Autore Topic: 4 Novembre 2013  (Letto 372 volte)

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Offline Matita

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4 Novembre 2013
« : Lunedì 4 Novembre 2013, 07:41:42 »
I numeri – L’ultima sconfitta in casa 7 mesi fa. Genoa tabù: 5 ko consecutivi (Corriere dello Sport)

100 le presenze di Marchetti in maglia biancoceleste (75 in serie A, 20 nelle coppe europee, 4 in Coppa Italia e 1 nella Supercoppa italiana).
17 le sconfitte di Petkovic su 49 partite di serie A (22 vittorie e 10 pareggi).
7 la serie positiva in casa interrotta ieri dal Genoa. La Lazio non perdeva sul proprio terreno (l’ultimo derby era “ospitato” dalla Roma) dal 15 aprile scorso, 0-2 con la Juventus. Successivamente aveva vinto 6 partite (contro Bologna e Sampdoria nella scorsa stagione, contro Udinese, Chievo, Catania e Cagliari quest’anno) e pareggiato una volta, un mese fa contro la Fiorentina.
5 le sconfitte di fila (tre all’Olimpico) subite contro il Genoa: 1-2 a Roma e 2-3 a Marassi nel 2011/12, 0-1 e 2-3 nel 2012/13, 0-2 ieri. La Lazio non batte i rossoblù dal 14 maggio 2011 (4-2).
4 i punti di distacco dalla scorsa stagione (15 contro 19). Per trovare una Lazio sotto quota 15 punti bisogna andare alla stagione 2009/10. Dopo 11 giornate era quindicesima in classifica, con 11 punti.
0 i gol segnati da Klose contro il Genoa, in cinque confronti. (Massimo Grilli)
novembre 2013
Petkovic, ancora una sconfitta “Ma ci mancano due rigori” (La Repubblica ed. Roma)

Con il Genoa un film già visto. «Ricordiamoci dell’anno scorso», avvisava Petkovic prima della gara. Non aveva dimenticato il gol-beffa di Borriello allo scadere con il quale il Genoa espugnava 0-1 l’Olimpico. L’avvertimento però non ha dato i frutti sperati. Anzi, stavolta va pure peggio visto che i rossoblù ne fanno due. Confuso e sconclusionato il tentativo di rimonta della Lazio, che però contesta la mancata assegnazione di due calci di rigore: «Dobbiamo essere più cinici, abbiamo avuto tante occasioni chiare — dice Petkovic — ealtre che potevano diventarlo. Mi riferisco ai due penalty (uno su Candreva e l’altro su Felipe Anderson, ndr) che non ci sono stati concessi. Mentre a loro ne è stato assegnato uno su una situazione bizzarra. Serve anche un po’ di fortuna per sbloccare certe partite, mentre noi paghiamo ogni minima distrazione».
Riduttivo dare la colpa ai soli episodi arbitrali. La Lazio crea tanto ma fatica a trovare lo spunto decisivo. E adesso la classifica inizia a farsi preoccupante: «Abbiamo perso troppi punti, ma ce ne sono ancora tanti a disposizione. L’obiettivo ora è vincere in Europa e a Parma, giocando ogni partita come se fosse l’ultima». I numeri non sono molto confortanti: dall’inizio del girone di ritorno dello scorso anno a oggi la Lazio in campionato ha racimolato 37 punti su 30 gare, per la media di 1,2 punti a partita. Numeri che vanno bene per chi lotta per non retrocedere. E quello che più preoccupa è la mancanza di identità della squadra: «Non sono d’accordo — replica l’allenatore — e comunque non ho avuto le possibilità materiali di giocare più partite con gli stessi uomini. Oggi se avessimo segnato nel primo tempo non staremmo a parlare di crisi, ma di Lazio superlativa. Non posso rimproverare nulla ai miei giocatori, si sono impegnati e hanno tirato fuori gli attributi ». Non la pensano così i tifosi. Una decina di loro dopo la partita ha contestato la squadra a Formello, ottenendo anche un breve confronto con Petkovic. (marco ercole)
4 novembre 2013
Applausi e fischi poi lo striscione per Alba Dorata (La Repubblica ed. Roma)

Dagli applausi alla contestazione in novanta minuti. La partita con il Genoa, allo stadio Olimpico, inizia nel migliore dei modi: il clima è sereno e lo si capisce all’annuncio delle formazioni, vero termometro dell’umore del tifo biancoceleste: applausi per tutti (qualche inspiegabile fischio solo per Floccari). C’è spazio anche per fare della brutta politica: “Il tramonto rosso, l’alba dorata: Manolis e Yorgos presenti”. È lo striscione apparso in Curva, con un chiaro riferimento a Manolis Kapellonis e Yorgos Fundu-lis, due giovani militanti del partito filonazista greco Alba Dorata, uccisi il primo novembre ad Atene. Ma questo con il calcio c’entra davvero poco.
Durante la partita il supporto è costante e trascina la squadra, poi però nel secondo tempo il disastro. A sorpresa passano in vantaggio i rossoblù. Comincia a percepirsi un po’ di malumore. Dopo qualche minuto si rialza il coro di una settimana fa in cui si invita la squadra a tirare fuori gli attributi. Non basta. Ciani allarga sconsideratamente il braccio e provoca il rigore che Gilardino trasforma nel 2-0. Quello che prima era un “cortese” invito si trasforma in rabbia. “Ci avete rotto…”, canta tutto lo stadio mentre guarda una Lazio che, nonostante i mille attaccanti buttati in campo a caso da Petkovic, non riesce neanche ad accorciare le distanze. E al triplice fischio scatta la contestazione: la squadra va comunque sotto la Nord, che risponde fischiando. Si sarà sentito meno a disagio Matuzalem, che ha ricevuto lo stesso trattamento per tutta la gara. Colpa del fallaccio della stagione scorsa che ha posto fine alla carriera di Brocchi. (marco ercole)
novembre 2013
Negato un rigore netto (Il Tempo)

Tanti errori, Lazio ko ma anche la sciagurata direzione di Tommasi di Bassano del Grappa non aiuta i biancocelesti.
Arbitra molto all’inglese, lascia correre sui falli meno plateali ma al 15′ poteva starci l’ammonizione a Cavanda per un intervento su Kucka. Poco dopo l’errore più grave: manca un rigore clamoroso per la Lazio visto che Biondini trattiene platealmente per la maglia Candreva in area, l’arbitro lascia correre nonostante fosse in buona posizione per fischiare il penalty per la banda di Petkovic. Nel finale è ancora Biondini a fermare Klose in contropiede, un giallo sarebbe stato sacrosanto ma Tommasi non sanziona l’irregolarità. Inizia la ripresa e qui si può discutere: su cross di Felipe Anderson dalla destra, Antonelli intercetta il pallone con la mano in area. Il tocco del genoano sembra involontario, il braccio era vicino al corpo anche se resta qualche dubbio sulla scelta arbitrale.
Giusta invece qualche minuto dopo l’ammonizione di Matuzalem per un duro fallo su Anderson. Al 25′ del secondo tempo arriva il penalty per il Genoa: Ciani, col braccio largo, tocca di mano in area e Tommasi non ha dubbi sulla decisione. Giusto così ma il rigore su Candreva avrebbe cambiato forse la storia della partita. (Giorgia Baldinacci)
Si er papa te donasse tutta Roma
E te dicesse lassa anna’ chi t’ama
 je diresti:  Si sacra corona
Val piu’ l’opinione mia che tutta Roma

Vulgus veritatis pessimus interpres.
Lotito deve fa' come dico io (quito cit.)

Offline Matita

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Re:4 Novembre 2013
« Risposta #1 : Lunedì 4 Novembre 2013, 07:43:57 »

novembre 2013
Niente riposo. Con l’Apollon torna Cana (Il Tempo)

Nessun dorma, nessun riposi. La Lazio così in bilico non può concedersi sorrisi, stamattina alle 11 tutti agli ordini di Petkovic per la ripresa degli allenamenti. Perché se la sconfitta col Genoa fa ancora male e acuisce la crisi, giovedì allo stadio Olimpico sarà di nuovo Europa League. Con l’Apollon Limassol non si può sbagliare ancora, dopo la trasferta cipriota, c’è da conquistare la qualificazione il prima possibile.
Non rientra però l’emergenza in difesa, il tecnico di Sarajevo dovrà ancora una volta fare i conti con gli infortuni. Scelte obbligate, a presidiare la fascia destra ancora Cavanda (non recupera Konko) e sull’out opposto Radu: non potrà riposare il romeno, con Pereirinha e Vinicius fuori dalla lista Uefa, gli toccherà la quinta partita consecutiva dopo il ritorno dall’infortunio. Si rivedrà la coppia centrale Ciani-Cana, ma non replicherà col Parma domenica; il francese già diffidato s’è beccato il giallo fatidico, l’albanese tornerà invece dopo un turno di stop. Ancora ai box Novaretti, Biava e Dias. Nella giornata di oggi verranno valutate le condizioni di Hernanes, il brasiliano si era fermato nella rifinitura per un problema alla coscia sinistra mentre non ci sarà Biglia. Cabina di regia dunque affidata ancora a Ledesma. (Gio. Bal.)

novembre 2013
Il tecnico sconsolato «Ci manca solo il gol» (Il Tempo)

La Lazio perde quota. La formazione biancoceleste si aggrappa al primo episodio negativo, e si fa tirar giù, quasi fosse alla ricerca di un record di apnea in assetto variabile. I biancocelesti giocano solo un tempo, non riuscendo a sbloccare la partita, protestano per un paio di episodi dubbi in area genoana. Poi offrono il fianco all’avversario, alzano bandiera bianca quasi patteggiando la resa incondizionata.
«Complimenti al Genoa – afferma un Petkovic quasi rassegnato in sala stampa – loro hanno saputo aspettare il momento opportuno sfruttando l’occasione buona per segnare. Noi non ne siamo stati capaci».
Il tecnico della Lazio cerca di sintetizzare all’estremo una partita che la sua squadra ha giocato solo per un tempo. Nella ripresa, dopo gli accorgimenti tattici presi da Gasperini, è uscito il Genoa. «Fa male perdere punti in questo modo, anche perché ne abbiamo già lasciati molti altri per strada. I ragazzi sono dispiaciuti di questa situazione, così come lo sono io. Ho scambiato qualche parola col presidente, ma abbiamo parlato poco. Con la squadra parlerò domani (oggi ndr) alla ripresa degli allenamenti. I ragazzi hanno dato l’anima, purtroppo è mancato il gol».
Un paio di occasioni per Klose, nel primo tempo libero di fare e disfare al cospetto di una difesa genoana quasi allo sbando. Nell’intervallo Gasperini ha trovato il rimedio giusto, e ha colpito al primo affondo. «Abbiamo commesso un paio di errori difensivi – ammette ancora il tecnico della Lazio – due ingenuità dovute alla mancanza di concentrazione. Ed è successa la stessa cosa in fase offensiva. Dobbiamo essere più decisi, più determinati. Manchiamo di cattiveria agonistica, in certi frangenti dovremmo essere più aggressivi».
Lo dice Petkovic, lo urlano a gran voce i tifosi della Curva Nord che per tutta la ripresa hanno intimato alla squadra di giocare con maggior determinazione. È servito a poco. «Non ho nulla da rimproverare ai miei giocatori – sottolinea ancora Petkovic – abbiamo fatto abbastanza bene, così come avevamo fatto bene contro la Fiorentina. Le due partite sono state simili, ci è mancato soltanto il gol. E con due reti in più, la classifica sarebbe differente. E sarebbero diversi anche i giudizi. Abbiamo avuto diverse occasioni da gol, ci potevano essere due rigori, ma non è solo questo: abbiamo commesso errori collettivi, e abbiamo pagato. A quel punto il Genoa si è tirato indietro, ha iniziato a giocare con dieci giocatori dietro la linea della palla, ed è diventato tutte molto più difficile».
Petkovic non si perde d’animo, è convinto di poter riprendere la strada giusta. «Non è una stagione compromessa – conclude il tecnico di Sarajevo – ci sono ancora tantissimi punti a disposizione, dobbiamo continuare ad avere un pensiero positivo, e iniziare a conquistare punti su tutti i campi. Ma ogni partita che passa, i punti lasciati per strada pesano sempre di più».
Il presidente Lotito ha poca voglia di parlare: «La partita l’avete vista tutti – afferma prima di lasciare lo stadio – c’è poco da dire». E molto da fare. (Simone Pieretti)

novembre 2013
Pereirinha difende l’allenatore: «Troppe assenze, lavorare è difficile» (Il Tempo)

Cade la Lazio, sale Pereirinha. Una freccia sulla corsia mancina: «Contento per la prestazione – ha spiegato il terzino a fine gara – ma purtroppo non è arrivato il risultato. Stavamo giocando una buona partita, avevamo creato opportunità interessanti, i loro gol ci hanno tagliato le gambe. A fine primo tempo ci siamo detti di essere più aggressivi e più cinici, non ci siamo riusciti. Adesso dobbiamo continuare a lavorare e migliorare, soprattutto in fase offensiva».
Due rigori negati, tante occasioni sprecate e un primo tempo dominato dai biancocelesti. Ma la posizione di Petkovic resta in bilico, la panchina traballa di nuovo, Apollon e Parma le tappe verità. Pereirinha si schiera al fianco del bosniaco: «Penso che per il mister sia difficile lavorare con tutti questi infortuni. Il clima nello spogliatoio? C’è da sempre una buona atmosfera, ci alleniamo bene e con impegno tutti i giorni». Il portoghese si è rivelato tra i migliori in campo, già contro il Catania (sempre a sinistra) era riuscito a fornire un buon rendimento, adesso è a caccia di continuità: «Per me tutto questo è fondamentale, mi trasmette tanta fiducia, ma più importante è la squadra e il risultato. Non sento la stampa, non mi interessa, credo nel mio lavoro, sto migliorando e nonostante qualche infortunio mi sento sempre meglio». Poi è tornato sulla sconfitta, tre punti sprecati che difficilmente verranno digeriti: «Siamo scivolati dopo il gol, anche il rigore ci ha demotivato. Ci siamo ritrovati e siamo ripartiti, ma non abbiamo segnato». Giovedì l’Apollon in Europa League, la Lazio deve chiudere al più presto il discorso qualificazione, l’occasione è ghiotta: «Dobbiamo dimenticare in fretta questa sconfitta, rialzare la testa e iniziare a vincere qualche partita. È fondamentale pensare solo al prossimo appuntamento, vogliamo fare una buona gara». (Gianluca Cherubini)
novembre 2013
Infortuni senza fine, Petko sotto accusa (Il Tempo)

Un altro stop, l’ennesimo di una stagione finora maledetta. Contro un Genoa tutt’altro che irresistibile è caduto anche il fortino Olimpico, ultima certezza della nuova, giovane e inesperta la Lazio. I punti raccolti dopo 11 giornate di campionato sono pochi, troppo pochi, appena 15, tredici dei quali ottenuti tra le mure amiche nelle prime cinque gare casalinghe. Ecco perché, dopo i timidi segnali di risveglio mostrati contro Cagliari e Milan, ieri allo stadio Olimpico era lecito attendersi una conferma.
E invece niente. Il passaggio in purgatorio è durato poco, la Lazio è ricaduta troppo presto all’inferno. Colpa delle carenze strutturali di una rosa senza dubbio incompleta, così come delle scelte a volte discutibili del tecnico Vladimir Petkovic. Sul cattivo rendimento della squadra biancoceleste, del resto, pesa un altro fattore importante, ricordato ogni volta anche dall’allenatore di Sarajevo: le assenze per infortunio, davvero tante, anzi troppe, in questi primi tre mesi della stagione.
I numeri sono impietosi: da quando la Lazio si è ritrovata ad Auronzo di Cadore per l’ormai tradizionale ritiro estivo, i problemi fisici hanno afflitto in modo costante i giocatori biancocelesti. Gli infortuni sono già diciannove, mettendo nel conto anche il fastidio alla coscia che sabato ha bloccato Hernanes: un problema ancora da verificare, ma comunque sufficiente per impedire al brasiliano di prendere parte alla debacle contro l’Udinese.
Tante, troppo assenze per poter competere ad alto livello. Petkovic si lamenta, ma in fondo ben tredici dei diciannove infortuni subiti dai giocatori della Lazio sono di natura muscolare e non traumatica. Difficile, in altre parole, attribuire l’intera responsabilità dei problemi fisici biancocelesti alla malasorte. Al contrario, sul tavolo degli imputati è inevitabilmente finita la preparazione atletica della Lazio. In estate Petkovic e il fido Paolo Rongoni hanno parzialmente modificato i «programmi» per evitare i problemi vissuti nella seconda parte della scorsa stagione quando gli infortuni avevano frenato la rincorsa Champions della Lazio. Ma tutto questo non ha prodotto i risultati sperati: da Konko a Lulic, da Biglia a Novaretti fino a Pereirinha e l’ultimo Hernanes, da inizio stagione la Lazio deve costantemente convivere con l’emergenza.
Come costruire dunque un nuovo equilibrio in una stagione definita «di transizione» anche dal direttore sportivo Tare? Come gettare le fondamenta per il futuro se la condizione fisica è così deficitaria? Il problema è grande e ancora irrisolto. Una cosa è certa: dopo aver sopportato a stento il mal di trasferta, i tifosi non hanno affatto digerito la sconfitta interna contro il Genoa. Fischi e cori contro tecnico, squadra e presidente già allo stadio, poi una delegazione di tifosi ha raggiunto Formello per proseguire nella protesta. Quanto resisterà Petkovic? (Daniele Palizzotto)
novembre 2013
Le pagelle: Si salva Candreva (Corriere della Sera ed. Roma)

6 MARCHETTI Sui gol non può fare niente, per il resto non si è praticamente mai visto.
5 CAVANDA Puntuale come sempre è arrivato lo svarione quotidiano. Peccato, deve imparare a restare sintonizzato per 90’. È l’unica cosa che gli manca, ma è tutto.
5 CIANI Più incerto del solito, un passo indietro rispetto a Milano. Con la responsabilità pesante sul rigore, il fallo di mano può anche capitare, ma non così. Di sicuro si trova meglio con Cana.
6 RADU Un piede fuori uso eppure non si abbatte, centrale o terzino l’affidabilità difensiva è la stessa. Per questo conviene che sulla fascia spinga qualcun altro.
6 PEREIRINHA Buona prova, gioca con molta più padronanza e sicurezza, segno che i malanni sono passati. Ora, ad un anno dal suo arrivo, può essere considerato una risorsa in più.
5 GONZALEZ Non è lui ma un lontano parente del «Tata» che era il collante della Lazio. Mai lucido, sempre in affanno, non riesce più a trovare il suo passo. Da recuperare assolutamente.
5,5 LEDESMA Ancora troppo poco ritmo per la squadra e nel 4-3-3 il ritmo è tutto. Del resto la velocità non è nelle sue corde, si sa. In compenso mette una palla meravigliosa che Klose non riesce a trasformare per questione di centimetri.
6 ONAZI Solita prestazione eccellente sul piano fisico, ma un passo indietro sul piano della qualità: troppi controlli sbagliati e troppi stop a «inseguire». Certo non si può chiedergli di caricarsi la squadra sulle spalle.
6,5 CANDREVA Ancora una volta il più positivo: due punizioni interessanti, il solito lavoro sulla fascia e la consueta esuberanza atletica. È la locomotiva della Lazio, ma non può sempre fare tutto da solo.
6 KLOSE Pericoloso di testa in due occasioni e in scivolata sull’assist di Ledesma. Si sta riprendendo poco per volta, ma non ha più lo spunto di due anni fa e per questo andrebbe aiutato di più.
5,5 FELIPE ANDERSON Ancora una partita ad analizzarne solo il tocco e i movimenti, però di spunti degni del suo nome (e del suo costo) non se ne vedono. Quando deciderà di farsi vedere?
6 EDERSON Un buon impatto nel match, qualche dribbling riuscito più di grinta che di classe, ma almeno ha portato vitalità in avanti.
5,5 PEREA Nell’ansia di fare finisce spesso per strafare. Fisicamente c’è, manca l’esperienza, ma arriverà. Però se la Lazio cercava in lui un uomo gol forse ha sbagliato valutazione.
6 KEITA Ci mette la grinta e una buona dose di personalità, non è poco per un 18enne. Il fine settimana è comunque vincente, ha partecipato alla vittoria nel derby Primavera e non ha sfigurato nella Lazio dei grandi.
5 PETKOVIC La squadra rientra nel tunnel: giochicchia e non segna, come un mese fa. Idee poche e confuse, la Lazio non dà segno di essere con lui. Esca allo scoperto e dica cosa non funziona.
5 TOMMASI Un rigore giusto fischiato a Ciani e uno forse ingiustamente non concesso a Candreva. Nel mezzo tante sviste e interpretazioni dubbie. (andrea arzilli)


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