Autore Topic: Lazio, 100 volte Luiz Felipe: con lui la Roma non passa, il derby è da sogno  (Letto 396 volte)

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Ogni derby ha la sua storia, ogni minuto di quel derby la sua miscela di emozioni, ogni centimetro conquistato in quel derby il suo peso specifico. Per “qualcuno”, nell’aria rarefatta di un Olimpico deserto, andava in scena solamente un’amichevole. Per altri, e sarebbe stato inammissibile il contrario, l’ennesima battaglia intrisa di significati. Così è stato per Luiz Felipe, eroico protagonista di un 3 a 0 lapidario, senza appello, senza fronzoli. Come “sputato” fuori dal film “Ogni maledetta domenica”, animato dal travolgente discorso di Tony D’Amato, il brasiliano ha alzato un muro insormontabile sul prato verde. No, di amichevole questo derby non aveva nulla per lui. Soprattutto per chi, come il numero 3, la maglia della Lazio scaldava la pelle e il cuore per la centesima volta. E allora ogni centimetro di campo conquistato assume un senso diverso, ogni contrasto vinto è un tassello necessario per costruire il puzzle della vittoria. L’importante è metterci la faccia. Luiz Felipe mette faccia, piede e qualsiasi cosa possa respingere gli attacchi della Roma. La prestazione è straripante, il risultato è da brividi.

INVALICABILE - Luiz Felipe, Acerbi, Radu. Una diga su cui la Roma sbatte e rimane tramortita. Nell’arco dei novanta minuti, tra la difesa della Lazio e quella giallorossa ci sono tre categorie di differenza. Al brasiliano l’arduo compito di marcare Mkhitaryan: l’armeno è completamente annichilito dall’impeto del numero 3. Poco importa il giallo rimediato al 62’, il resto degli interventi è cristallino. Anticipa, strappa palloni, spazza se serve e imposta quando può. La dimostrazione che di talento, questo ragazzo, ne ha da vendere. Giovane, ma consapevole di cosa significhi affrontare un derby: "Conosciamo l’importanza di questa partita, per noi e per i tifosi: faremo di tutto per vincerla”. Parole sante, quelle che ha rilasciato prima dell’inizio. Al triplice fischio, con la maglia madida di sudore, impossibile non lasciarsi andare: “Festeggiare le 100 partite con una vittoria nel derby è il regalo più bello che avrei potuto chiedere! Roma è biancoceleste!”. E pensare che in campo, con l'altra maglia, correva un suo vecchio compagno. Nelle nazionali giovanili brasiliane, Luiz Felipe ha condiviso lo spogliatoio con Ibanez. Nelle tre partite con Cile, Colombia e Giappone scese in campo il giallorosso al fianco di Lyanco, mentre il biancoceleste rimase in panchina a guardare. Era il 2019, i tempi sono cambiati. E si è visto ieri, considerando la disastrosa serata del giocatore della Roma. 

RAMMARICO - Ed ecco che, considerando il percorso del giocatore, qualche rammarico emerge. Avere sempre a disposizione una furia del genere avrebbe risolto probabilmente i problemi difensivi della Lazio. Ma quel 12 settembre, nell’amichevole post ritiro disputata con il Frosinone, Luiz Felipe è costretto a lasciare il campo dopo soli 5 minuti. Kastanos lo colpisce duro, lui abbandona lo Stirpe con tanto di stampelle e vistosa fasciatura sulla caviglia. Un problema che ha minato l’integrità fisica del brasiliano e la solidità della difesa biancoceleste. Ma di grinta, Luiz Felipe, non è di certo a corto. In campo e fuori dal campo. Testa bassa e tanta voglia di tornare in battaglia con i compagni. Il lavoro duro lo ha portato a imporsi nuovamente nello scacchiere di Inzaghi. Fino alla centesima con l’aquila sul petto, andata in scena in un derby dominato in lungo e in largo. Una festa con fiocchi e controfiocchi, in un Olimpico in fiamme anche senza pubblico. Luiz Felipe è tornato lottando, centimetro dopo centimetro. “Perché sappiamo che quando andremo a sommare tutti quei centimetri il totale allora farà la differenza tra la vittoria e la sconfitta”.

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