www.gazzetta.itBonino: "In 60 sotto processo per direttissima". Il ministro degli Esteri: "Qualcuno potrebbe essere trattenuto in Polonia". Per ora, su 149 fermi, solo 3 rinvii a giudizio e molte multe. A una ventina dei 42 tifosi liberati non è stato contestato nulla, né reati né infrazioni amministrative. Polemiche sulla polizia: "Fermati con pretesti e portati dentro prima di Legia-Lazio". Ambasciata al lavoro. Interrogazione al ministro BoninoSono ancora 107 i tifosi laziali che si trovano in undici diversi commissariati di Varsavia con lo stato di fermo dopo gli incidenti di giovedì scorso prima di Legia-Lazio. Tra la giornata di ieri, venerdì, e le prime ore di questa mattina sono stati rilasciati 42 sostenitori biancocelesti e così il totale dei fermi è sceso dagli iniziali 149 agli attuali 107. A una ventina dei 42 tifosi liberati non è stato contestato nulla, né reati né infrazioni amministrative. Gli altri hanno invece tutti dovuto pagare una multa (dell'entità di qualche centinaio di euro) al termine di un piccolo processo che si è svolto all'interno dei commissariati. La stessa procedura riguarderà gli altri 107 laziali ancora detenuti. Saranno tutti giudicati nel corso di singole udienze che si stanno svolgendo in queste ore nei vari commissariati alla presenza di avvocati e interpreti.
MARINO E BONINO — Il sindaco di Roma ha voluto rassicurare le famiglie. "Ho contattato telefonicamente il ministro degli Esteri -Emma Bonino ha spiegato Marino - per conoscere la situazione dei 107 cittadini romani trattenuti a Varsavia. Il ministro mi ha confermato che è attiva l'unità di crisi alla Farnesina e mi ha rassicurato sul fatto di aver attivato tutte le procedure necessarie per favorire il loro rientro a Roma nelle prossime ore". Il ministro ha poi precisato: "Una sessantina di tifosi laziali ancora sotto fermo e sono in queste ore sotto processo per direttissima da parte delle autorità giudiziarie polacche. Non si può escludere che qualcuno di essi possa essere soggetto a misure restrittive della libertà personale per aver commesso reati di diversa gravità. Ho incaricato il nostro ambasciatore in Polonia di adoperarsi presso le autorità polacche affinché coloro che non hanno precise responsabilità penali vengano immediatamente rilasciati".
3 RINVII A GIUDIZIO PER AGGRESSIONE — L'Ambasciata italiana a Varsavia si sta prodigando affinché le procedure siano quanti più possibile veloci in modo da chiudere la pratica quanto prima. E' possibile che gli oltre 100 tifosi ancora in attesa di giudizio siano tutti giudicati (e quindi rilasciati dopo il pagamento di una multa) nel corso della giornata di oggi. Al più tardi la vicenda dovrebbe comunque chiudersi domani mattina. La notizia positiva, peraltro, è che al momento soltanto tre tifosi laziali sono stati condannati con l'accusa più grave (aggressione alla polizia). I tre hanno pagato una cauzione di 1.700 euro, sono stati rinviato a giudizio, sono stati lasciati liberi di rientrare in Italia. Nelle prossime settimane subiranno un vero processo, ma non sarà necessario per loro tornare in Polonia. Per tutti gli altri tifosi giudicati il reato è stato invece derubricato alla tipologia di adunata sediziosa o addirittura a quello, ancora più lieve, di disturbo dell'ordine pubblico (a venti di loro, come si diceva, non è stato contestato nulla). Reati che in Polonia si estinguono con il pagamento di una contravvenzione. Le loro posizioni sono state così già archiviate dopo il pagamento di una multa. Difficile poter anticipare se ai 107 che devono essere ancora giudicati toccherà lo stesso destino. Ma è probabile che anche loro se la cavino con le imputazioni più lievi e quindi solo con una piccola multa. I condannati per il reato più grave, quindi, alla fine potrebbero restare soltanto i tre tifosi già giudicati e rinviato a giudizio.
INTERROGAZIONE PARLAMENTARE — E' stata presentata un'interrogazione urgente al ministro degli Esteri Emma Bonino per fare chiarezza sulle ragioni che hanno portato la polizia polacca a decidere il fermo di 149 tifosi italiani arrivati a Varsavia. L'annuncio è di Francesco Lollobrigida, dirigente nazionale di Fratelli d'Italia: "Chiediamo in particolare al governo di conoscere le motivazioni che hanno spinto le autorità polacche a tenere in custodia un numero così elevato di cittadini italiani, tra cui donne e bambini. Le immagini e le ricostruzioni giornalistiche raccontano finora di alcuni episodi di violenza, che consideriamo gravi e che condanniamo con fermezza, ma che di certo non sono sufficienti a giustificare l'arresto di quasi 200 persone e tali da descrivere una scenario di guerriglia urbana".
LE ACCUSE — Alcuni tifosi sono rimasti in Polonia senza soldi e si stanno organizzando raccolte per permettere loro di rientrare in Italia. Diversi racconti descrivono quanto accaduto giovedì: "La polizia ci ha fermato perché cantavamo per strada. Ce la siamo cavata con una multa pari a 50 euro per quella che loro chiamano un'infrazione, altrimenti ci saremmo fatti 30 giorni di carcere. Abbiamo avuto un po' di paura, ma siamo stati trattati bene". E' uno dei tanti racconti di chi, in qualche modo, è riuscito a tornare in Italia. Fra i fermati c'è anche un ragazzo con un handicap uditivo andato insieme ad alcuni amici, pur essendo tifoso romanista, per visitare Varsavia. La polizia ha fermato il gruppo, ancora trattenuto per motivi burocratici, per aver cantato in piazza, senza essere coinvolto negli scontri che hanno dato vita al rastrellamento.