Autore Topic: La Lazio è salva, sei mesi a Mauri Niente illeciti, il club esce pulito  (Letto 712 volte)

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di Carlo Santi
ROMA Quasi tutti prosciolti e quasi tutti scontenti. È salva la Lazio che passa da un possibile -6 in classifica a un’ammenda di 40 mila euro, tira un sospiro di sollievo il suo capitano Stefano Mauri.

Adesso, al primo grado di giudizio, il giocatore non ha più il macigno di uno stop di 4 anni e mezzo che aveva chiesto Stefano Palazzi: per lui la Commissione Disciplinare ha inflitto sei mesi ancora da scontare, nel senso ancora da ridurre, e nel calcio è sempre tempo di saldi. Sono salve anche Genoa e Lecce: niente -3 ma 20 mila euro di multa. La Commissione Disciplinare ha liberato molti protagonisti dell’ultimo filone del calcioscommesse: a parte Zamperini, fermato già per cinque anni e al quale sono stati confermati due anni in continuazione, le richieste del procuratore Palazzi sono state tutte disattese. Il pm del pallone aveva chiesto tre anni e sei mesi per Massimiliano Benassi, Omar Milanetto e Antonio Rosati e la Commissione Disciplinare presieduta dall’avvocato Sergio Artico li ha prosciolti; sempre tre anni e mezzo Palazzi aveva chiesto per Ferrario che passa, invece, a sei mesi mentre Mario Cassano da un anno in continuazione passa a 4 mesi.

MAURI: SONO DELUSO
Stefano Mauri subisce una squalifica di sei mesi. Il capitano biancoceleste è stato condannato non per un illecito ma per omessa denuncia in Lazio-Genoa, partita della quale sarebbe stato a conoscenza di un possibile taroccamento e della quale le parole di Gervasoni, l’accusatore, secondo la Commissione Disciplinare, non sono da ritenere attendibili. «A me anche questa condanna sembra un’ingiustizia», ha spiegato il giocatore della Lazio che confida «nei prossimi gradi di giudizio per lasciarmi alle spalle questa brutta avventura». Più o meno la stessa cosa accade, secondo la Commissione Disciplinare, anche in Lecce-Lazio. Zamperini e gli zingari avrebbero cercato di sistemare la partita e Gervasoni ha raccontato la sua verità, non creduta. Mauri, al corrente di tutto, non avrebbe denunciato alla Procura federale tutto, in particolare il tentativo fatto nell’incontro nella hall dell’albergo di Lecce dove era la Lazio. Milanetto, anche lui prosciolto e ormai ex, ha affermato che «l’esito favorevole del procedimento disciplinare non cancella la gravissima ingiustizia subito quando sono stato incarcerato». Le certezze della Procura della Federcalcio sono state smontate pezzo dopo pezzo.

GIUSTIZIA DA RIFONDARE
L’illecito in Lazio-Genoa del 14 maggio 2011 adesso non c’è più. Così ha ritenuto ieri la Commissione Disciplinare richiamando il principio delle sezioni unite della Corte di giustizia federale secondo cui «un procedimento di natura esclusivamente disciplinare, la cui autonomia è stata autorevolmente ribadita e che non può, all’evidenza, essere caratterizzato da una assoluta sovrapponibilità al processo penale, come talvolta si è portati a far credere». Palazzi è stato sconfitto un’altra volta. A questo punto viene da chiedersi: ma è valida ancora la giustizia sportiva? Serve perdere così tanto tempo ed energia per interrogatori, 007 sguinzagliati in giro, riunioni, processi? Palazzi ha ricostruito viaggi, contatti, telefonate, anche la corsa in auto di Zamperini e Ilievsky a Formello. Il suo teorema è stato smontato pezzo a pezzo e, per quanto riguarda Mauri, gli avvocati Buceti e Melandri hanno fatto un lavoro eccellente anche se ieri, a condanna avvenuta, hanno mostrato un po’ di amarezza perché avrebbero voluto che il loro assistito fosse scagionato completamente. Questa giustizia sportiva così com’è non serve più. O gli illeciti ci sono oppure no. Non si può assistere a richieste folli e poi a colpi di spugna così. In questo modo nulla è più credibile e certe requisitorie, certe arringhe degli avvocati sembra servano di più per lo spettacolo, per il seguito che il calcio ha. Questo avviene anche con la giustizia ordinaria che, trattando questo mondo, ha attenzione e visibilità straordinaria. Rifondare tutto e Palazzi dopo questa sconfitta farebbe bene a dimettersi. Non ha altre strade, mentre una strada migliore può averla la Federcalcio varando regole credibili. Prendiamo questa sentenza: da giorni filtravano anticipazioni sullo sconto che alla fine appare essere un colpo di spugna. Non vogliamo colpevolizzare nessuno, certamente Mauri e gli altri sono puliti: allora, perché aver perso tanto tempo, aver coinvolto e terrorizzato loro, i club, diremmo anche i tifosi? Se finisce tutto a tarallucci e vino, beh, dateci un altro gioco.

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