Autore Topic: Suor Paola: La So.Spe la Lazio e la solidarietà ai tempi del Covid  (Letto 392 volte)

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Suor Paola: La So.Spe la Lazio e la solidarietà ai tempi del Covid
« : Mercoledì 16 Dicembre 2020, 15:02:51 »
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Suor Paola, tifosissima biancoceleste, ha raccontato ai nostri microfoni l'attività della So.Spe, l'associazione di cui è fondatrice.

Aiutare chi ne ha bisogno donando speranza a chi l'ha persa. È questo l'obiettivo della So.Spe, associazione nata nel 1998 e guidata dalla lazialissima Suor Paola che, ai nostri microfoni, ha parlato dell'associazione e del sostegno concreto che dà quotidianamente a tutti coloro che ne hanno necessità: "La So.Spe si chiama Solidarietà e Speranza. Deve essere solidale nei confronti delle persone che hanno bisogno, alcune volte di una parola altre di cibo, di vestiti. E poi bisogna dare speranza a chi non ce l'ha più, alle ragazze madri o ai carcerati. In questa casa accogliamo ragazze madri con i loro bimbi, in un'altra casa abbiamo un servizio diurno. Facciamo laboratori per i ragazzi disabili, abbiamo un ambulatorio di strada, viene un medico ad assistere i poveri. Distribuiamo la cena, indumenti e pacco spesa. Abbiamo anche un centro d'ascolto". 

AIUTARE AI TEMPI DEL COVID - Negli anni Suor Paola è sempre stata in prima linea nell'organizzazione di iniziative che hanno visto la partecipazione in prima persona degli stessi calciatori biancocelesti. Fino all'anno scorso era un appuntamento fisso la cena di solidarietà, con i giocatori della Lazio nelle vesti di camerieri. Un evento che, causa Covid-19, rischia di saltare, ma Suor Paola non ha alcuna intenzione di arrendersi: "Quest'anno spero di farla ugualmente, a costo di mettere cinque persone in ogni stanza e i giocatori che girano per la casa a servire nelle varie stanze. Da quando è scoppiata la pandemia, distribuiamo a tutti i poveri ogni settimana 100-150 pacchi spesa. Questo ci porta a lavorare per raccogliere le cose da mettere dentro i pacchi. Le iniziative che si fanno con i ragazzi sono volte proprio a questo".

TOMMASI, SIGNORI E... IMMOBILE - È fortissimo il legame tra la So.Spe e la Lazio. Infatti il logo dell'associazione è comparso anche sulle casacche biancocelesti. Ma, per un curioso scherzo del destino, uno dei primi volontari è stato Damiano Tommasi: "Quando noi stavamo aggiustando questa casa, lui veniva e ci aiutava a montare armadi, a fare ciò che serviva. Era la vigilia del derby, io gli ho dato un calcio e gli ho detto: 'Così domani speriamo che non giochi'. Ci sono tanti calciatori affezionati a noi e alla casa famiglia. Uno dei tanti è Beppe Signori. Finito l'allenamento lo aspettavo e gli dicevo: "Dai dai Beppe, corri, andiamo". Una volta l'ho portato in Abruzzo dove c'era una ragazzina malata. Lui veniva con me, non mi chiedeva neanche dove. Quelli di oggi sono tutti bravi, Parolo è una forza della natura, ma anche Acerbi, Cataldi, Immobile". 

GIOIE DA LAZIALI - Infine, un pensiero sulla gioia data dalla qualificazione della Lazio agli ottavi di Champions League. Una delle tante soddisfazioni provate nella sua vita di tifosa: "È stata una grande gioia, ma io ne ho viste tante altre, ho visto lo Scudetto. C'era una signora che disegnava questi scudetti alle persone sulle braccia. Io le ho detto: 'Fallo anche a me, oggi è la giornata buona'. La partita di Perugia non finiva più, sono rimasta allo stadio a strillare con tutti gli altri. E alla fine è andata bene. Faccio un augurio di buon Natale a tutti, prima di tutto ai laziali ma anche agli altri. La povertà, l'amore e la salute non hanno il colore di una squadra. Tutti dobbiamo darci da fare per aiutare. In questo Natale solidali con tutti. Un augurio a tutti coloro che stanno bene, e chi sta meno bene spero che possano raggiungere il traguardo di star meglio".

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