Autore Topic: 15 Novembre 2013  (Letto 904 volte)

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Offline Matita

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15 Novembre 2013
« : Venerdì 15 Novembre 2013, 07:56:35 »
Da Cataldi a Tounkara il tesoro della Lazio (Corriere dello Sport)

di Michele Marchetti
ROMA – Non appena ha potuto è tornato a Roma per sostenere i suoi ex compagni della Primavera. Ed è stato un talismano, perché i ragazzi di Bollini hanno espugnato Trigoria e vinto il derby. Danilo Cataldi, romano, 19 anni, prima di Crotone due stagioni nella Primavera della Lazio, segnando dieci gol in trentaquattro partite. L’esordio in Serie B il 24 agosto a Siena. Dieci presenze nella formazione di Drago in campionato e due in Coppa Italia. Ieri, poi, anche il gol con la Nazionale Under 20, al 4 Nazioni contro la Germania, su rigore. Cataldi è il fiore all’occhiello del settore giovanile biancoceleste. Alle spalle di Keità crescono però anche altri talenti provenienti dalla Primavera. Non solo il rossoblù, ma anche Elez, Crecco, Rozzi e Tounkara. Cataldi è stato mandato a crescere a Crotone. Dalle parti di Roma si dice che porti bene…
Il primo fu Crescenzi, poi ci fu Florenzi. Adesso lei e Pettinari. Aria frizzante per i romani quella di Crotone?
«Sto ancora in pantaloni e maglietta (ride). Sono alla prima esperienza fuori ed è così che si diventa calciatori: non fare tardi la sera, mangiare le cose giuste. Ci provo. Sono abbastanza tranquillo, la famiglia mi segue. E questo per me è fondamentale, gioco a calcio perché mi piace e lo faccio per la mia famiglia».
La spensieratezza vi ha portato fino al quinto posto in classifica?
«Risultati alti, neppure noi ce li aspettavamo. Siamo una squadra giovane e forte. Anche Drago è un tecnico emergente. Il fatto che molti di noi siamo usciti dai campionati Primavera è un valore aggiunto».
I critici sostengono che la Primavera sia una categoria “protetta” che non prepara al calcio professionistico “vero”.
«In parte è vero. Il campionato Primavera è probante quando affronti le big. Per il resto resta un po’ la sensazione del settore giovanile. Qui è diverso, anche con l’ultima se non sei concentrato, rischi grosso. Devi esserci con la testa per tutti i novanta minuti. Quando esci fuori capisci tante cose. Se sbagli una partita sei fuori, in Primavera hai più possibilità. Dal punto di vista fisico poi sono più alti, tecnicamente si vede la differenza. Poi quando ti ritrovi davanti calciatori che hanno dieci anni ad alti livelli come Di Michele o Colucci…
E comunque lei la Serie A l’ha sfiorata…
«Con la Lazio penso di aver fatto un buon ritiro».
E poi cosa è successo?
«La scelta della società è stata quella di mandarmi fuori. Una decisione giusta. In prima squadra c’è tanta qualità e vedevo il rischio di ritrovarmi in Primavera come fuori quota».
Si sarebbe sentito sminuito?
«No, ma non mi sarebbe sembrato di continuare il processo di crescita».
Keita, Crecco, Elez, Tounkara: la nidiata della Primavera di Bollini sta dando i suoi frutti.
«Sono calciatori forti».
Keita appare qualcosa in più…
«Ha colpi speciali e quando un calciatore ha qualità credo che sia in grado di dimostrarlo in ogni categoria. E lui può farlo anche in prima squadra».
Un atto di fiducia da parte della società?
«La Lazio ci ha puntato. Potenzialmente può dare moltissimo».
C’è invece chi come Rozzi ha deciso di andare a fare un’esperienza all’estero, al Real Madrid Castilla.
«Mi ha sorpreso la sua decisione, voleva rimanere e me lo ha confermato fino a pochi giorni prima di prendere la via per Madrid. Tuttavia gli farà bene, si confronterà con un campionato importante».
Nella scorsa stagione lei è stato l’eroe della splendida cavalcata che ha portato alla finale con l’Atalanta e quindi alla conquista dello scudetto Primavera. Che ricordi si porta dietro?
«Trascorremmo una settimana tranquilla prima della sfida decisiva, trovai anche il modo di litigare con Bollini (Il tecnico lo volle stimolare e responsabilizzare). Stavo bene fisicamente e tranquillo.
Due gol, uno da cineteca su calcio da fermo.
«Le punizioni le ho sempre calciate bene. Durante la settimana le provo e se non ci sono i portieri non è un problema».
Vuole dire che è stata normale routine indovinare il sette opposto?
«Lo schema prevedeva che a calciare fosse Keita. Finta di Falasca, finta mia e quindi tiro suo. Ma io mi sono accorto che i calciatori dell’Atalanta avevano mangiato la foglia e quindi ho deciso di calciare io sul palo del portiere».
Nella stagione del suo trionfo, anche personale, aveva conosciuto anche il sapore della sanzione.
«Contro il Napoli in campionato presi due giornate di squalifica più una supplementare perché ero capitano. Bollini decise allora di togliermi la fascia. Ma fu la svolta della mia stagione. Testa sulle spalle fino all’obiettivo».
Proviene da una famiglia laziale?
«Papà ha origini lucane e lì tifano tutti Milan. La mamma è interista. Mia sorella è diventata giallorossa da quando la Roma ha vinto lo scudetto…».
Le origini non promettono bene…
«In realtà non sono mai stato un tifoso, ma da quando vesto la maglia della Lazio…».
Da quando?
«Avevo undici anni, mi presero dall’Ottavia».
La Lazio di Petkovic stra provando a rialzare la testa dopo un inizio difficile.
«Valuto un po’ eccessiva la pressione sulla Lazio, non è tutto da buttare. Manca un po’ di cattiveria sotto porta. La fortuna non gira, ma la squadra è forte, può far bene in campionato e in Europa».
Ha lasciato amici in prima squadra?
«In ritiro ero in camera con Onazi e Cavanda. Mi sento con Ledesma, ma ho buoni rapporti anche con Klose e Konko».
Quale ruolo preferisce?
«Ogni tanto faccio la mezzala o mediano basso. Quando gioco trequartista però mi diverto di più».
Qual’è il suo sogno?
«Rientrare alla Lazio sarebbe bello, ma dipenderà dall’annata che faccio qui. Crotone è decisivo, i play off sarebbero una bella vetrina».
Se un giorno dovesse entrare in campo sulle note della Champions?
«Brividi, emozioni, l’inno che rimbalza (dice proprio così) sull’Olimpico».

Mauri aspetta la sentenza «Sono sereno Voglio giocare» (Il Tempo)

Aspetta un verdetto, quello decisivo al Tnas, Stefano Mauri. Vuole riprendersi la Lazio, vuole tornare a giocare a gennaio. Lottare contro i tempi della burocrazia, far ripartire la squadra in panne: «Aspetto la sentenza di terzo grado, siamo fiduciosi. Speriamo arrivi il prima possibile così da tornare ad aiutare i miei compagni – ha raccontato il centrocampista biancoceleste a Lazio Style Radio – Io non mollo, voglio essere in forma per la metà di dicembre». Le sfide biancoceleste finora l’ha viste in tribuna, come ossigeno l’appoggio dell’ambiente per chi porta quella fascia al braccio: «Devo ringraziare tutti i tifosi, che fin dal ritiro di questa estate mi sono stati vicini. Spero di poter ripagare presto la stima e la fiducia – ha proseguito il brianzolo – Rabbia ce n’è tanta, però c’è la responsabilità come capitano di una squadra».
Rabbia pure per una Lazio da vorrei ma non posso, che lotta per scongiurare la crisi ma sogna il rilancio in una stagione opaca: «È un anno difficile, ci gira male e non stiamo giocando ai livelli dell’anno scorso. Il fatto che non arrivino i risultati non ci lascia tranquilli, la squadra sta subendo questa pressione. Ora è importante fare punti, quello che conta è il risultato».
Questione di mentalità, vincere per vincere, Mauri insegna che a questa Lazio non manca niente per rialzarsi: «Siamo una buona squadra, con grandissime qualità individuali. Una squadra che è in difficoltà, ma che ha le qualità per fare meglio». Loda i giovani Stefano, da Keita a Felipe Anderson; ha imparato a conoscere i nuovi compagni, s’è sempre allenato con loro per dare un calcio al pensiero della squalifica: «Felipe Anderson ha grandi qualità, bisogna solo dargli il tempo di adattarsi. Keita ha qualità sopra la norma ma va fatto crescere con calma. Deve essere bravo l’allenatore a dosarlo e a non dargli troppa pressione». Poi a chiudere col sorriso, la battuta sul presidente: «Per avere una mia maglia bisogna chiedere a Lotito, quindi immaginate…».
Giorgia Baldinacci


Nesta riabbraccerà la Lazio Lotito lo vuole nello staff tecnico (Corriere della Sera – ed. locale)

Il 9 febbraio 2014 sarà un po’ come il 9 gennaio 1900, fatte ovviamente le debite proporzioni. Perché la nascita è dei primi giorni del secolo scorso, ma la rinascita della Lazio invece è stata progettata per l’anno prossimo in coincidenza con il derby del ritorno: sì, il ritorno della lazialità. Sugli spalti, infatti, è annunciata la presenza di Alessandro Nesta, primo passo per una Lazio nuova e più vicina ai tifosi. Perché non sarà solo un omaggio al passato, come fu per la visita all’Olimpico di Gascoigne. Ma un vero spunto tecnico, un ponte verso il futuro.
Che i laziali si augurano sempre più a tinte biancocelesti. E, al netto dei risultati, cioè il più importante generatore di consenso, il presidente Lotito stavolta sembra aver intercettato il desiderio dei tifosi che hanno sempre patito l’assenza di un simbolo della propria cultura e dei propri valori. Ecco quindi l’idea nata dall’addio di Nesta al calcio giocato, poco più di un mese fa, un piano per riportare un po’ di serenità nell’ambiente e che sembra poter conciliare le esigenze di tutti: ai tifosi il punto di riferimento che reclamano da tempo, alla società più spessore e riconoscibilità internazionale (e magari una buona soluzione in parallelo o, in caso di emergenza, in alternativa a Petkovic) e all’ex fuoriclasse della difesa un posto nel club dove cominciò e dove spera di ricominciare.
Il contatto ha così lanciato la proposta: Lotito l’ha chiamato quando la notizia del suo addio al calcio è rimbalzata da Montreal per fare il giro del mondo. Il presidente aveva qualcosa da farsi perdonare, aveva definito Nesta «troppo vecchio» per giocare nella Lazio quando lasciò il Milan per andare a sparare le ultime cartucce in Canada nella Major League Soccer. Ma c’è voluto un attimo per recuperare la sintonia. Del resto la base è solida, la Lazio è il minimo comune denominatore e 37 anni sono giusti per iniziare a sedersi in panchina . «Ti va di essere allenatore in seconda a partire dalla prossima stagione?», la domanda. Oltre che nella sua presenza per il prossimo derby, la risposta di Nesta può essere letta nel tweet inviato direttamente alla Lazio a metà ottobre: «@officialsslazio Non è vero che mi sono dimenticato. Orgoglioso di essere stato il capitano di questa squadra». E questo vale senza dubbio molto più di un semplice sì.
Il che ha ribaltato i piani di anno sabbatico di Nesta che pensava al riposo nella sua casa di Miami dopo 21 anni passati a fare la differenza sui campi di tutto il mondo. A caldo, anzi, ha subito espresso il desiderio di iniziare la carriera di allenatore. E, in quanto campione del mondo nel 2006, è pronto a giocarsi la fiche per l’accesso diretto al Supercorso di Coverciano, che seguirà fino agli esami finali che si terranno i primi di luglio. Poi potrà tornare alle sue origini e sedersi accanto a Petkovic (o addirittura da solo?) dopo la separazione forzata del 2002 per indossare un’altra maglia numero«13», quella del Milan. Un sacrificio dolce come due vittorie in Champions per mettere al riparto la Lazio dal pericolo della bancarotta. Allora molti laziali non compresero il gesto estremo del campione-tifoso, poi però la verità venne a galla. Ora sembra tutto perfetto per ripartire insieme.
Andrea Arzilli


Lazio, c’è il nuovo Klose A giugno arriva Djordjevic (Gazzetta dello Sport)

DAVIDE STOPPINI
ROMA
Pensi aMiro Klose, alla sua spalla destra lussata, a un addio ormai scontato a fine stagione e a un attacco mai troppo prolifico. E poi ti accorgi che il dopo Klose è già iniziato. Sì, perché la Lazio ha bloccato l’erede di Miro: è Filip Djordjevic, centravanti serbo di 26 anni che sta facendo meraviglie in Francia con la maglia del Nantes. Il curriculum racconta di 8 reti in 13 partite: senza i rigori sarebbe capocannoniere della Ligue 1, meglio di Cavani e Falcao. Particolare non di poco conto: l’attaccante ha il contratto in scadenza a giugno 2014. Anche per questo su di lui avevano messo gli occhi i club di mezza Europa, in Italia avevano raccolto informazioni anche la Roma e il Torino. Ma Lotito e Tare hanno anticipato la concorrenza, raggiungendo nei giorni scorsi un accordo con il giocatore e con il suo rappresentante in Italia, Alessandro Lucci. La firma non c’è e non ci può essere: arriverà come da regolamento a febbraio, ma quel che conta è che il serbo ora è in mano alla Lazio.
Gennaio? No
È un’operazione in stile LotitoTare, sempre attenti al mercato degli svincolati. Operazione che però non verrà anticipata al mese di gennaio: Djordjevic è infatti extracomunitario e la Lazio non ha posti liberi. E per quanto le ultime notizie raccontino di un giocatore alla ricerca di un passaporto comunitario, è in ogni caso difficile immaginare una Lazio all’assalto a suon di euro per un attaccante già bloccato per l’estate successiva.
Idea Lodi
Ma gennaio non passerà senza operazioni di mercato per la Lazio. Detto che l’ipotesi cessione di Hernanes resta concreta, l’asse LotitoPreziosi potrebbe portare all’arrivo in biancoceleste di Lodi, ora ai margini con Gasperini. Fari pure sulla difesa: Dias verso il ritorno in Brasile, torna a circolare il nome di Mavraj (Greuther Furth). Perché, come ama dire Lotito, «il mercato per noi è aperto 365 giorni all’anno ».


novembre 2013
FILIP DJORDJEVIC: la scheda (Gazzetta dello Sport)


Nato a Belgrado il 28 settembre 1987, Djordjevic è cresciuto nel vivaio della Stella Rossa. Dopo un breve prestito al Rad Belgrado con rientro alla base, nel gennaio del 2008 passa al Nantes. Nella scorsa stagione ha contribuito con 20 reti alla promozione della squadra in Ligue 1. Nel suo curriculum vanta anche 7 presenze (e 2 reti) nella nazionale della Serbia, con la quale ha partecipato al torneo olimpico dei Giochi di Pechino 2008.



Vinicius è ok. Oggi prevista doppia seduta (Gazzetta dello Sport – ed. locale)

FORMELLO
Vinicius ok, Pereirinha pure, Ederson e Konko in gruppo: il giovedì ha regalato buone notizie a Petkovic sotto il profilo degli infortunati. Buone notizie soprattutto dall’esterno brasiliano, l’unico a non aver ancora esordito: si temeva uno stop lungo, invece ieri era regolarmente in campo. Pereirinha ha invece smaltito un affaticamento muscolare, Ederson e Konko si sono allenati senza problemi. A parte invece Radu e Lulic: il romeno sta smaltendo il dolore all’alluce, il bosniaco sta rispettando la tabella di marcia: entrambi saranno a disposizione contro la Samp. Oggi è in programma una doppia seduta.
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Offline Eagles71

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Re:15 Novembre 2013
« Risposta #1 : Venerdì 15 Novembre 2013, 08:28:01 »
thank's Matita.

Tutte belle notizie!
Idea Nesta alla ML...
e Djordjevic che mi pare tanta roba....generalmente un cognome così non sbaglia...
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

Brocchi 63

Re:15 Novembre 2013
« Risposta #2 : Venerdì 15 Novembre 2013, 08:37:24 »
Grazie Matita  :)

Offline Matita

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R: Re:15 Novembre 2013
« Risposta #3 : Venerdì 15 Novembre 2013, 08:48:50 »

e Djordjevic che mi pare tanta roba....generalmente un cognome così non sbaglia...

Sempre co le molle
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Brocchi 63

Re:R: Re:15 Novembre 2013
« Risposta #4 : Venerdì 15 Novembre 2013, 09:18:06 »
Sempre co le molle

Esatto. Ne bis in idem per ciò che riguarda il rientro di Nesta nei quadri societari.
Non vorrei fossero voci artatamente messe in atto per porre in difficoltà la Società.

Offline salasso

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Re:15 Novembre 2013
« Risposta #5 : Venerdì 15 Novembre 2013, 09:24:09 »


Nesta riabbraccerà la Lazio Lotito lo vuole nello staff tecnico (Corriere della Sera – ed. locale)

questa potrebbe essere la notizia migliore
il lupo non potrà mai volare
all'altezza dell'aquila

Offline AlenBoksic

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Re:15 Novembre 2013
« Risposta #6 : Venerdì 15 Novembre 2013, 09:26:44 »
Mi son venuti i brividi a leggere di Nesta

Andiamo a prendere Djordevic,
perdio!
 8)
Voglio 11 Scaloni

Offline Drenai

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Re:15 Novembre 2013
« Risposta #7 : Venerdì 15 Novembre 2013, 10:37:03 »
Djordjevic mi sta bene, ma se lo riusciamo a prendere a zero, mi aspetto eventualmente prenda il posto di floccari in rosa, non quello di klose. dove vorremmo investire se non davanti?
mavraj me lo spiego meno. a meno che non sappiano che biava non recupera, non c'è questa grande urgenza di inserire un centrale a gennaio, potremmo assorbire la partenza di dias tranquillamente con quelli che abbiamo.
se invece biava fosse sulla strada di brocchi, l'acquisto "da emergenza" lo potrei capire, ma è un peccato perchè prendi un giocatore comunque non certo eccezionale per tappare la falla ma poi te lo ritrovi. in altre parole a giugno hai spazio per un solo innesto difensivo significativo.
lo dico da adesso, un mercato estivo che si basasse su djoirdjevic e un centrale (a fronte delle uscite di klose, hernanes e biava) sarebbe deludente anzicheno.
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Larry Bird

Offline Reflexblue

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Re:15 Novembre 2013
« Risposta #8 : Venerdì 15 Novembre 2013, 10:57:10 »
Sono molto contento per Cataldi, secondo me può fare carriera anche in serie A. Nelle final eight mi ha fatto un'ottima impressione: tecnica, cattiveria e personalità.
Non è facile inserirsi, da subito e in pianta stabile, nel gruppo dei titolari di una buona squadra di serie B.

Possiamo dire che con Keita astro nascente in prima squadra, Rozzi al Castilla e Cataldi titolare in serie B, la primavera campione d'Italia si configura come una delle migliori espressioni della storia del nostro settore giovanile?

Offline Matita

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Re:15 Novembre 2013
« Risposta #9 : Venerdì 15 Novembre 2013, 11:01:30 »
Djordjevic mi sta bene, ma se lo riusciamo a prendere a zero, mi aspetto eventualmente prenda il posto di floccari in rosa, non quello di klose. dove vorremmo investire se non davanti?

Sono con te.
Ma se prendi Djordjevic (al posto di Floccari) , a gratis, i soldi (la maggior parte) li dedichi alla difesa.
Poi valuti che fare con Miro , in fondo hai Perea Keita e Djordjevic.
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Offline Drenai

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Re:15 Novembre 2013
« Risposta #10 : Venerdì 15 Novembre 2013, 11:07:33 »
sì ma io penso che a un certo punto bisogna avere il coraggio di fare delle scelte.
se quest'estate cediamo hernanes (come tuttora credo sia la cosa piu probabile) per come la vedo io è assolutamente prioritario lasciar andare anche klose in modo da avere sia lo spazio salariale (da entrambi) sia i soldi per il cartellino (da hernanes) per un acquisto come si deve davanti. non le avremmo piu queste condizioni.
se ci facciamo prendere dal sentimento e imploriamo klose per restare ancora un anno da noi facciamo un grosso errore IMO.
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