Autore Topic: L'ANGOLO TATTICO - Vincere divertendo, il ritorno.  (Letto 493 volte)

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L'ANGOLO TATTICO - Vincere divertendo, il ritorno.
« : Lunedì 15 Settembre 2014, 15:17:22 »
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Mauri meglio di Lulic: sicuri che il bosniaco interno sia la scelta migliore?

Domenica di ritorni all'Olimpico. Il rientro della Nord, innanzitutto. Ma non solo. Un figliol prodigo - che da lungo tempo aveva fatto smarrire le sue tracce - si è di nuovo materializzato sul manto erboso biancoceleste. Un'epifania graditissima, un amico che pensavi ormai accasato su qualche lido esotico e che improvvisamente bussa alla tua porta dopo anni di silenzio. Se fosse un film, il titolo sarebbe: Vincere divertendo, il ritorno. Dite la verità: pensavate che le due cose fossero ormai inconciliabili? Se è vero che la prima Lazio di Petkovic vinceva entusiasmando, è altrettanto vero che l'attuale ct svizzero basava il proprio gioco su un principio fondamentale: ripartenze letali e veloci. Ma le trame di passaggi corti, di scambi rapidi, di triangolazioni e imbucate? Da quanto tempo non abitavano più all'Olimpico? Se rispondete "dall'epoca di Delio Rossi", non sbagliate affatto. Innumerevoli le differenze tra la Lazio del tecnico romagnolo e quella del corregionale Stefano Pioli, già solo per i moduli adottati (centrocampo a rombo contro 4-3-3). Lo spirito profondo però è il medesimo: ottenere i tre punti con un occhio allo stile e al palato del pubblico.

DOMINARE L'AVVERSARIO, PER DAVVERO - Già contro il Bassano - alla prima stagionale - la cura dell'estetica aveva fatto capolino. E in casa del Milan, il capitombolo è nato paradossalmente proprio dalla volontà di imporre il proprio gioco. Tutti germogli che ieri sono sbocciati sotto il caldo sole capitolino. Certamente già nel primo tempo, ma è nella ripresa che la Lazio ha dominato il Cesena in maniera prepotente. L'undici di Bisoli ha deluso le aspettative, ha mostrato tutte le carenze di un organico che dovrà lottare con le unghie e con i denti per conquistare la salvezza. D'altra parte, è la stessa formazione che alla prima giornata aveva battuto il Parma, non certo l'ultimissima delle squadre italiane. Insomma, la pessima prestazione dei bianconeri è legata in buona parte alla prova maiuscola dei biancocelesti.

MA C'È SEMPRE SPAZIO PER GLI ACCORGIMENTI - Tutto perfetto allora? No, come ovvio che sia. "Dobbiamo chiudere prima le partite!", ha rimproverato ai suoi un apparentemente insaziabile Pioli. Ha ragione: lo strapotere in campo andava tradotto in un paio di gol già nel primo tempo. Lo stesso tecnico emiliano non è però esente da appunti. Almeno uno: siamo sicuri che Lulic mezz'ala sia la soluzione ideale? Il bosniaco ha il bagaglio tecnico, la sensibilità di palleggio necessaria per giocare nella zona nevralgica del campo? Non esattamente: il numero 19 continua a sbagliare troppi appoggi, soprattutto quelli che negli ultimi metri potrebbe diventare decisivi. Non è più indicato (ri)pensarlo come esterno, in una logica di alternanza con Keita? Molto meglio Stefano Mauri nel ruolo di interno sinistro: il capitano possiede maggiore tecnica, maggiore visione di gioco e capacità di leggere gli spazi. Soprattutto, vive un momento di forma esaltante. Con lui in campo, insieme a Biglia e Parolo, la mediana sarebbe forse più sbilanciata. Ma i benefici - in match casalinghi contro avversari di rango minore - sarebbe superiori alle controindicazioni. Di certo c'è che un Mauri così è un valore aggiunto per una Lazio che sta affinando i meccanismi. E Lulic mezz'ala convince davvero fino a un certo punto.

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