Autore Topic: Cataldi: “La punizione di Ryad? Stavo già esultando, sapevo sarebbe entrata. Al rientro Fiumicino era come l’Olimpico”  (Letto 456 volte)

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Un anno esatto dal trionfo di Ryad. In Arabia Saudita, 365 giorni fa, la Lazio affrontava la Juventus al King Saud University Stadium nella finale di Supercoppa italiana. Vittoria storica per 3-1 dei biancocelesti che, per la terza volta nella storia del Club, conquistano un trofeo in una trasferta internazionale. Luis Alberto, Lulic ed infine Cataldi. I tre eroi della sfida del 22 dicembre 2019.

All’ultimo secondo della sfida, fu proprio Danilo Cataldi a siglare su punizione il gol che consegnò definitivamente la coppa alla Lazio. Il centrocampista biancoceleste è intervenuto in esclusiva ai microfoni di S.S.Lazio Agenzia Ufficiale per ricordare il trionfo dello scorso anno.

 

Oggi ricorre il primo anniversario dalla vittoria della Supercoppa di Ryad. Cosa ricordi in particolare della preparazione di quella partita?

“C’era molta tranquillità nel gruppo. Ricordo in particolare gli allenamenti che abbiamo svolto a Ryad nei giorni antecedenti il giorno della finale: c’era grande serenità in fase di preparazione della partita, all’interno della squadra c’era molta consapevolezza dei nostri mezzi. Sapevamo di esserci meritati quell’occasione e di avere le possibilità di vincere la Supercoppa. Di solito prima di una finale c’è sempre un po’ di tensione, invece io ricordo un gruppo molto tranquillo e consapevole”.

 

La Lazio conduce sul 2-1, poi negli ultimi secondi calci una punizione praticamente perfetta. Puoi raccontarci cosa hai visto e pensato in quei momenti?

“Era una buona possibilità per segnare. Non sapevo in quel momento in che minuto ci trovassimo, sapevo solo che mancava poco. Ho chiesto a Sergej (Milinkovic, ndr) se poteva lasciarmi quella punizione, voleva batterla anche lui. Mi sentivo di poter calciare bene e, quando il pallone è partito, sapevo che sarebbe andato a finire in rete. Ero già andato ad esultare perché sapevo che la traiettoria si sarebbe abbassata di quel poco necessario per entrare nello specchio della porta juventina”.

 

Tre fattori: seconda vittoria consecutiva con la Juventus in pochi giorni, la festa tra voi compagni e l’accoglienza dei tifosi laziali a Fiumicino… C’è altro da aggiungere?

“Abbiamo raccolto due vittorie consecutive nel giro di pochi giorni contro la Juventus, avevamo già superato i bianconeri in campionato per 3-1. Alla vigilia della Supercoppa in tanti ci dicevano che sarebbe stato diverso affrontare la Juve in una gara secca nella quale c’era in palio un trofeo. Anche noi, però, negli ultimi anni avevamo già giocato diverse finali e sapevamo che avremmo potuto dire la nostra, e la serenità che si respirava nel nostro spogliatoio derivava anche da questa consapevolezza. Sapevamo di poter offrire una grande partita a prescindere dall’avversario che stavamo per affrontare. Dopo aver vinto la Supercoppa ci sono stati tanti festeggiamenti nel nostro spogliatoio, ci ha rammaricati l’impossibilità di festeggiare quella vittoria all’Olimpico come era capitato in occasione degli ultimi trofei vinti. È stato l’unico rimpianto, sotto questo punto di vista abbiamo vissuto una finale diversa a Ryad, ma quando siamo arrivati alle 5 del mattino a Fiumicino sembrava di essere all’Olimpico, c’era tantissima gente. Nella settimana successiva, a Formello, vennero ancora più tifosi: queste sono state le sorprese più belle dopo aver vinto una coppa lontano da casa”.

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