Autore Topic: Parolo si prende la Lazio, tatticamente duttile è già diventato un titolare  (Letto 487 volte)

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Parolo al campo. Subito. Neanche il tempo di sbarcare in Germania, Marco è già titolare in mediana. Dualismo con Lulic? Macché, Parolo può anche giostrare mezzala destra. E, se dovesse traslocare a sinistra (con Biglia o Gonzalez dall'altro lato), Senad salirebbe più in alto al posto di Keita. Così indica Pioli a Marienfeld. Prime esperimenti tedeschi nel “nuovo” 4-3-3 coi nazionali. L'ambidestro Parolo suda col sorriso e scalcia. In fondo lo ha sempre fatto nella sua lunga gavetta: «Dopo 7 anni al Torino Club, sono andato ai Soccer Boys a Turbigo e poi al Como, dove ho fatto tutte le giovanili. Ho iniziato a girovagare nell’allora serie C tra Pistoia, Foligno, Verona. Ed è arrivata Cesena: abbiamo vinto il campionato e ho realizzato il sogno di giocare in serie A». Aveva 25 anni, a 28 la chiamata in Nazionale. Un anno dopo il mondiale, Marco l’aveva previsto. Era il 9 luglio 2006, il giorno della finale di Berlino, quando Cannavaro alzò la coppa: «Stava tornando da una vacanza a Santo Domingo con sua moglie Caterina. Lei gli disse che, in viaggio, si sarebbe perso la partita. E lui rispose che tanto nel 2014 avrebbe giocato in Brasile», racconta fiero il padre. Ora Marco è persino in Germania. Con la maglia della Lazio.


PROVE D'EUROPA
Qualità e sostanza, è già suo il centrocampo. Parolo d'onore. Già ieri pennellava tiri dalla distanza: sarà per quell'innata passione per l'arte, ma ha promesso almeno sei quadri (gol) d'autore. Intelligente, maturo ed equilibrato, Marco è persino un perfetto modello: ama dare consigli ai più giovani. Lo faceva a Parma, salirà in cattedra alla Lazio. Aiutante di Pioli, che continua a plasmare la sua creatura, sotto lo sguardo vigile del ds Tare. In Germania non c'è un attimo per rifiatare: previste doppie sedute (ore 10 e 17) fino al 7 pomeriggio, quando la squadra raggiungerà Lubecca. Già orgoglioso Lotito di ciò che intravede: «I ragazzi sono motivati e compatti, in queste settimane si sono stretti in un abbraccio di entusiasmo con il tecnico Pioli, mostrando grande serenità. Vogliono vincere e son certo che il prossimo sarà un anno ricco di soddisfazioni». Ecco i primi due obiettivi sbandierati dal presidente: «Faremo di tutto per centrare l’Europa e riprenderci il derby».

IL TRIDENTE C'È
Calma e tranquillità ritrovata, la squadra c'è. Manca “solo” quel tassello in difesa: «I colpi fatti sinora dimostrano come la società voglia rispettare la parola data ai tifosi». Lotito ha promesso un altro centrale dopo De Vrij. Che si presenterà in ritiro oggi pomeriggio, tre giorni prima (giovedì) del rientro in gruppo dei finalisti mondiali, Biglia e Klose. Il mister biancoceleste inizierà fin da subito a testare i partner dell'ex Feyenoord per il reparto centrale: Cana è in pole su Ciani e Novaretti, ma occhio alla “sorpresa” Braafheid (il più veloce). Punta a un posto addirittura il “redivivo” Pereirinha: «Lavorerò per essere titolare». In Portogallo la Lazio non ha convinto: «Abbiamo trovato difficoltà per i ritmi imposti dallo Sporting», spiega l'esterno lusitano. In difficoltà Ledesma, appannato Cataldi, provato ieri in regia. Attesi adesso i test contro Amburgo e Hannover per ammirare i miglioramenti. In attacco si scalda finalmente il “tridente delle meraviglie”: tra una risata, un'acchiapparella e un rubabandiera (lavoro d'intensità), Candreva e Keita già servono lo spietato Djordjevic. In campo d'altronde ci sono fratini, mica chierichetti.

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