L'Iffhs usa metodi simili a quelli per l'attribuzione dei punteggi agli scacchisti, per le sue classifiche.
Si può discutere di quanto conti una "classifica di club" sullo stile di quella ATP (anche se non si chiama più così, credo) nel tennis: poco, a mio avviso, perché non attribuisce alcun trofeo.
Ma prima di rigettare la validità del metodo, ci andrei cauto: ci lavorano, da anni, storici e statistici.
Capisco che, grazie all'effetto riunione-Amway (uno dice che è tutto bello, gli astanti applaudono, in una spirale di esaltazione collettiva), dentro il GRA regnino il pessimismo e il disfattismo sovrano: ma nel mondo esterno, la percezione della Lazio è ben diversa da quella che gli imbonitori nostrani vorrebbero offrirne.
Il 20esimo posto al mondo nel 2013 non è difficile da credere, se si pensa che la settima classificata nel campionato italiano ha arricchito il punteggio con un percorso netto nella Coppa Nazionale e con vari passaggi del turno in EL, nella scorsa e in questa stagione. La serie A non è il più valido campionato d'Europa, ma il livello medio delle prime è ancora ben superiore a quello di altri tornei: tolti i top club inglesi, tedeschi, portoghesi, spagnoli, francesi, che valuterei in una quindicina, non c'è molto altro di "irraggiungibile", da parte nostra. Né molto altro di "più forte". La facilità con la quale le nostre riserve, che in campionato non riuscivano più a vincere, hanno scherzato con l'ottava e la dodicesima classificata dell'ulttma Bundesliga, per esempio, dovrebbero far riflettere.
Quello che importa è che le chiacchiere sulla mediogridà senza futuro riguardano poche persone: le classifiche IFFHS, invece, le conosce tutto il mondo.