori dello stadio, Olimpia che vola, le maglie biancocelesti, una vittoria corroborante, figlia del gioco e dell'entusiasmo, l'umido dell'Olimpico che cala sulle spalle, la voce che se ne va. Il pianto strozzato sulle note di Aldarello. Ci sono tante cose più importanti, nella vita, ma che cazzo di emozione incredibile, lo Stadio della Lazio.

[ammiraglio]

chapeau.

[fish_mark]

Anche io ho respirato aria di festa, aria serena, aria fresca di quelle che vorresti respirare sempre ogni volta che ti avvicini allo Stadio Olimpico.

[ThomasDoll]

prossima fermata Empoli.

[lollapalooza]

[...] che cazzo di emozione incredibile, lo Stadio della Lazio.

Vero.
Si respira un'aria diversa, coinvolgente; speriamo duri a lungo.

[ThomasDoll]

Tra quelli che avevo vicino nessuno inveiva o brontolava verso i giocatori della Lazio, una cosa che mi ha colpito, non mi ricordavo precedenti in questo senso. Grande approvazione per Cavanda, per Biglia e per De Vrij, gente che seguiva la partita attenta al gioco, quasi concentrata. Solo uno che chiamava di continuo i fischi pe stemmerde del Torino e che a un quarto d'ora dalla fine s'è alzato e se n'è andato come se si fosse ricordato di aver lasciato la minestra sur foco...

[lollapalooza]

Tra quelli che avevo vicino nessuno inveiva o brontolava verso i giocatori della Lazio, una cosa che mi ha colpito, non mi ricordavo precedenti in questo senso. Grande approvazione per Cavanda, per Biglia e per De Vrij, gente che seguiva la partita attenta al gioco, quasi concentrata. Solo uno che chiamava di continuo i fischi pe stemmerde del Torino e che a un quarto d'ora dalla fine s'è alzato e se n'è andato come se si fosse ricordato di aver lasciato la minestra sur foco...

Non è tutto rosa e fiori chiaramente, ma visto l'immediato passato direi che siamo a buon punto; si va creando una bella alchimia fra pubblico e squadra.

L'unico neo che ancora riesce a scalfirmi sono i fischi verso i soliti alle formazioni: non mi ci abituerò mai, anche se sto imparando a fregarmene.
Anche perché quando torni sempre a casa senza voce e felice come un regazzino contestualizzare è decisamente più agevole.

Sono volontariamente in balìa dell'onda, la Lazio vince e i Laziali just want to have fun.
Avanti così.

[dokblu]

... Ci sono tante cose più importanti, nella vita, ma che cazzo di emozione incredibile, lo Stadio della Lazio.

[The Loner]

Tutto è stato difficile: arrivare, parcheggiare, entrare, sempre in ritardo, sempre in debito d'ossigeno, sempre impossibilitato a vivere questo amore senza filtri, in presa diretta, come un bambino che succhia il latte dalla mamma.
Tutto per arrivare al momento clou, quando, attraversati i millemila filtri della sicurezza dei miei coturni, finalmente pigli quella rampa di scale e la fai, col fiato mozzo, in attesa di sporgerti e ammirare il colpo d'occhio dello stadio.
E la botta emotiva del prato verde, ora un po' giallo ma sempre annichilente, come in tutte le centinaia di volte che l'ho visto, dal 1972 a oggi. Un prato verde che è più verde, anche se giallo, dei prati che ci sono negli altri stadi in giro per l'Italia, dove negli ultimi anni avevo visto la Lazio o il calcio degli altri. Il groppo in gola e le lacrime che salgono, inseguito da mia moglie, lo sguardo al campo con l'emozione che colpisce al plesso solare. Mi sono girato e ho visto Holly, che mi ha riportato tra i normali.
Poi la salita in un posto vuoto che più vuoto non si può, i rumori dello stadio, Olimpia che vola, le maglie biancocelesti, una vittoria corroborante, figlia del gioco e dell'entusiasmo, l'umido dell'Olimpico che cala sulle spalle, la voce che se ne va. Il pianto strozzato sulle note di Aldarello. Ci sono tante cose più importanti, nella vita, ma che cazzo di emozione incredibile, lo Stadio della Lazio.

Te lo avevo già scritto, tempo fa. Stessa emozione, la visione del prato verde allo stadio.
Ora è tanto che non ci vado, devo rimediare appena posso.

Applauso.

:-)

[BobLovati]

pank, lo fa ancora a me, ogni volta, quell´effetto; nonostante vada praticamente sempre all´Olimpico.
Immagino quale sia la tua emozione, avendola provata in qualche occasione quando ero lontano da Roma 

[darienzo]

Io ce l'ho ancora vivida la prima uscita dalle scale in curva nord in Lazio-Sampdoria del 1972. "Papà, ma lo stadio è a colori!"

[disabitato]

Ricordo la mia sorpresa, alla mia prima allo stadio, quando mi accorsi che la partita era "muta" senza telecronaca.

[Eagles71]

Ricordo la mia sorpresa, alla mia prima allo stadio, quando mi accorsi che la partita era "muta" senza telecronaca.

paro paro in quel 1978...per la mia prima all' Olimpico in curva Nord sulle panchine di legno verdi...
Mai dimenticata quell' immagine salite le scalette, sto grande prato verde che dalla curva pareva un quadratone.

[Ceres]

chapeau.