Ciao grande Beppe.

[cuchillo]

A me Biava piaceva moltissimo, quando stava al Palermo.
Tant'è che quando andò al Genoa ci sformai parecchio. Speravo lo prendessimo noi.
Quando arrivò alla Lazio ne fui felice ma mi chiesi: "ma perché lo danno via?"
Sono sincero, temevo qualche magagna. Di natura fisica, s'intende. Magari qualcosa di nascosto che potevano conoscere solo a Genova. Il Genoa le fa queste cose.
Anche Floccari, parliamoci chiaro, fu dato via perché non offriva le dovute garanzie fisiche necessarie per il dispendioso gioco di Gasperini.
Per fortuna non fu quello il motivo.
Con Biava sbagliarono tecnicamente e basta.

[cuchillo]

Dopo la storica promozione in B con l'Albinoleffe, è andato a Palermo e ha guadagnato prima la serie A e poi una qualificazione europea. Era abbastanza amato, al momento dell’addio. A Genoa (costò 1,2 milioni) fece una sola stagione intera: arrivarono quarti, era la squadra di Milito e Thiago Motta, Criscito e Papastatopoulos, chiusero con la quinta miglior difesa (c’era anche Matteo Ferrari). I risultati sportivi non erano malaccio, insomma

Infatti.
Il Palermo e il Genoa di quegli anni sono la Lazio di oggi.
Tutto torna.

Semmai, dove si è nascosto fino a 27 anni suonati, quello sì, non si spiega.

[aquilafelyx]

Rimarrà un mistero, probabile però che, per puro caso, nel gennaio del 2010 si è formata una coppia di centrali perfettamente integrata e coordinata, le qualità di Biava erano lì da essere esaltate insieme a quelle di Dias, come mettere la mortadella nella pizza del fornaio, da singoli erano buoni insieme sono migliorati, il buon Beppe poi ha preso ad offrire buone prestazioni a prescindere dal partner di reparto, l'importante per lui era interpretare il copione che aveva imparato a memoria.