www.lalaziosiamonoi.itIl suo esordio, con la Lazio dei grandi, è segnato in rosso sul calendario. Non è stato un giorno qualunque, il 6 gennaio 2014, per Alberto Bollini. Ha preso per mano la Primavera, l’ha portata sul tetto d’Italia, le ha cucito sul petto uno scudetto col carattere e il bel gioco. Poi il grande salto, al fianco di Edy Reja, un vice che si fa sentire eccome al fianco del navigato tecnico friulano. Quei ragazzotti, col tricolore sulla maglia, li ha cresciuti bene e li sta lanciando nel calcio che conta. Onazi è ormai un veterano, Keita splende di luce propria ed è solo all’inizio, Minala s’è appena conquistato il suo esordio in biancoceleste. Merito del loro talento, certo, e della mano sapiente di Bollini. Che intanto, mentre pensa a centrare l’Europa League con la Lazio, fa il tifo per Tounkara & Co. pronti a giocarsi la finale di Coppa Italia con la Fiorentina. Dalla prima squadra alla Primavera, insomma, è un Bollini a tutto campo quello intervenuto ai microfoni di Lazio Style Radio 100.7.
Le impressioni sulla vittoria della Lazio?
Mi ricollego alle frasi nella conferenza pre partita di mister Reja, quando ha detto che la testa fa tanto e come si cia stata una rigenerazione psicofisica. Questo lo si è visto soprattutto nella gara di ieri, è stata la fotografia di compattezza, d'intraprendenza tattica e di determinazione, che in altri momenti probabilmente la Lazio non aveva. Forse il primo tempo è stato meno spettacolare, nei primi 20 minuti non siamo riusciti a far filtrare la palla in zona centrale, quando intercettavamo palla, ripartivamo più che altro all'estero. La Samp era molto organizzata, l'abbiamo sofferta soprattutt sui calci piazzati. Essere andati in vantaggio è stato fondamentale a livello psicologico, non abbiamo rubato niente. Nella ripresa abbiamo visto la Lazio che conosciamo tutti, con una grande compattezza di gruppo e un grande carattere. Siamo riusciti a sopperire all'inferiorità numerica con la tattica e la cattiveria, abbiamo vinto una partita fondamentale in maniera meritata.
La Samp non ha apportato molti pericoli alla porta laziale, nonostante giocasse praticamente con quattro attaccanti...
Quando gli attaccanti avversari non trovano sbocchi, c'è anche la bravura di chi difende. La nostra coppia centrale Biava-Cana è stata impeccabile, molto bravi sono stati anche Konko e Radu. Abbiamo preparato molto bene la gara per quanto riguarda gli esterni. Anche sui tiri dalla distanza, abbiamo sempre chiuso in anticipo. Inoltre il centrocampo ha fatto un buon filtro. Biava riusciva sempre ad accorciare bene, sta dimostrando un tempismo proprio di uno dei migliori difensori italiani.
Nel secondo tempo, l'ingresso di Mauri ha dato una sterzata tattica fondamentale, la squadra ha tenuto palla meglio in dieci uomini che in undici...
Io credo che nel primo tempo abbiamo giocato in maniera un po' statica sulle corsie, ma Keita e Candreva sono stati comunque ottimi e probabilmente c'era meno spazio sugli esterni. Poi col cambio di fascia tra Keita e Candreva abbiamo creato più pericoli. Per quanto riguarda Mauri, è un giocatore di grandissimo spessore professionale che sa interpretare più ruoli. Siamo passati a un 4-4-1 difensivo che doveva diventare un 4-2-3 in fase offensiva. L'abbiamo interpretato molto bene sia in difesa che in attacco. Mauri ha dato un grande equilibrio tattico, ha fatto anche da finto intermedio come se giocassimo con un 4-5. E' stata una dimostrazione di grande attaccamento al gruppo, di una spensieratezza che fino a poco tempo fa non vedevamo. A gennaio c'era preoccupazione per il fatto che non si poteva ottenere tutto e subito. Siamo stati bravi e fortunati nell'ottenere i primi risultati, oggi siamo arrivati a una gara da Lazio, fatta di carattere, personalità e abilità tattica.
Quanto è stato difficile assemblare i giovani con i veterani, ma ora quanta soddisfazione c'è nel vederli in campo?
Una soddisfazione enorme, sapete quanto sono legato alla Primavera. In tre anni e mezzo abbiamo ottenuto risultati incredibili, non solo come vittorie ma soprattutto come valorizzazione dei ragazzi. Avere giovani in prima squadra è stata una facilitazione per me, dato che li conosco da più tempo. Abbiamo visto Onazi con una certa maturità, un Keita così spavaldo tecnicamente, poi il debutto di Minala e Serpieri in panchina: sono tutte cose che mi fanno capire che è stato fatto un grande lavoro. Mi fa piacere che i giovani dicano che si trovano bene con lo staff tecnico, ma mi piace soprattutto il fatto che i giocatori più esperti (Klose, Biava, Ledesma) diano consigli ai più giovani, in maniera umile e con affetto.
Il risultato più bello, oltre alle vittorie, è vedere tutti questi giocatori in prima squadra, frutto di grande lavoro e grandi sacrifici...
Nel settore giovanile conta di più la valorizzazione dei giovani o contano di più i trofei? Io in carriera sono stato più elogiato per le vittorie che per il primo aspetto. L'ideale è lavorare e far crescere bene i ragazzi, poi bisogna dare un senso più equilibrato delle vittorie e dei trofei. Il senso della vittoria ricercato attraverso il gioco e il senso della maglia è quello che va insegnato ai ragazzi, poi la somma dei bravi giocatori e del lavoro ti porta anche al risultato. Ma la cosa primaria è la valorizzazione dei singoli, mentre spesso vengono sbandierati di più i risultati.
Mercoledì la finale di ritorno della Coppa Italia Primavera contro la Fiorentina: si parte con un doppio vantaggio (all'andata vittoria della Lazio in casa per 3-1, ndr), ma nel settore giovanile non bisogna mai dare nulla di scontato...
Non sono passati tanti giorni da quando allenavo la Primavera. Questo è un gruppo che ha fatto la storia. Dopo uno Scudetto è difficile ripetersi, è questo gruppo ci sta riuscendo con la base dello scorso anno, con l'inserimento di nuovi giocatori come Minala. La Primavera sta facendo qualcosa di straordinario, grazie anche a uno staff eccezionale. E' stato bravo Inzaghi a portare avanti questo lavoro. Non bisogna andare a Firenze con il concetto della vittoria già acquisita, ma non c'è una partita in cui la Lazio non riesca a segnare almeno un gol a partita. E' una finale storica, io ne feci una nel 2002 contro l'Atalanta e fu uno spot per tutto il calcio nazionale. I ragazzi meritano questo trofeo, sulla scia della continuità di risultati che stanno ottenendo.
Minala ieri ti ha ringraziato...
Le soddisfazioni che viviamo noi allenatori sono anche personali, io le ottengo grazie ai messaggi dei ragazzi della Primavera che mi fanno sempre i complimenti.
C'è la possibilità di rivedere alla Lazio i ragazzi biancocelesti in giro per l'Italia, magari già a partire dal ritiro estivo?
La valorizzazione di Cataldi attraverso il campionato di Serie B ha portato alla consacrazione un ragazzo che ha la lazialità stampata sulla pelle. Credo che sia nei programmi della società riportarlo alla base. Per quanto riguarda Rozzi, non riusciamo a seguirlo in maniera così dettagliata perché gioca all'estero e ha fatto meno minutaggio, ma gli va data fiducia e ha molte potenzialità. Poi c'è anche un secondo club in cui fare crescere i ragazzi (la Salernitana, ndr) e questo è molto importante.
Giocare anche in futuro il 4-3-3, modulo tradizionale della Primavera, aiuterà i giovani in prima squadra?
I moduli li fanno i giocatori e i tecnici devono adattarsi alle loro caratteristiche. Il 4-3-3 è un modulo che conosco molto bene, ma ho giocato anche con altri moduli. La Lazio ha alternato in corso di gara anche una difesa a cinque. L'importante è far esprimere al meglio i giocatori che hai, credo molto nell'evoluzione del modulo di base.
La Samp ha mostrato ieri molti schemi da calcio piazzato. Come deve reagire la squadra?
La Lazio ha un'organizzazione dei calci piazzati. Bisogna però prima guadagnare i falli e avere una buona esecuzione tecnica del calcio piazzato. La Samp ieri ha avuto diversi calci piazzati nel primo tempo e li ha sfruttati con buoni inserimenti. In generale, è fondamentale l'utilizzo dei video, abbiamo un bravissimo match analist (Jesse Fioranelli, ndr). A livello offensivo, prometto che useremo qualche schema in più e cercheremo i gol anche su calcio piazzato.
La Lazio di Reja ha fatto 28 punti in 15 partite...
Non male, il più positivo non avrebbe scommesso questo a gennaio. In trasferta siamo stati molto coraggiosi a ristabilire una compattezza psicofisica, è stata l'impresa più ardua. Abbiamo vinto un buon numero di partite in casa. Ora siamo a due punti dall'Europa, questo gruppo ci crede, mancano sei partite e dobbiamo provare in tutti i modi a centrare un obiettivo che fino a poco tempo fa era insperato. Abbiamo indirizzato la squadra sulla strada giusta in un momento in cui era molto difficile. In questo ultimo mese e mezzo che manca alla fine del campionato, daremo tutto.