Autore Topic: A Belgrado 'L'urlo del Kosovo' di Alessandro Di Meo  (Letto 978 volte)

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Offline AlenBoksic

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A Belgrado 'L'urlo del Kosovo' di Alessandro Di Meo
« : Domenica 21 Aprile 2013, 12:36:30 »
ANSAmed) - BELGRADO, 12 APR - La traduzione in serbo di 'L'urlo del Kosovo', un libro scritto da Alessandro Di Meo sulle drammatiche conseguenze che la guerra e i bombardamenti occidentali ebbero in particolare sulla popolazione serba - un aspetto da molti dimenticato o trascurato - e' stata presentata in una affollata serata letteraria a Belgrado.

Di Meo, presente all'incontro ieri sera nella sede dell'Associazione degli scrittori della Serbia, insieme ai responsabili della casa editrice 'Pesic & sinovi' che ha curato la traduzione (col titolo 'Urlik sa Kosova'), e' impegnato in prima persona nell'attivita' umanitaria dell'associazione di volontariato 'Un ponte per...', nell'aiuto e solidarieta' con le vittime della 'guerra permanente'. Si occupa in particolare dei profughi e degli sfollati dei conflitti armati degli anni Novanta nella ex Jugoslavia, serbi compresi.

Il libro di Alessandro Di Meo va controcorrente e vuole smentire la tesi comune dei serbi paragonati ai nazisti, unici responsabili delle violenze e atrocita' che sconvolsero i Balcani venti anni fa. ''Non avrei voluto scrivere questo libro, perche' cio' avrebbe significato l'assenza di guerre e tragedia'', ha detto l'autore illustrando la sua opera, una serie di racconti e testimonianze dirette a dimostrazione del fatto che la popolazione kosovara albanese non e' stata la sola vittima del conflitto della fine degli anni Novanta.

''Dopo la guerra sembrava tutto risolto. Ma una tragedia altrettanto immane e' cominciata subito dopo, con le centinaia di migliaia di serbi costretti a lasciare le loro case in Kosovo. In poche ore hanno lasciato tutto, hanno cambiato la loro vita''.

''Io porto la vergogna del mio Paese per i bombardamenti della Nato'', che hanno causato morte e distruzione tra la popolazione serba, ha detto Di Meo, il quale rivendica il carattere oggettivo del suo libro, dove ''si racconta la realta' senza propaganda''.

''Io cerco con la scrittura di raccontare un'altra verita''', ha detto Di Meo, che ha criticato pregiudizi e luoghi comuni ancora molto radicati anche in Italia, dove sono tanti a ritenere gli albanesi del Kosovo uniche vittime del conflitto.

''Le mie fonti sono i volti e le pietre, le case distrutte e rinate, gli sguardi impertinenti che si fanno beffe della guerra e dei loro rappresentanti in divisa'', scrive Di Meo in una nota conclusiva al suo libro. ''Io un'idea su quanto accaduto nella Jugoslavia me la sono fatta nel tempo, senza cercarla, progettarla, pianificarla... Ma pochi di questa idea saranno complici. Perche' si esigono le fonti del mio raccontare. E le mie, di fonti, hanno solo nomi e cognomi sconosciuti ai piu'.

Volti sguardi, sorrisi, pianti, ricordi, storie da raccontare.

Storie di parte, la loro. Che e', dopo anni, anche la mia''.

A leggere brani del libro di Alessandro Di Meo, corredato anche da un dvd con interviste e filmati, e' stato il noto attore teatrale serbo Aleksandar Lazic. (ANSAmed).


http://www.ansamed.info/ansamed/it/notizie/rubriche/cultura/2013/04/12/Libri-Belgrado-urlo-Kosovo-Alessandro-Meo_8541598.html
Voglio 11 Scaloni

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Re:A Belgrado 'L'urlo del Kosovo' di Alessandro Di Meo
« Risposta #1 : Domenica 21 Aprile 2013, 13:02:00 »
La sinistra italiana (qualsiasi cosa voglia dire il termine "sinistra italiana" ma io mi riferisco al suo insieme, quindi parlo di quella cosa disomogenea che va da Bindi a Ferrero) si è sempre divisa sul tema.
Tu come la vedi una situazione come questa?
http://www.metaforum.it/showthread.php/13777-Non-%C3%A8-salvo-il-Kosovo
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:A Belgrado 'L'urlo del Kosovo' di Alessandro Di Meo
« Risposta #2 : Domenica 21 Aprile 2013, 17:48:24 »
Abbi pazienza ma non capisco la domanda.
Come la vedo in che senso, alla luce dell'accordo che (pare) verrà ratificato a breve,
o della situazione attuale sul territorio
http://voiceofserbia.org/it/content/monastero-decani-alti-%C3%A8-stato-bloccato
oppure in base alle posizioni della sx italiana estesamente intesa?

L'unico giornale che ha dato un certo rilievo all'accordo
(come nei casi Irak e libia finita la guerra è calato un silenzio tombale)
è stato l'osservatoreromano odierno
http://www.osservatoreromano.va/orportal-portlets-portal/detail/binaries/pdf_quotidiano/quotidiano.pdf
Voglio 11 Scaloni

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Re:A Belgrado 'L'urlo del Kosovo' di Alessandro Di Meo
« Risposta #3 : Domenica 21 Aprile 2013, 18:20:31 »
Mi riferivo al contenuto di tutto il blog che ho indicato, non solo al primo articolo che appare nel link.
La sinistra italiana non ha un giudizio unanime in merito.
Tu sei di origine serba (se ho ben capito) e politicamente orientato a sinistra.
Quale è la tua opinione sul senso generale di quel blog?
In altri termini: esiste nel Kosovo un tentativo di pulizia etnica bonificazione del territorio ai danni della minoranza serba che il resto del mondo, che pure si era attivato come sappiamo, sta facendo finta di non vedere?
Lazio, ti amo con tutta la feniletilamina, l’ossitocina, la dopamina e la serotonina che mi circolano nel cervello, che rendono il mio pensiero poco logico e che mi procurano strane sensazioni in tutta l’anatomia e battiti sconclusionati nell’organo principale del mio apparato circolatorio.

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Re:A Belgrado 'L'urlo del Kosovo' di Alessandro Di Meo
« Risposta #4 : Domenica 21 Aprile 2013, 19:01:11 »
No no son mediamente informato sulla zona,
ma son nato vissuto e cresciuto in Italia.
 ;)

Hai voglia te se esiste !
La sinistra italiana è -su questo come su altro - completamente succube e subalterna del pensiero dominante propalato dall'infognzione/informazione generale, che prima batte i tamburi di guerra poi silenzia il tutto (Irak, Libia ne sono altri esempi) alla faccia delle migliaia di militari inviati in mezzo all'uranio impoverito.
Purtroppo per occuparsi di queste cose ci vuole pazienza, voglia di apprendere e passione, caratteristiche ormai soppiantate e rese inutili dai talk

La stessa comunità così attiva e umanitaria nella guerra contro la Serbia tornerà a essere inattiva quando la pulizia etnica, tentata ma non attuata dai serbi, sarà seguita da una contropulizia etnica albanese ai danni dei serbi e delle altre minoranze. Una vera e propria vendetta etnica perpetrata sotto gli occhi dei soldati della Nato e che, con altre forme di discriminazione socio-politica, dura ancora oggi

questo lo scrive il gen. Mini, che ha comandato la KFOR
il resto lo trovi qui
http://www.biancocelesti.org/amici/cosa-leggete-(rubrica-letteraria)/msg395459/?topicseen#msg395459

P.S.: Chiedo venia, m'ero fermato al primo articolo del blog hai indicato,
ora ci torno.
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Re:A Belgrado 'L'urlo del Kosovo' di Alessandro Di Meo
« Risposta #5 : Lunedì 29 Aprile 2013, 09:47:32 »
Il premier del Governo di Serbia, Ivica Dačić, ha valutato che in Serbia, a causa del suo futuro, nessuno ha il diritto di nascondersi, soprattutto non dietro il Kosovo, perché ciò porterebbe a un nuovo esodo, nuove vittime e a una nuova sconfitta. Nessuno può contestare il fatto che la Serbia abbia passato negli ultimi 20 anni tutte le forme del cataclisma, ha detto Dačić nel suo editoriale al quotidiano “Politika”, indicando la dissoluzione di alcuni Stati, l’espulsione dalla comunità internazionale, le sanzioni, le bombe, la fame e il saccheggio suicida di sé stessi e dei propri beni.
Il mondo spesso è stato troppo crudele verso la Serbia, ma la maggior parte di ciò l’ha fatto da sola, giustificando ciò con degli obiettivi più alti.
L’accordo di Bruxelles simboleggia la fine dell’inizio, come direbbe Churchill, il levare dalla schiena della nazione il carico di 20 anni, i pericoli che potesse essere colpevole e condannata se non risolvesse il compito. Knin, Vukovar, la Bosnia, il Kosovo, tutti questi sono i pezzi di un problema irrisolvibile, motivo per cui era acconsentito non occuparsi di altre faccende. L’estinzione biologica della Serbia, la devastazione della sua infrastruttura e lo sterminio della sua economia, tutto ciò veniva giustificato dal grande compito nazionale – la ricerca della soluzione per il problema irrisolvibile della quadratura nei cerchi balcanici, ha sottolineato Dačić.
La prima cosa che il Governo e la coalizione hanno fatto era quella di finire con le menzogne – sia verso di noi, che verso la Serbia, sia verso gli amici, che verso i nemici nel mondo. In Serbia, a causa del suo futuro, nessuno ha più il diritto di nascondersi, soprattutto non dietro il Kosovo. Ciò terminerebbe con una nuova ingiustizia – il Kosovo proseguirebbe, senza alcuna condanna o responsabilità, ad andare verso l’Europa, mentre la Serbia verrebbe di nuovo spostata nel profondo abisso balcanico della disperazione, della sfortuna, della fame e dello strazio.
Il modo per trovare la soluzione non è importante solo per il Kosovo, neanche solo per i serbi del Kosovo, è importante per la Serbia intera, ha indicato Dačić. Questo Governo è stato scelto affinché la Serbia sia un paese in cui ci sia lavoro, strade, scuole, ospedali, libri, teatri, medicinali, persone soddisfatte. L’intera sostanza dell’accordo di Bruxelles è questa, ha concluso Dačić nel suo editoriale nel quotidiano “Politica”.

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