Risultati Elezioni 2013

[baol]

Movimento 5 Stelle, annullato il voto online per il Quirinale. Zagrebelsky veniva scambiato per un captcha.

Spinoza.it

 

[Frusta]

UNA VERA VERGOGNA

Aquila, avrei voluto parlarne prima ma dato che questo è un discorso che qui dentro posso fare solo con te e con pochi altri, ne parlo adesso. Che i 40 miliardi appena stanziati (con un atto inutile per un processo di ordinaria amministrazione, è bene ricordarlo) andranno alle aziende è una puttanata stratosferica.
Se dessimo una occhiata appena un po' attenta alla legge scopriremmo che quei soldi finiranno in un fondo gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti, cioè nelle mani di una entità partecipata dalle principali banche italiane, e da lì, perché arrivino alle imprese, occorrerà da parte delle amministrazioni locali l'avvio di un processo abbastanza complicato e non obbligatorio (roba da matti!) di compartecipazione alla CDP.
Cito il link:"la PA per accedere al pagamento dei fornitori, dovrà partecipare ad una procedura amministrativa macchinosa di compartecipazione ai fondi della Cdp, inoltre sembrerebbe essere anche un aiuto indiretto alle banche, che: "Potranno gestire la gran parte del denaro per conto della Cassa Depositi e Prestiti di cui sono azioniste, del tutto indisturbate, per quasi due anni, o forse più".
E' una presa per il culo talmente ovvia che non la vede solo chi non la vuole vedere, ed alla fine della fiera alle imprese creditrici arriverà solo qualche briciola. Se arriverà.
E qui tiriamo una bella riga
___________________________________
ed andiamo al PROBLEMA VERO, che si chiama "il potere su di noi non lo abbiamo noi" che si chiama EU e che si chiama euro.
Prima usciamo dalla catastrofe rappresentata da queste tre aberrazioni e meglio è.
Legare una economia debole ad una moneta forte porta inevitabilmente alla la catastrofe.
Ci sbattè il grugno Mussolini con la famosa quota 90 di Volpiana memoria (beh, più che altro ce lo sbatté l'edilizia, la piccola e media impresa e la capacità di spesa degli italiani, un pò come adesso, anzi, adesso è peggio, se non altro quella era una dittatura conclamata, non una finta democrazia come questa) come ce lo ha sbattuto l' Argentina.
Perché non è mai esistita, non esiste e non esisterà mai nessuna prova che dimostri come il legarsi ad un valuta forte protegga dal default i bilanci dello stato. Se mai, come nel caso dell'Argentina e come dimostra la Storia con la S maiuscola, la realtà ed i fatti dimostrano l'esatto contrario.
E' una palla dire che senza l'euro staremmo peggio o che fuori dall'EU affogheremmo in un mare di guai. Una palla che fa comodo a chi campa di finanza e ad a chi ama riempirsi la bocca di palle non sapendo quello che dice.
Guarda la Grecia dove è molto più chiara che qui la catastrofe causata dall'EU e dall'euro.
Se la Grecia fosse un paese normale (per normale intendo qualsiasi paese proprietario della propria economia, della propria moneta e del proprio destino) potrebbe fare come ha fatto il Dubai, cioè rinegoziare il debito pubblico dicendo ai creditori: "Amici belli, se state buonini vi restituiamo il 10% di quello che ci avete dato. Siccome fino ad ora ci avete guadagnato già parecchio, state zitti e non scassate i coglioni sennò non beccate nemmeno il 10% di cui sopra, ok?".
Dopo di che potrebbe svalutare la moneta, praticare una politica iperinflattiva per dare un pò di ossigeno alle proprie imprese e contemporaneamente svilire i debiti fino a farli diventare di entità ridicola.
Ma non si può. Finché saranno gli altri a dirci quello che dobbiamo fare, non possiamo, nsepò, non se puede, non possumus. L'unica cosa che possiamo fare è far capire all' asinistra quanto sta sbagliando ad appoggiare queste aberrazioni, ma trattasi di operazione complicata assai.
Se fosse semplice farglielo capire non sarebbe l'asinistra che è, ma la sinistra normale di un paese normale.

[Fraplaya]

Ecco sintetizzato il "lavoro" dei "saggi"

ridicoli

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Il finanziamento pubblico ai partiti non è “eliminabile”, mentre le intercettazioni telefoniche devono essere uno strumento di “ricerca della prova” e non del “reato”, tesi cara al fronte berlusconiano. Sono alcune delle proposte dei dieci “saggi” nominati dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Che, chiamati a sfornare idee “condivise” per sbloccare lo stallo di un paese impantanato nella crisi politica ed economica, hanno pensato bene di occuparsi di intercettazioni telefoniche, ma non di corruzione, una vera zavorra alla crescita economica.

Soldi ai partiti, conflitto d’interessi, legge elettorale, stipendi pubblici, reddito di cittadinanza, riduzione dei parlamentari, snellimento burocratico, rifinanziamento della Cassa integrazione… In dieci giorni di lavoro, i dieci “saggi” indicati da Napolitano hanno prodotto le loro “ricette” su quasi tutti i campi dell’azione politica.

Va riconosciuta “la serietà del lavoro compiuto – ha detto Napolitano – al di là delle riserve che hanno accompagnato lo stesso annuncio dell’istituzione dei due gruppi”. I dieci saggi hanno saputo trovare “posizioni comuni” dimostrando un clima di dialogo che si deve trasmettere alle forze politiche. Ora le forze politiche devono mostrare “analoghi sforzi di buona volontà di intesa” anche in Parlamento. “Le relazioni che mi sono state presentate questa mattina - ha proseguito il capo dello Stato - faranno parte delle mie consegne al nuovo presidente della Repubblica, oltre che essere oggetto, in questi giorni, della mia riflessione”. Poi una precisazione: “Il limite del compito da assolvere, con la giusta attenzione a non interferire né con l’attività del Parlamento né con le decisioni che spettano alle forze politiche”.

Le intercettazioni devono essere un mezzo per la ricerca della prova “e non strumento di ricerca del reato”. Nel documento si propone di “porre limiti alla loro divulgazione perché il diritto dei cittadini a essere informati non costituisca il pretesto per la lesione di diritti fondamentali della persona”.

Altro punto caldo, i soldi ai partiti. “‘Il finanziamento pubblico delle attività politiche in forma adeguata e con verificabilità delle singole spese, costituisce un fattore ineliminabile per la correttezza della competizione democratica e per evitare che le ricchezze private possano condizionare impropriamente l’attività politica”. Così scrivono i “saggi”.

In campo economico, nella loro relazione i saggi chiedono che lo Stato paghi alle imprese “l’intero ammontare” dei debiti esistenti. Allo stesso tempo deve essere rifinanziata la Cassa integrazione in deroga e “affrontato” il tema degli esodati. I saggi chiedono anche di “valutare” l’introduzione del reddito minimo di cittadinanza. In questo quadro, i saggi chiedono di “rivedere il patto di stabilità”.

 Altro capitolo su cui s concentrerà l’attenzione dell’opinione pubblica quello dei costi della politica e della macchina dello Stato. I saggi propongono di “rivedere” gli stipendi dei dirigenti pubblici e di “rafforzare la spending review”.

Ancora risparmi, ma innervati in una prospettiva di riforme istituzionali più ampie, deriverebbero dalla riduzione di deputati a 480 (da 630) e dei senatori a 120 (da 315). Per il “rilancio del Paese” deve essere introdotto il “federalismo fiscale”.

[disabitato]

macropunti nello generico condivisibili che dovrebbero essere letti nel dettaglio..

insomma: spese partiti rendicontate, intercettazioni per prove, riduzione parlamentari, federalismo fiscale, esodati, cassa integrazione, debiti e patto di stabilità.

Ce se so' messi pure in dieci per partorire l'ovvio ed il minimo indispensabile?
Anche una mezza minerale pagata ai dieci saggi sono stati soldi buttati.

[Fraplaya]

E' un condesato dei punti di opinione, fatto male perche' riadattato alle esigenze della casta

10 persone in 10 dieci giorni per fare un riassunto di cose risapute, e permettere a Napolitano di dire "con questo io ho dato, mo fate voi"

roba da matti

[aquilafelyx]

Aquila, avrei voluto parlarne prima ma dato che questo è un discorso che qui dentro posso fare solo con te e con pochi altri, ne parlo adesso. Che i 40 miliardi appena stanziati (con un atto inutile per un processo di ordinaria amministrazione, è bene ricordarlo) andranno alle aziende è una puttanata stratosferica.
Se dessimo una occhiata appena un po' attenta alla legge scopriremmo che quei soldi finiranno in un fondo gestito dalla Cassa Depositi e Prestiti, cioè nelle mani di una entità partecipata dalle principali banche italiane, e da lì, perché arrivino alle imprese, occorrerà da parte delle amministrazioni locali l'avvio di un processo abbastanza complicato e non obbligatorio (roba da matti!) di compartecipazione alla CDP.
Cito il link:"la PA per accedere al pagamento dei fornitori, dovrà partecipare ad una procedura amministrativa macchinosa di compartecipazione ai fondi della Cdp, inoltre sembrerebbe essere anche un aiuto indiretto alle banche, che: "Potranno gestire la gran parte del denaro per conto della Cassa Depositi e Prestiti di cui sono azioniste, del tutto indisturbate, per quasi due anni, o forse più".
E' una presa per il culo talmente ovvia che non la vede solo chi non la vuole vedere, ed alla fine della fiera alle imprese creditrici arriverà solo qualche briciola. Se arriverà.
E qui tiriamo una bella riga
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ed andiamo al PROBLEMA VERO, che si chiama "il potere su di noi non lo abbiamo noi" che si chiama EU e che si chiama euro.
Prima usciamo dalla catastrofe rappresentata da queste tre aberrazioni e meglio è.
Legare una economia debole ad una moneta forte porta inevitabilmente alla la catastrofe.
Ci sbattè il grugno Mussolini con la famosa quota 90 di Volpiana memoria (beh, più che altro ce lo sbatté l'edilizia, la piccola e media impresa e la capacità di spesa degli italiani, un pò come adesso, anzi, adesso è peggio, se non altro quella era una dittatura conclamata, non una finta democrazia come questa) come ce lo ha sbattuto l' Argentina.
Perché non è mai esistita, non esiste e non esisterà mai nessuna prova che dimostri come il legarsi ad un valuta forte protegga dal default i bilanci dello stato. Se mai, come nel caso dell'Argentina e come dimostra la Storia con la S maiuscola, la realtà ed i fatti dimostrano l'esatto contrario.
E' una palla dire che senza l'euro staremmo peggio o che fuori dall'EU affogheremmo in un mare di guai. Una palla che fa comodo a chi campa di finanza e ad a chi ama riempirsi la bocca di palle non sapendo quello che dice.
Guarda la Grecia dove è molto più chiara che qui la catastrofe causata dall'EU e dall'euro.
Se la Grecia fosse un paese normale (per normale intendo qualsiasi paese proprietario della propria economia, della propria moneta e del proprio destino) potrebbe fare come ha fatto il Dubai, cioè rinegoziare il debito pubblico dicendo ai creditori: "Amici belli, se state buonini vi restituiamo il 10% di quello che ci avete dato. Siccome fino ad ora ci avete guadagnato già parecchio, state zitti e non scassate i coglioni sennò non beccate nemmeno il 10% di cui sopra, ok?".
Dopo di che potrebbe svalutare la moneta, praticare una politica iperinflattiva per dare un pò di ossigeno alle proprie imprese e contemporaneamente svilire i debiti fino a farli diventare di entità ridicola.
Ma non si può. Finché saranno gli altri a dirci quello che dobbiamo fare, non possiamo, nsepò, non se puede, non possumus. L'unica cosa che possiamo fare è far capire all' asinistra quanto sta sbagliando ad appoggiare queste aberrazioni, ma trattasi di operazione complicata assai.
Se fosse semplice farglielo capire non sarebbe l'asinistra che è, ma la sinistra normale di un paese normale.

L'asinistra

http://www.byoblu.com/post/2013/04/10/E-la-Concita-si-accorge-del-Bilderberg-della-Trilateral-e-dellAspen-Institute.aspx

[baol]

macropunti nello generico condivisibili che dovrebbero essere letti nel dettaglio..
...

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2013/04/12/pop_saggi.shtml

[disabitato]

Ottimo!

[Frusta]

...Le votazioni per il Presidente della Repubblica di ieri sono state oggetto di attacco di hacker. In presenza dell’ente di certificazione è stata riscontrata una intrusione esterna durante il voto e siamo riusciti a determinare le modalità con cui è avvenuto l’attacco. Abbiamo deciso di annullare quindi le votazioni di ieri e ripeterle oggi con nuovi livelli di sicurezza. Ci scusiamo per questo inconveniente e chiediamo di ripetere le votazioni. Grazie per la vostra pazienza. Le indicazioni per il voto sono le stesse di ieri...

Grillo ha detto una cazzata, e ci stesse attento con le cazzate, perché offendere l'intelligenza altrui non paga mai.
http://www.repubblica.it/tecnologia/2013/04/12/foto/m5s_la_certificazione_per_le_quirinarie-56481383/#1

Questo è il documento DNV con cui il Movimento 5 Stelle certifica il sistema di votazione per le "Quirinarie", la consultazione interna sui nomi da proporre alla Presidenza della Repubblica. Il documento spiega che le attività di certificazione per conto di Casaleggio Associati sono basate su "standard esistenti, migliori pratiche e requisiti specifici della procedura oggetto di verifica"

Ora, caro Grillo, essere preso per il culo a me non piace: il documento dice di aver trovato "una anomalia" nel sistema, il che significa semplicemente che il sistema ha funzionato male, NON CHE SI SIA RILEVATO UN ATTACCO HACKER.

Nel documento la DNV dice che ha iniziato ad effettuare dei controlli sul sistema dal 25 marzo 2013 e che l' 11 aprile, cioè esattamente durante un momento di intensità di ultilizzo del sistema (nemmeno tanto intenso, stando al numero di accessi) è stata rilevata "una anomalia".
Quindi, caro Grillo, se il TUO consulente parla di "anomalia" sta dicendo che il TUO sistema funziona male. Semplicemente. NON che ha subito un attacco dagli uomini cattivi.
Quindi tu devi:
A) affidarti ad un sistema migliore
B) NON chiagnere e fottere: se vai fuori strada è perché hai le gomme lisce, non perché dei cattivoni ti hanno reso la strada sdrucciolevole.
Te lo dice uno che ti ha votato, ma che NON ti ha sposato.

[geddy]

La politica estera secondo il Movimento 5 stelle. Afghanistan.

"La guerra in Afghanistan è particolarmente vergognosa in quanto non c'è mai stato un reale motivo per entrare in guerra. Finora ha provocato la morte di 52 militari e di 70.000 morti afghani, civili soprattutto. E' costata 4,5 miliardi di euro allo Stato italiano che avrebbe potuto investirli in ricerca, sviluppo, pmi, istruzione, sanità. Ieri abbiamo depositato la mozione per il ritiro delle truppe italiane dall'Afghanistan. Riuscire, grazie ad essa, a ritirare le nostre truppe anche un mese prima del ritiro che è stato deciso, sarebbe un successo clamoroso in termini di vite risparmiate e di quattrini risparmiati. La mozione impegna il Governo a elaborare e comunicare con chiarezza al popolo italiano un piano di rientro immediato del nostro contingente militare dall'Afghanistan; alla costruzione della pace e dello sviluppo economico e sociale, a promuovere la tutela dei diritti umani e a migliorare la condizione delle donne e della società civile; a un controllo diretto e mirato del sostegno economico italiano sia per i finanziamenti bilaterali che tramite accordi con la UE e con la NATO.
Noi dobbiamo uscire dall'Afghanistan lasciando un Paese in grado di ripartire e di lasciare ai cittadini afghani la libertà di scelta per il loro futuro." Commissione Esteri M5S Camera
http://www.beppegrillo.it/

Bello, se a scriverlo fosse un ragazzino delle medie.

[GMar]

UNA VERA VERGOGNA

Aquilafelix, faccio questo intevento un po’ OT per una precisazione.

Nell’articolo che hai postato si parla di operazioni di sostegno ai Paesi Uem effettuate dall’Italia per oltre 40 miliardi.

Al riguardo, le erogazioni vere e proprie (quelle cioè a cui corrispondono effettivi versamenti di capitale da parte dell’Italia) sono quelle “erogate bilateramente” in favore della Grecia, che rientrano nel piano di salvataggio concordato da UE, BCE e FMI nel 2010 e che nel grafico sono rappresentate dall’area verde.

L’area viola, invece, quella denominata “Prestiti in favore di Stati Membri dell'UEM erogati attraverso l'EFSF” non riguarda effettivamente prestiti erogati dall’Italia, ma piuttosto la quota di pertinanza dell’Italia dei prestiti concessi dall’EFSF (l'organismo che raccoglie fondi mediante l’emissione e il collocamento sul mercato di obbligazioni garantite da tutti gli stati dell’Unione e li “gira” - i fondi raccolti - ai paesi in crisi finanziaria).

Questi prestiti vengono iscritti nei conti dei singoli stati in base a convenzioni contabili definite appositamente. In sostanza: gli stati garanti non sborsano un singolo euro, ma iscrivono il prestito nel loro bilancio come una transazione effettuata da loro stessi (controbilanciata da una transazione uguale e contraria nei confronti dell’EFSF): si tratta del cosiddetto rerouting (e serve a dare specifica evidenza dell’esposizione derivante dalla garanzia prestata). Se ti intererssa approfondire, ti puoi annoiare un po’ qui:  http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_PUBLIC/2-27012011-AP/EN/2-27012011-AP-EN.PDF).

L’area più scura, infine, più che operazioni di sostegno, rappresentano la sottoscrizione della quota di capitale dell’ESM, effettivamente versata dall'Italia.

Scusa la pedanteria, torno alla finestra! 

[AlenBoksic]

Un sabato non qualunque

Sto leggendo le saggezze dei saggi, sto valutando il documento di Barca, sto lavorando all’iniziativa di domani, sto cercando di diradare le nebbie intorno al Colle (nella speranza che anche il M5S voglia passare dall’Aventino al Quirinale, perché in questo momento si trovano sul colle sbagliato).

Rispetto alle prime, direi che è un po’ Wikipedia, però le cose sagge, come scrivevo, non mancano.

C’è il reddito di inserimento – che è parente del reddito minimo, che finalmente entra nel dibattito pubblico e istituzionale dalla porta principale -, c’è la convenzione con la Svizzera (che qui frequentiamo da tempo), c’è soprattutto la questione che abbiamo sollevato con Filippo Taddei del tetto del Quirinale.

Per quanto riguarda il documento di Fabrizio Barca, dirò solo che mi sono convinto che dobbiamo fare un partito nuovo facendolo e parlando delle cose da fare (e facendole). Scusate il gioco di parole vertiginoso, ma è così: la partita si gioca entro il 25 aprile. Che, come dice quel motto, non è una ricorrenza.

Infine, in attesa che il M5S risolva le sue questioni informatiche (sic), c’è da insistere sulle note che già conoscete, a proposito di un Presidente che sia al di sopra di ogni pasticcio (in tutti i sensi).

Insomma, buon fine settimana. Ne abbiamo bisogno, soprattutto in vista della settimana prossima

Intese larghe uguali
Il M5S ha fatto i nomi. Almeno quattro su dieci li avete trovati anche qui, in particolare Prodi, Rodotà e Bonino.

Se si vogliono fare le larghe intese, e i compromessi storici (del tempo presente, però) ora si può

www.ciwati.it

[AlenBoksic]

Cose che ho capito a Parma

Che si può fare qualcosa di diverso dal piano B, nel senso di Berlusconi, delle larghe intese del governissimo con il compromesso storico e l’accordo con il Pdl (perché di questo si tratta, traducendo dal politichese).

Che Marco Bosi è uno bravo.

Che ci sono elettori come quel signore che si è presentato alla fine del dibattito definendosi «provvisoriamente ex». Come milioni di italiani votava Pd, poi non l’ha votato più, ma non esclude di farlo di nuovo ove ve ne fossero i motivi per farlo.

Che la partita della settimana che inizia oggi è decisiva.

Che c’è una voglia di partecipazione politica sconfinata, ben superiore a quella della stessa campagna elettorale.

Che di punti su cui lavorare ce ne sono fin troppi e che la collaborazione è possibile e, in molti casi, auspicabile.

Che se si vuole il cambiamento, non è sufficiente annunciarlo o rinviarlo a chissà quando. L’occasione è qui e ora. Anche perché il cambiamento annunciato e frustrato provoca (quasi sempre) la vittoria della conservazione e della restaurazione.

Che non so quale sarà il nome tra i dieci che il M5S sceglierà, ma se si arriverà alla quarta votazione (quella con la maggioranza del 50% + 1) potranno entrare in gioco anche i suoi voti.

Che stare in mezzo per ora non ha fatto molto bene al Pd: da una parte, l’accusa di Berlusconi di non voler fare un governo (che lui farebbe subito, anche perché non è arrivato primo, altrimenti ciao); dall’altra, l’osservazione che il dialogo con il M5S è stato solo abbozzato e non ha certo avuti i modi del «cambiamento» che doveva dare il proprio nome al nuovo governo (che inizialmente era stato definito, appunto, «governo del cambiamento»).

Che non ne hanno parlato tanto i giornali di questo incontro, semplicemente perché è andato bene. Anzi, è andato molto bene.

Che, insomma, se il M5S scendesse dall’Aventino e il Pd mandasse qualcuno a incontrarli, ci si potrebbe trovare dalle parti di piazza Colonna, dove c’è il Parlamento, ma c’è anche Palazzo Chigi. Basta volerlo.

http://www.ciwati.it/