Autore Topic: Intervista a Cribari  (Letto 395 volte)

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Offline WombyZoof

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Intervista a Cribari
« : Mercoledì 21 Maggio 2014, 17:34:13 »
Faccia di ferro, non sapevo fosse ai Rangers parla della Lazio: x

Cribari a tutto tondo: "Felipe Anderson in prospettiva uno dei più forti. Lotito? Il suo modo di fare..."
21.05.2014
da tuttomercatoweb


Il cuore oltre l’ostacolo. 143 presenze con la maglia della Lazio, due trofei vinti e quella maschera sul volto contro la Dinamo Bucarest dopo l’infortunio subito al naso, immagine emblematica che sintetizza nel migliore dei modi l'amore per quei colori che ha difeso. Emílson Sánchez Cribari, ex difensore biancoceleste dal 2005 al 2010 e ora in forza al Glasgow Rangers, si è raccontato questa mattina ai microfoni di Radiosei, dopo la partita di ieri sera all’Olimpico tra vecchie glorie di Italia e Brasile, in cui era presente anche Felipe Anderson: “È in prospettiva uno dei talenti più interessanti in circolazione – riferendosi al numero 7 biancoceleste –.
Il Campionato Italiano è difficile, poi anche l’ambiente al momento non è dei migliori e tutto questo sicuramente non aiuta il ragazzo. Ieri ho avuto modo anche di parlarci dicendomi di aver voglia di rimanere a Roma e dimostrare il suo valore. Come personalità deve migliorare ma è giovane ancora quindi ci può stare. Problemi di saudade? È una questione di carattere che abbiamo noi. Siamo molto legati alla famiglia, al clima, alla nostra terra ed è quindi difficile mettere tutte queste cose da parte quando arrivi all’estero”.

Si parla di attualità e della sua avventura in Scozia al Glasgow Rangers, cominciata nel 2012: “Lì è successo un po’ come qui in Italia con Napoli e Fiorentina. Dopo il fallimento siamo partiti dalla Scottish Third Division, la quarta serie nazionale. Abbiamo battuto il record di spettatori in Serie C con una media di 40 mila presenze. Ora abbiamo raggiunto la Scottish Championship che sarebbe la seconda divisione scozzese, con 35 punti di vantaggio sulla seconda. Credo invece che il Campionato Italiano abbia perso un po’ di appeal negli ultimi anni. È in dietro anche per quanto riguarda le strutture rispetto agli altri paesi.

Il derby di Roma però non è paragonabile a quello di Glasgow. Qui nella Capitale c’è una rivalità incredibile e io che li ho giocati entrambi posso confermarlo. Futuro? Chiuderò la mia carriera in Scozia. Mi trovo bene con la mia famiglia e vorrei rimanere nei cuori della gente. Mi sento più italiano che brasiliano visto che sono stato in Italia per 13 anni”. Una battuta poi su Angelo Peruzzi, suo compagno di squadra in biancoceleste: "Ci ha salvato tante volte. Ricordo ancora una grande parata che fece contro la Reggina in casa. Un vero e proprio miracolo, tant'è che mi chiesi più volte come avesse fatto". Immancabile anche un riferimento al derby più bello giocato: “Sicuramente quello del 10 dicembre 2006, vinto 3 a 0 con Ledesma, Oddo e Mutarelli, poi anche quello ‘testa e cuore’ di Behrami allo scadere. Quello del 3 a 0 fu importante anche perché riuscimmo a non subire gol. Prima del vantaggio di Ledesma presi anche una traversa di testa dopo un calcio d'angolo. Doni mi disse poi che fu la parata più importante della stagione. Peccato che fu proprio contro di me (ride, ndr). Ricordo che quell'anno fummo anche una delle difese meno battute, motivo per noi di grande soddisfazione”.

L’episodio però più emblematico dell’esperienza di Cribari in biancoceleste è ovviamente la gara contro la Dinamo Bucarest nei preliminari di Champions, giocata con una maschera di carbonio sul viso: “All’andata a Roma presi una botta al naso che poteva compromettermi la gara di ritorno. Io ci tenevo molto a giocarla ma tutti mi consigliavano di evitare. Decisi lo stesso di scendere in campo anche perché non era disponibile nemmeno Diakité che si era fatto male al ginocchio contro il Torino alla prima di Campionato.
Stare alla Lazio per me era una grande opportunità, poi il fatto stesso di vestire quella maglia, ti fa sentire davvero  importante, diventando così un giocatore-tifoso. Per questo non volevo mancare. Il medico mi disse che avrei rischiato molto perché le viti erano vicino all'occhio. Un'ulteriore botta avrebbe potuto compromettere l’occhio rischiando di perderlo. Se avessi sentito la mia famiglia forse non avrei giocato. Ho tenuto quella maschera per circa 10 giorni. Perché sono andato via dalla Lazio? Hanno fatto del male a quello spogliatoio bellissimo che aveva creato Delio Rossi – rivela il difensore originario di Cambará –. In campo non ero più me stesso e allora ho voluto cambiare. Non voglio fare polemica, ma scriverò presto un libro dove spiegherò tutto. Non ho mai avuto problemi con i compagni e neanche con Delio. Mi sento ancora con Rocchi con cui ho giocato anche ad Empoli”. 

Non manca anche un pronostico sul Mondiale verdeoro: "Il Brasile è forte ma attenzione alla Spagna che è sempre la squadra favorita. Lo seguirò da casa però perché temo ci siano troppi disordini". Consigli per gli acquisti anche, sempre in patria: “C'è un ragazzo Lucas Villa del Cruzeiro molto interessante. Ha 20 anni, non so quanto possa costare ma lo consiglio. La nostra Lazio? Era una squadra battagliera e tosta, con due giocatori di qualità come Rocchi e Pandev lì davanti. Di Canio? Ci ho giocato un solo anno ma ho un buon ricordo di lui. Con Lotito ho avuto un buon rapporto nei primi due anni, perché era coerente con quello che diceva. Poi però con il suo atteggiamento non ha dato seguito alle cose buone create. Non siamo mai riusciti a fare il salto di qualità, questo suo modo di gestire e di fare non porta ai risultati che la gente si aspetta. Il compagno ideale? Con Siviglia abbiamo fatto dei buoni campionati, all'epoca avevo 26 anni e lui mi ha aiutato molto. Tare? Preferisco non rispondere".

Postilla finale su Zarate: “Uno dei talenti più genuini con cui abbia mai giocato insieme. Mi dispiace che non sia riuscito a dare seguito alla prima stagione straordinaria che ha fatto. Il motivo? Non saprei. Ricordo che il primo anno aveva un allenatore personale che si era portato dall'Argentina. Anche per lui credo si sia trattato di un problema mentale. Un talento come lui se non gioca e va in panchina lo ammazzi. Mi dispiace per ingenuità che ho commesso l'ultimo anno - conclude Cribari -, ma non ero più io. La Lazio mi ha dato tanto e io per questa maglia ho dato tutto quello che avevo”.

«Per un centimetro Beppe, per un centimetro»

Offline DinoRaggio

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Re:Intervista a Cribari
« Risposta #1 : Giovedì 22 Maggio 2014, 17:08:02 »
L'ho visto in un  programma su mediaset qualche giorno fa, in occasione della risalita dei Rangers nella "Serie B" scozzese. Sempre un piacere rivederlo, qualunque cosa si pensi del suo rendimento tecnico, quella partita con la Dinamo è stata eroica. Si può ben dire che ci ha messo la faccia, letteralmente.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)