Autore Topic: C'era una volta  (Letto 1133 volte)

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Offline Clazia

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C'era una volta
« : Sabato 15 Febbraio 2014, 19:50:01 »
C’era una volta una ragazza, che chiameremo Clazia (nome di fantasia) che non vedeva l’ora di compiere 21 anni per arrivare alla “maggiore età”.
Già, perché all’epoca dei fatti di cui si parla la maggiore età si raggiungeva a 21 anni – e non 18, come dal 1975 in poi -. A 18 potevi solo prendere la patente di guida, cosa che Clazia aveva fatto puntualmente.
Sta cosa della maggiore età, o meglio della sua attesa, Clazia la viveva con una certa ansia, proprio come dicevo, non vedendo l’ora che arrivasse.
La Mamma le diceva sorridendo: “ma guarda che la maggiore età vuol dire che cresci, troppo, inizi a non essere più giovincella, non preoccuparti, non avere fretta, arriverà quando deve arrivare”.
Però Clazia fremeva.
Perché per lei, nella sua testoletta, la maggiore età significava poter votare, poter esprimere il suo voto nelle elezioni, quali che fossero, amministrative o politiche. E quali che fossero pure le idee e/o ideologie che Clazia potesse avere all’epoca, magari perfino confuse, entusiaste ma confuse.
Quasi inviadiava i suoi fratelli un pochetto più grandicelli perché sta cosa di votare l’avevano potuta fare già da qualche anno. E così quando c’erano le elezioni, normalmente di domenica, tutti i suoi famigliari uscivano di casa per recarsi al seggio, una delle scuole del quartiere, ma lei no. Oddio, non che non poteva uscire, figuriamoci, però non poteva andare al seggio, questo luogo misterioso e così anelato.

Il Papà e la Mamma di Clazia erano cresciuti durante il fascismo, avevano subito, peraltro e per loro fortuna, in maniera assai blanda, dalla relativa “dottrina” alcuni condizionamenti e convincimenti, ma avevano anche vissuto i drammi della guerra, e capito l’importanza di essere definitivamente liberi da un regime. Insomma, potevano essere banalmente “nostalgici” quando qualcosa non funzionava come “prima”, ma erano assolutamente consapevoli dell’importanza di poter, finalmente, votare, esprimere il loro pensiero mediante quella scheda da infilare nell’urna.

Importanza? No, è poco. La locuzione non rende l’idea. Dovere, dovere e diritto, fondamentali entrambi.

Come Dio volle un bel giorno Clazia arrivò alla sua maggiore età; e, mesi appresso, in occasione delle prime elezioni, va a ricordarti di che tipo e quali fossero, le venne recapitato il tagliando, o come cavolo si chiamava, che la autorizzava ad andare a votare.
Sì, lei, proprio lei, con le sue idee confuse e simil rivoluzionarie com’è, vivaddio, fisiologico a quell’età.

La domenica mattina delle elezioni suo Papà prese dal cassetto del comò, in uno scatolo di latta che oggi definiremmo "vintage" – ritenuto per definizione il luogo più sicuro di casa, quello dove conservare le piccole cose più preziose - il tagliando per andare a votare e lo mise sul comodino di Clazia, ed era perfettamente consapevole che il voto di quest’ultima non sarebbe stato per nulla vicino a quello che, invece, sarebbe stato il suo.
Ma l’importante era votare. Poter manifestare quello che era il proprio auspicio.

Questo rituale del Papà di Clazia che le metteva il tagliando sul comodino si è ripetuto per anni ed anni.
Ci sono stati perfino dei casi in cui con Clazia riluttante o pigra, o semplicemente intenzionata a rimandare al lunedì mattina, il Papà la rimproverava o la incitava.
C’è stato anche – e la cosa, non lo nascondo, mi fa sorridere – un caso in cui Clazia, fuori città per lavoro, quindi impossibilitata a rientrare in tempo per votare, e però fortemente interessata ad uno dei millanta referendum radicali, ottenne dal Papà, già un bel po' anziano, che invece non ne era affatto interessato e manco sapeva di che si stava parlando, che questi andasse al seggio e votasse, in qualche modo “rimediando” al mancato voto di Clazia.

Negli ultimi tempi Clazia non è andata più a votare, forse troppo delusa e schifata dalle vicende e dai personaggi e dai meccanismi.
O forse perché non c’è più suo Papà a metterle la scheda - sì, quella attuale con tanto di custodia plastificata generosamente fornita dal Min. degli Interni, e che comunque sta sempre nella stessa scatola di latta nel comò -  sul comodino la domenica mattina delle elezioni.

Cosa detestabile, sicuro.

Però è altrettanto sicuro che a quel diritto di votare, ove le tornasse la voglia, Clazia non intende rinunciare. Non così.
Quando Clazia non ha votato era comunque certa che gli altri l’avrebbero fatto, o avrebbero potuto farlo. Lei era schifata e perplessa però confortata dal fatto che il diritto di voto, quale conquista fondamentale di una qualsiasi banale forma di democrazia, restava, sacrosanto.

Non è giusto, è evidente, che questo Paese si ritrovi ad avere il terzo governo consecutivo che non scaturisce da una manifestazione di pensiero, volontà, auspicio, chiamiamoli come ci pare, del Popolo, inteso come quello che va ai seggi e vota.
Pensieri, volontà ed auspici giusti o sbagliati che possano essere – col senno di poi.
Ma legittimi e sacrosanti, quali che siano, se ritualmente espressi.

Non è giusto. La situazione venutasi a verificare in questi giorni è strana, malsana, ingiusta.

Il Padre e la Mamma di Clazia, ed un fottio di altra Gente, ma tanta, proprio tanta, che è stata consapevole della fondamentale importanza di votare, che ha patito mica poco per non poterlo fare, del suo significato di conquista di civiltà, si sta, come suol dirsi, rivoltando nella tomba.

Ecco.

Se volevo sentimme tranquilla mica che nascevo Laziale.

Take a sad song and make it better.

Offline zorba

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Re:C'era una volta
« Risposta #1 : Sabato 15 Febbraio 2014, 19:56:31 »
Karma positivo per l'elettrice Clazia!!!

Anch'io, tanto per rimanere in tema, ho preparato la tessera che dovrò esibire domani al seggio in occasione delle regionali qui in Sardegna.

Finché non decideranno di toglierci anche questo diritto, esercitiamolo fino all'ultimo...

 ::) ::) ::)
Là dove torneranno ad osare le aquile (e dal 26.05.2013, ci siamo andati un pò più vicino!!!!)

Offline DinoRaggio

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Re:C'era una volta
« Risposta #2 : Sabato 15 Febbraio 2014, 21:26:49 »
La Costituzione è già stata celatamente modificata.
Art. 1: "L'Italia è una partitocrazia fondata sulla disoccupazione".
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

mrmoto

Re:C'era una volta
« Risposta #3 : Domenica 16 Febbraio 2014, 10:53:17 »
La Costituzione è già stata celatamente modificata.
Art. 1: "L'Italia è una partitocrazia fondata sulla disoccupazione".

Partitocrazia, che brutta parola inventata per dare il colpo di grazia alla democrazia. Magari ci fosserò ancora i partiti, quelli presenti sul territorio, quelli che mediano tra i poteri forti ed il popolo sovrano.

Offline DinoRaggio

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Re:C'era una volta
« Risposta #4 : Domenica 16 Febbraio 2014, 12:25:29 »
Il Porcellum è (era?) la chiave che ha aperto la porta alla pura partitocrazia. Il referendum popolare del '91 è stato buttato nel cesso per dar vita alla porcata (cit.). Vediamo che partorirà ora il nostro parlamento di nominati (dai partiti stessi, ça va sans dire).
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Giglic

Re:C'era una volta
« Risposta #5 : Lunedì 17 Febbraio 2014, 07:14:25 »
Come al solito, Teresa tocca benissimo e con delicatezza tutti i punti salienti.

Nel mio piccolo, cerco di usare la logica: in Italia - lo ripetiamo fino alla nausea - non si elegge il potere esecutivo, ma quello legislativo. Il governo, quindi è assolutamente svincolato al voto. Questo serve solamente a formare delle "maggioranze parlamentari" che diano fiducia ad un governo che si forma nelle consultazioni tra il PdR ed i capigruppo - nessuno nominato dal popolo, anche qui.
La situazione che si sta creando dal 2011, quindi non è incostituzionale. Ma scavalca - ed è qui quello che un direttore preclaro del Tg1 chiamava vulnus con la zeppola - il parlamento. Da questo punto di vista, il PD è stato - assieme a Casini, ma di questo non mi stupisco più di tanto - il peggior violentatore delle prerogative del parlamento. Del resto, mettere insieme pezzi di DC (dove tutto si decideva in segreteria, del resto i peones parlamentari li hanno inventati loro) con pezzi di PCI (e qui, l'importanza del partito rispetto al parlamento non la devo certo spiegare io) non poteva che creare questo troiaio.

Attenzione però: Dal 1946 ad oggi solo quattro volte (sto andando a memoria) il governo è stato "sfiduciato" dal parlamento. Ma mentre De gasperi (VIII) ed Andreotti (I) non ricevettero proprio la fiducia per lotte intestine (termine perfetto) alla DC, i due governi Prodi sono andati, dopo due anni di lavoro, a farsi sfiduciare. Dal punto di vista del rispetto delle istituzioni non gli si può dir nulla.
Quindi la soluzione di "letta Renzi" che troviamo oggi non è poi differente da quella di "Cossiga FOrlani" o di "Goria De Mita".

Ovviamente, tutto ciò porta acqua al mulino di chi afferma o l'inutilità del legislativo (B., che infatti voleva ridurre tutto ai capigruppo e basta: ma si rende conto di quanto lui vuole un regime o no?) oppure il suo "vincolo di mandato" magari a consultazioni on line (e no, caro il mio "se abolisco il reato prendo percentuali da prefisso": io eleggo qualcuno perché lavori, e non perché dica quello che viene deciso on line, da poche persone e magari non competenti della materia: altrimenti cosa lo maso a fare li?).

Credo che il problema grosso siamo, come al solito, noi, e non chi votiamo. Se anche persone degne, di cultura ed intelligenti come Clazia scelgono il non-voto perché convinte che non cambierebbe nulla, vuol dire, a mio modo di vedere, che la martellante propaganda sul fatto che non contiamo ha raggiunto il suo scopo. Io non se se votare mi fa contare qualcosa. Di sicuro non votare non mi fa contare nulla.

ThomasDoll

Re:C'era una volta
« Risposta #6 : Lunedì 17 Febbraio 2014, 08:43:38 »
Mi piace il racconto di Clazia, come sempre sa dire le cose con delicatezza e in modo piacevole.
Il problema con il governo nascente non è, secondo me, nel "consenso popolare": tecnicamente è un governo legittimo come quello che lo ha preceduto, se il parlamento lo vota, e come lo sarebbe un governo Alfano o Berlusconi o Vendola o Mussolini che nascesse nello stesso modo. Il problema, semmai, è che questo tipo di proposta non era nell'ultimo menu elettorale, per quanto questo può contare.
Di certo, il parlamento è meno rappresentativo della volontà degli elettori da quando c'è il porcellum. La riforma elettorale, inafferrabile, promessa da tutti e fatta da nessuno, è arrivata al punto morto, ma il nuovo che avanza ha trovato l'escamotage che fa la differenza: invece di asserire, con lettiana gravità, che la Legge Elettorale rappresenta la priorità assoluta del Paese per poi strafottersene, ha deciso di dire che, grazie al suo democratico colloquio col Silvio nazionale, il problema era brillantemente risolto. E ce voleva tanto? Intanto la riforma non si è fatta e il governo, dicono, andrà avanti fino al 2018. Ma nun era LA priorità? Certo che lo era, ma ormai il problema è stato risolto, no?
Mi sembra una Repubblica fondata sulle bugie e sull'appparenza, viste anche le uscite di Elkann. Ma sarò io che sò vecchio.
Cesare ha ragione quando dice che se non si vota non si conta, io aspetto la prossima tornata per vedere cosa passa il convento, perché se le forze in campo sono queste io non voto. Voglio una cosa di sinistra da votare o ingrosserò le fila dei non votanti.

Offline cartesio

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Re:C'era una volta
« Risposta #7 : Lunedì 17 Febbraio 2014, 09:37:37 »
Partitocrazia, che brutta parola inventata per dare il colpo di grazia alla democrazia.

Bastava inventare una parola per uccidere definitivamente la democrazia? Se l'avessero saputo i dittatori sparsi per il mondo, pensa quanti morti in meno.
e ffforza lazzzio

Ai nostri giorni si può scegliere la propria religione, Hadouch, ma non la propria tribù. D. Pennac, La Prosivendola.

Offline benvolio

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Re:C'era una volta
« Risposta #8 : Lunedì 17 Febbraio 2014, 09:50:04 »
Quando abbiamo tutti tempo e modo, mi riferisco anche e soprattutto ai giursiti del forum, apriamo un topic dal titolo "funzione di indirizzo politico". Analizzando tale funzione, il suo sigmificato storico, culturale e costituzionale, emergera' che cio' che accade in Italia da una decina d'anni e' lo stravolgimento, tentato e in parte riuscito, dell'assetto costituzionale materiale e non.
Tale funzione nell'oridnamento italiano compete al corpo elettorale, ai partiti e al parlamento. Ecco io ritengo che il Parlamento sia stato espripriato della funzione in questione e che i partiti vi abbiano sovente abiurato, mentre il corpo elettorale l'ha esercitata, spesso, in condizioni estreme, senza poterne fare un uso reale.
La democrazia consta, secondo me, di valori, ideali e scelte di fondo con conseguente scelta degli strumenti e dei rimedi per realizzarle.