Il Messaggero
La Lazio canta con PioliIl calcio non è bello, se non è un po’ giocherello: «I calciatori sono come i bambini, hanno sempre bisogno della palla fra i piedi», è il motto di Pioli. Così il tecnico li lascia scorazzare fra uno “yo-yo”, un “rubabandiera” e una “palla avvelenata”. Così inietta un siero di lazialità. Mixer e casse sull’erba, inno a tutto volume: «Ora, cantate Vola-Lazio-Vola». Un attimo di stupore fra i ragazzi, poi si spalancano le bocche e si bagnano le ugole: i senatori battezzano i nuovi, il coro è formato. Che personalità, questo “direttore” Pioli. Ieri catechizzava la sua Lazio, come un prete che dà la comunione sull’altare. Era arrivato anonimo fra lo scetticismo, sta stupendo per metodi e spirito d’iniziativa. Ha conquistato il gruppo, sta convincendo i tifosi. Al momento sono tutti “fedeli”. Bagnoli a Verona gli aveva insegnato a gestire i diversi caratteri dello spogliatoio, ieri sera il mister si metteva subito d’accordo con leader Klose per andare a pesca sul lago di Bracciano. Abboccano proprio tutti. Amico, padre e maestro, Anderson può chiamarlo trinità: Stefano lo ha adottato, vuole farne un campione. Gli sta insegnando la tattica, come Ranieri fece con lui. Magari poi un giorno il “figlioccio” diventerà un allenatore di famiglia (come i fratelli di Pioli, Danilo e Leonardo), oggi Felipe deve scoprirsi giocatore: sarà “titolare” alle 18.45 con l’Amburgo (diretta su Lazio Style) .
LA FORMAZIONE
Riprodotto l’agonismo con la palla anche ieri, nell’ultimo allenamento all’Hotel Klosterpforte. Adesso parola all’amichevole tedesca. La Lazio è già a Lubecca: ieri sera è stata raggiunta pure dai finalisti Klose e Biglia. Ma né loro né gli altri nazionali (rientrati prima) saranno in campo dal primo minuto allo “Stadion an der Lohmühle”. Almeno stando alle prove di formazione di ieri mattina a Marienfeld: Marchetti; Konko, Cana, Novaretti, Radu; Cataldi, Ledesma, Mauri; Felipe Anderson, Djordjevic, Keita. Questo dovrebbe essere l’11 iniziale. Poi, a gara in corso, attesa la difesa semi-titolare (con Basta, De Vrij e Ciani) testata per tre giorni di ritiro. Pioli vuole ammirare in partita gli schemi – su calci d’angolo, punizioni e cross in movimento – dell’ultima esercitazione. Keita rimanga nei ranghi, è un altro osservato speciale: dovrà pressare e sputare sudore. L’intensità e la forma, ricercata rigorosamente col pallone, chiedono riscontri. La preparazione british, studiata proprio sul modello delle squadre di Premier (che viaggiano a velocità supersoniche), adesso dovrebbe già aver accumulato qualche watt.
LA CONDIZIONE
Ben vengano scosse d’assestamento con l’Amburgo, ma soprattutto la difesa dovrà dare segnali di crescita. E il centrocampo, con Cataldi (convocato dall’Under 21 di Di Biagio) inizialmente mezz’ala, con licenze di regia, costruire più di quanto fatto a Lisbona: ieri il tecnico giocherellava con Danilo e De Vrij a centrare la traversa. E’ stato monitorato lo sforzo nelle sedute, misurato col gps il chilometraggio di ciascuno in 90 minuti. I muscoli sono meno imballati, la condizione promette più aggressività e lucidità. Ora insomma Pioli accelera. Non può più sbandare il suo 4-3-3. La bici gliel’ha lasciata l’amico Reja, il modulo – voluto soprattutto da Lotito e Tare – è l’eredità del Trap, che allenò Stefano ai tempi della Juve. Stasera il vice Murelli farà da vedetta in tribuna e nell’intervallo scenderà negli spogliatoi per raccontare al mister ciò che vedrà. Un tratto distintivo dello staff. Poi è Pioli a rivedere le partite in Dvd. E’ un patito di film, di Morgan Freeman. Vuole far recitare Candreva nella sua Lazio, vuole volare sulle “ali della libertà”.
Alberto Abbate