Autore Topic: In10 rischiano di fare Natale in cella  (Letto 599 volte)

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In10 rischiano di fare Natale in cella
« : Sabato 14 Dicembre 2013, 10:08:21 »
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Spiragli positivi e sorrisi, ma ancora tanta rabbia. La vergogna di Varsavia continua, non è mica finita per i ventidue tifosi della Lazio chiusi nel carcere di Bialoleka dal 28 novembre scorso....


Spiragli positivi e sorrisi, ma ancora tanta rabbia. La vergogna di Varsavia continua, non è mica finita per i ventidue tifosi della Lazio chiusi nel carcere di Bialoleka dal 28 novembre scorso.

Ieri il giudice ha respinto le istanze di scarcerazione degli ultimi tre ragazzi già processati per direttissima, questa la pessima notizia. Per i primi sette il ricorso era stato bocciato perché non erano residenti in Polonia, c’era il rischio che non si ripresentassero in aula. Invece ieri sul tavolo del giudice i legali dei tifosi biancocelesti hanno presentato un documento, firmato dall’ambasciatore, che certificava il loro domicilio a Varsavia. Eppure neanche questo è bastato, adesso per i dieci condannati per direttissima la situazione diventa piuttosto complicata: gli sono state comminate pene dai due ai sei mesi di reclusione, il giudice gli ha di fatto negato di trascorrerli agli arresti domiciliari, ora i legali di ognuno proveranno comunque a fare il possibile per evitare che trascorrano il Natale in carcere.

Notizia amara, un piccolo sorriso lo strappano David, Adriano, Alessio e Tibor che ieri hanno fatto ritorno a Roma. Erano in attesa di giudizio, hanno patteggiato e sono stati liberati. Patteggiamento arrivato anche il secondo quartetto di laziali. Nunzio, Simone, Gianluca e Matteo torneranno nella Capitale tra oggi e domani. Martedì infine sarà la volta degli ultimi quattro ragazzi che ancora non si erano presentati in aula. Non ci saranno sorprese, l’orientamento del giudice è chiaro. Almeno questi dodici se la sono cavata - per modo di dire - con quindici giorni di carcere, due anni con la condizionale (pena che verrebbe applicata se reiterassero il reato in Polonia), tre anni di Daspo europeo e una cauzione di seicento euro.

Gio. Bal.

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