www.calciomercato.comdi Luca Capriotti
Lo so, vi ho illuso: siete talmente abituati a sentirvi snocciolare nomi su nomi, trattative, segreti di stato, infiltrazioni di procuratori, che oramai appena leggete mercato il dito si fa sudato,
refresha veloce. Ci sta, ed è il bello delle sessioni di calciomercato, ma questa è la pagina sbagliata per sconcertanti rivelazioni scottanti, ci sono già i miei bravissimi colleghi a darvi la vostra ora quotidiana prima di rassegna, e poi le vostre orazioni sui vari
Lasagna, Kurzawa, Casale, e compagnia cantante. Lo so, vi ho illuso con un titolo un po'
catchy, ma sappiatelo: l'ho fatto per una giusta causa. Perché in fondo, dentro di voi, lo sapete
cosa serve in questo gennaio. COSA SERVE DAVVERO IN QUESTO GENNAIO - Voi volete i nomi, io vorrei puntare su un'altra cosa.
A questa Lazio a gennaio servirà la libertà di non avere obiettivi, ma di poterli comunque centrare. Mi spiego: non c'è un giogo su questa squadra. L'ambiente, la tifoseria, in qualche modo ha riposto in
Sarri una buona dose di fiducia e credito. Si tratta di una rarità, ma, con il passare della stagione, questo credito un pochino, come è naturale e forse giusto, si è eroso.
Ecco, sarebbe bello da gennaio ricominciare a sperare, senza accontentarsi ma senza stare sempre a puntare il dito.
Un atteggiamento complicato, mi rendo conto, nel calcio moderno, ma forse è l'anno giusto per costruire, è il modo giusto per farlo. Non dipendiamo dal dinamico duo, non dipendiamo dal mercato, non dipendiamo dai piazzamenti. Dobbiamo cominciare a ripensare allo stadio,
alla Lazio, al tifo come una cosa meravigliosa al di là di tutte queste cose importanti, decisive. Dobbiamo chiederlo ai nostri anziani, ai nostri genitori: come si tifava una Lazio senza piazzamenti, senza trofei? Questo senza deresponsabilizzare, senza abbassare la guardia.
Ma con la presenza fisica: ecco, al netto del COVID, dei problemi, dei non abbonamenti, il 2022 sarebbe bello passarlo allo stadio. Sarà un anno di costruzione anche di un nuovo modo - per alcuni lo stesso modo, ma sono pochi - di vivere di nuovo questa maglia, questa squadra.
UNA COSA IMPOPOLARE - Ora dirò invece una cosetta che vado ripetendo, e che riguarda le cessioni: gennaio sarà l'occasione di mollare questo concetto di Sarrismo, questo allenatore, perfino questa piazza
per qualche disilluso. Facendo un rapido calcolo, solo Lazzari alla fine è totalmente fuori dal progetto tecnico e dal 4-3-3. Veramente lui è sprecato in questo modulo, che non lo valorizza.
Niente contro di lui, anzi è stato uno dei perni della Lazio di Inzaghi, ma ci dobbiamo dire la verità, farlo giocare come terzino è un po' umiliante per lui e per noi che guardiamo. L'altro nome che è sospeso è sempre quello.
LUIS ALBERTO - Lo dico con dolore, ma Luis Alberto dovrà decidere da che parte stare. Io spero con tutto il mio cuore e la mia anima che questo spagnolo folle e visionario e iper tecnico ci scelga di nuovo. Per l'ennesima volta. Vederlo in panchina è una disgrazia estetica, ma forse per lui c'è speranza, perché alla fine il suo calcio conquista, lo sappiamo bene
. Ci vuole magari un po' di tempo, ma conquista. Sta anche a Sarri ritirarlo dentro, farlo sentire importante, costruire con lui qualcosa di nuovo. Se dovesse andare via
Luis Alberto, sarebbe anche colpa di Sarri. Ma se invece è lui, è questo spagnolo sempre verticale, anche spinoso, ma meraviglioso, che vuole andare via, che vada. Questo è il calcio moderno, non ci piace, non piace a nessuno, ma basta trattenere gente che non ci vuole. Che il 2022 ci regali pure giocatori che hanno voglia di stare qui fino in fondo, fino all'estremo, fino a pensarci 1000 volte prima di farci il segno di stare zitti.
Che il 2022 ci regali invece fiato forte, per questa Lazio e per questo stadio.