Autore Topic: Lotito: "Ho deciso di vendere la Lazio, così non si può andare avanti"  (Letto 701 volte)

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Il presidente dei capitolini getta la spugna



Claudio Lotito compie il passo che nessuno si aspettava. Lui che ha sempre dimostrato di essere un presidente ostinato, granitico fino a non essere mai scalfito dalle critiche. La sua avventura da numero uno del club capitolino sta per giungere al capolinea, questo è quanto trapela dalle parole pronunciate all’uscita dalla sua dimora di Villa San Sebastiano. Lotito è evidentemente esasperato dalla contestazione dei tifosi, che ormai ha raggiunto un punto di non ritorno. La maggior parte dei sostenitori biancocelesti ha deciso di disertare Lazio - Parma e sarà così anche per le restanti partite di campionato in programma allo stadio Olimpico. Un atto estremo nei confronti di una dirigenza considerata da sempre sorda verso le esigenze dei tifosi e incapace di far compiere un salto di qualità alla squadra.

Le proteste sono iniziate molti anni fa principalmente per questioni di rapporti che si incrinarono con la curva e sono riapparse più vistose negli ultimi mesi per i risultati insoddisfacenti della squadra e per le decisioni in sede di calciomercato. Non è bastata la Coppa Italia vinta ai danni della Roma che pur aveva contribuito a creare un clima di tregua. Nel calciomercato estivo e in quello di gennaio il presidente capitolino ci ha messo del suo cedendo Hernanes all’ultimo giorno. “LiberalaLazio” è l’hashtag che accompagna da molte settimane ogni discussione dei tifosi dissidenti sul web. Lotito, che detiene il 67% del pacchetto azionario, meno di un mese fa al Processo del Lunedì dichiarava che mai avrebbe venduto la Lazio. Ma in queste ore ha cambiato idea, ecco le sue parole:


“La situazione sta scivolando verso un muro contro muro perché anche la parte buona della tifoseria si sta lasciando travolgere dagli eventi. Non sono bastati 3 trofei, non è bastato prendere la Lazio dal funerale, portarla in coma farmacologico e guarirla. Ho pagato e sto pagando i debiti degli altri. Quando sono arrivato ho reso la squadra competitiva e non c’erano neanche 11 giocatori. Historia magistra vitae, ma più di qualcuno non apprezza la storia. Ho risposto con i fatti alle critiche e abbiamo dotato la Lazio anche di un pullman. Gli errori non sono mancati, ma tutti ne commettiamo e il mio bilancio è positivo. Accetto le critiche costruttive, meno quelle per partito preso. Ma di critiche costruttive non ne vedo. Nil est dictu facilius (niente è più facile che parlare, ndr). Arrivati a questo punto non ha più senso continuare. La contestazione condiziona i risultati della squadra. Molti dei calciatori non ne possono più. Non è che non vogliono venire, ormai se ne vogliono andare. E senza un minimo di riconoscenza preferisco andare via io. Acta est fabula…”











































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