Autore Topic: Chi è Etienne Tare, l'ultima stella della Lazio dei figli d’arte  (Letto 396 volte)

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di Francesco Oddi

Nelle ultime due partite un assist e un gol: può festeggiare solo a metà Etienne Tare, attaccante della Lazio Primavera, che domenica si è sbloccato nella categoria, a Sesto San Giovanni, contro l’Inter, in una gara persa 3-1. A vederlo non c’è neanche bisogno di chiedere conferma, la parentela è molto evidente: alto, slanciato e biondo come papà Igli, come lui prima punta, come lui vestito di biancoceleste. Che vuole dire non avere vita facile, visto che la squadra dei cognomi famosi – il portiere di riserva è Mattia Peruzzi, figlio di Angelo, in rosa c’è anche il cugino di Nasri, e nelle ultime gare si è imposto come terzino destro titolare Romano Floriani Mussolini, figlio di Alessandra – quest’anno dovrà lottare parecchio per evitare di tornare in Primavera 2, come già nel 2018: dietro c’è solo l’Ascoli, che ormai è andato, davanti il Torino, che ha 3 punti in più e una gara da recuperare, come l’Empoli (che però di punti sulla penultima ne ha 5). Le ultime due scendono, terzultima e quartultima fanno il playout.

Cercando un goleador --- Per continuare a giocare nella serie A della Primavera la Lazio – che quest’anno avrebbe dovuto debuttare in Youth League, poi cancellata dalla pandemia – dovrà trovare un bomber: con 16 gol fatti in 13 partite ha il quarto peggior attacco del girone. Sei li ha fatti Raul Moro, fantasista ex Barcellona, forse il miglior dribbling stretto della categoria, frenato più dai problemi fisici che dagli avversari, a quota due il difensore centrale Damiano Franco e Tiro Nimmermeer, centravanti olandese classe 2001 che per giugno si è giè accordato con il Paços de Ferreira, con la regia di Jorge Mendes, soffre di pubalgia, e ben difficilmente scenderà nuovamente in campo in una squadra con cui va in scadenza. Da 4 gare non viene più convocato: Etienne, di due anni più giovane, ha già preso il suo posto nello schieramento di Leonardo Menichini. E la Lazio ha raccolto un pareggio e tre sconfitte, segnando solamente 2 gol. Al primo, alla penultima contro il Cagliari, Tare jr ha contribuito con la sponda che ha liberato al tiro Cerbara, domenica, contro l’Inter, ha segnato di persona, con una giocata di puro istinto, un tocco felpato di controbalzo, con il destro, spalle alla porta, che ha trasformato un tiraccio senza pretese di Czyz in un morbido e spettacolare pallonetto all’incrocio dei pali, che ha scavalcato portiere uscito a metà e difensore sulla linea.

Cercando continuità --- In un campionato Primavera diventato molto più competitivo con retrocessioni e aumento dei fuoriquota non sono molti i 2003 a segno: il primato è dell’interista Casadei, 4 giocando centrocampista, mentre l’atalantino Rosa, centravanti della Nazionale, è fermo a uno come Tare, mentre il gigante della Juventus Cerri è a quota zero, pur avendo già segnato in C con l’Under 23. Ma il centravanti della Lazio deve recuperare il tempo perduto negli anni scorsi, quando è stato spesso aggregato sotto età a gruppi di ragazzi più grandi, e proprio per questo non ha trovato molto spazio. Nato a Brescia, la prima città italiana dove venne a vivere il padre quando sbarcò in serie A dalla Germania, ha debuttato in Primavera già nello scorso campionato, unico della sua annata: uno spezzone a fine gennaio contro il Sassuolo, a metà febbraio il Covid ha fermato tutto. Quest’anno i 2003 come lui dovrebbero fare l’Under 18, ma Menichini ne ha utilizzati già 7: Tare, nato a settembre, è il più giovane di tutti, anche se a vedere il fisico (1.92 di altezza) non si direbbe. Castigliani, che rientrava da un infortunio, e che potrebbe insidiargli il posto, con l’Inter ha preso due cartellini gialli in un quarto d’ora, così domani contro il Genoa toccherà di nuovo a lui. Che per farsi trovare pronto, irrobustirsi e riuscire a fare la differenza l’anno prossimo, quando sarà pari età, ha un mini staff a sua disposizione, con mental coach e preparatore atletico. Durante la pandemia ha lavorato duro, e alla ripresa era il più in forma fisicamente. E spesso a fine allenamento si ferma a fare degli esercizi in più, per migliorare tecnica e coordinazione: quando tuo padre è il dirigente più importante della squadra per cui giochi, lavorare più degli altri è il modo migliore per evitare che qualcuno possa parlarti dietro.

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