Autore Topic: Letta vola a Varsavia, schiaffo del ministro polacco: "Tifosi laziali banditi"  (Letto 534 volte)

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L'Italia rischia l'ennesima figuraccia sul piano internazionale. Letta incontra Tusk. Ma il ministro degli interni polacco lo gela: "Sono banditi"

Il premier Enrico Letta ha incontrato il primo ministro polacco Donald Tusk. Al centro del vertice intergovernativo al Palazzo della Cancelleria, oltre ai temi europei, anche la questione legata ai ventidue tifosi biancocelesti fermati prima della partita di Europa League scorso tra il Legia Varsavia e la Lazio. E, sebbene Tusk abbia assicurato che farà di tutto per "accelerare le procedure", il ministro degli Interni Barlomiej Sinkiewicz ha freddato il nostro premier che i ragazzi arrestati non sono tifosi, ma "banditi".

Il fermo dei tifosi laziali rischia di trasformarsi nell'ennesima figuraccia del governo sul piano internazionale. "Siamo preoccupati - riferisce uno dei genitori dei ventidue tifosi fermati - molti dei ragazzi sono stati arrestati per adunata sediziosa, ma non hanno fatto nulla. Mio figlio fino a ieri era in cella con un polacco che ha avuto quindici anni e uno sloveno. Ieri lo hanno spostato, è la prima volta da giovedì che dormo, questa notte...". Solo dopo le pressioni di Fratelli d'Italia, che nei giorni scorsi ha mandato a Varsavia una delegazione per assistere i biancolesti ancora in carcere, Letta è volato in Polonia per cercare di risolvere la situazione. "Ci aspettiamo a questo punto che il ministro Bonino segua anche lei, insieme al suo omologo polacco, la vicenda in prima persona e che questo grave episodio si chiuda tempestivamente, nel rispetto dei diritti dei nostri connazionali e con il loro rientro in Italia", ha commentato la capogruppo di Fdi alla Camera Giorgia Meloni. Ma, proprio mentre Letta incontrava i genitori dei ventidue tifosi, il Sinkiewicz ci ha tenuto a ricordare che "la legge è uguale per tutti, sia per i polacchi sia per gli stranieri". E, soprattutto, che i ragazzi fermati sono "banditi". Una doccia ghiacciata per il governo italiano che rischia un'altra figuraccia diplomatica, l'ennesima. Dal canto suo, Tusk ha promesso che farà il possibile affinché le procedure legali siano "il meno lunghe possibile". E ha anche promesso un suo intervento personale presso il procuratore generale e il ministeri della Giustizia affinché "nessuno abbia il dubbio, anche in Italia, che l’intenzione è solo di punire i reati e non di maltrattare questo gruppo con il prolungarsi delle formalità".

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