www.calciomercato.com Un gol e un punto a testa. Da buoni fratelli, Pippo e Simone, il Benevento e la Lazio evitano di farsi troppo male.
Anzi, non se ne fanno proprio, anche se il pari, giusto alla fine, non è proprio quel che sperava la
Lazio, che di punti in campionato ne ha lasciati per strada pure troppi. Lusso che ora che la Champions la lascia respirare, non può più concedersi, però.
Pronti via e il cliché della partita è immediatamente chiaro. La
Lazio s’impossessa del pallone e non lo molla e il
Benevento, invece, ripiega in attesa della giocata giusta per schizzare in contropiede. Non che
Pippo Inzaghi l’abbia studiata e preparata proprio in questo modo la partita, questo no. E’ che il fratellino che sta sulla panchina della Lazio gli toglie il respiro; gli concede poco o niente; porta palla velocemente da una parte all’altra e lo costringe a correre da matto ed a soffrire.
E’ una Lazio viva, insomma. Che gode dei cambi di gioco di
Milinkovic e della regia elegante del ritrovato
Luis Alberto e che avverte la necessità di non sprecare altre occasioni per far punti.
Gioca, la Lazio. Gioca per vincere e fors’anche per dimenticare quel sorteggio infame che in Champions gli ha fissato un appuntamento con il Bayern.Brutta faccenda per il Benevento che riesce a proporre poco o niente. Che è costretto a raccogliersi come raramente gli capita di fare, ma che appena può riparte. E come se riparte! Tant’è che dopo sei minuti è proprio il
Benevento ad arrivare a cinquanta centimetri dal gol. Angolo, spizzata in area e palla verso il secondo palo dove c’è appostato Lapadula.
E ci va, di testa, Lapadula. Ma ci va moscio e Reina ci mette una mano salva tutti e poi pure un piede quando Glik prova a fregarlo tre secondi dopo.Così è:
la Lazio domina, ma il Benevento si fa assai pericoloso quando riesce a mettere il naso al di là del centrocampo, dove i biancazzurri votatissimi all’attacco lasciano ovviamente spazi ampi. Ma che fatica, però, per liberarsi di quel palleggio infinito della Lazio. Che sfiora il gol, con Luis Alberto che (22’) fa tutto da solo ma conclude sul palo la sua bella cavalcata e che poi passa. Con lui, con
Immobile, straordinario a rubare il tempo ai difensori giallorossi e a girare sotto la traversa un suggerimento da destra del solito
Milinkovic.
Raccoglie quel che ha seminato, la Lazio. Almeno così sembra. Perché il vantaggio un poco gli rallenta i movimenti e il Benevento altro non aspetta per provare a raddrizzare il risultato. Prende campo e coraggio, infatti, la formazione di Pippo.
Ci prova ancora con
Lapadula che però col destro non va mai lontano e con
Caprari da lontano che costringe Reina a salvare in angolo. Che non è poca cosa per il Benevento esperto in gol sugli sviluppi di calci da fermo. E così è pure stavolta.
Corner, respinta lieve e Schiattarella (che l’ultimo gol in vita sua l’aveva fatto proprio a Reina quand’era alla Spal) dal limite infila il corridoio giusto per mettere il pallone in porta. Praticamente a niente dal riposo la partita torna in parità. E a questo punto pure questo sembra giusto, perché se è vero che la Lazio è stata sempre padrona del pallone, è vero pure che rispetto a tutto quel possesso ha poi costruito poco per mettere al sicuro il risultato. Per chiudere la gara, insomma, mentre il Benevento monetizza al meglio le sue sofferenze e ripartenze.
Strano, però, il pallone. Perché quando la partita ricomincia è un’altra storia. Squadre più aperte, più lunghe, più da combattimento che da ragionamento.
E vallo a capire se si vede un altro calcio perché la Lazio fa un passo indietro ritrovando pure qualche suo fantasma del passato, oppure se è il Benevento a fare un passo avanti. Cert’è, la formazione di fratello Pippo adesso riesce a costruire già dal basso un po’ di gioco. Si riavvicina, insomma, al suo solito modello. Sì, ora c’è più partita. Con una sensazione, però, che tutto quel palleggio del primo tempo alla fine, paradossalmente, abbia fatto venire il fiato corto più alla Lazio che al Benevento. E meno che meno ai centrocampisti giallorossi adesso assai vivaci, anche se poi per i due portieri non c’è mai lavoro straordinario.
Foulon per Tuia
. Ma soprattutto Improta per Insigne e Iago Falque per Lapadula sono le novità nel Benevento. Chiaro: Pippo cerca freschezza e vivacità in attacco. Vede la Lazio affaticata e con qualche problema di geometria ed organizzazione e vuole approfittarne. Più conservativo fratellino
Simone. Per lui, Patric al posto di Luiz Felipe appena ammonito e null’altro sino a metà ripresa e oltre. Troppo poco, forse, per tener testa alla maggiore vivacità dei giallorossi.
Più rapido, più veloce il calcio del Benevento soprattutto in mezzo al campo, dove soprattutto Luis Alberto non ha più la forza e la lucidità di prima. Equilibrio incerto, insomma. Può accadere di tutto nel finale.
E allora Inzaghi, Simone, prende il coraggio a due mani e fa tre cambi in una volta:
Cataldi, Caicedo e Pereira per Escalante, Radu e Luis Alberto. Mentre Pippo risponde con Di Serio per Caprari e Dabo per Hetemaj. Risistemano le squadre, i fratelli allenatori. Ed è una scossa per la Lazio - con il muso lungo anche per un mani in area di Letizia non giudicato da rigore - che con Pereira si fa pericolosa due volte in un minuto. Poteva fare meglio il trequartista brasiliano, questo è vero. Ma pure Improta a niente dalla fine si ritrova sulla testa l’occasione per far gol e manda fuori. Insomma, finale schioppettante, animoso, confusionario, elettrico magari, ma comunque appassionante, con il Benevento che in pieno recupero resta pure in dieci per un rosso diretto e giusto a Schiattarella.
IL TABELLINOBenevento-Lazio 1-1 (primo tempo 1-1)Marcatori: 25' Immobile (L), 45' Schiattarella (B)
Benevento (4-3-2-1): Montipò; Letizia, Tuia (45' Foulon), Glik, Barba; Ionita, Schiattarella, Hetemaj (80' Dabo); Insigne (61' Improta), Caprari; Lapadula (71' Iago Falque). All. F. Inzaghi
Lazio (3-5-2): Reina; Luiz Felipe (58' Patric), Hoedt, Radu (80' Caicedo); Lazzari, Milinkovic-Savic, Escalante (80' Cataldi), Luis Alberto (80' Pereira), Marusic; Immobile, Correa. All. S. Inzaghi
Arbitro: Pairetto di Nichelino
Espulso: 93' Schiattarella (B)
Ammoniti: 23' Tuia (B), 29' Lapadula (B), 54' Luiz Felipe (L), 94' Patric (L)?