Ehm....
(Repubblica 07.11.2020)
Il colloquio
Lotito "Immobile stava bene ci fanno il gioco delle tre carte"
(Matteo Pinci)
ROMA – Mentre parla si ferma, sparisce qualche secondo, poi prende un altro telefono e chiama il medico sociale: « Ve l’ho detto stamattina, ce stanno a fa’ il gioco delle tre carte ». Il caso tamponi è una spina nel fianco del presidente Claudio Lotito: la Lazio al centro della tempesta, il Torino chiede spiegazioni, la procura federale indaga e convoca il medico laziale, i test con positività intermittenti, anche nella stessa giornata. E quell’allenamento di martedì, in cui Immobile è stato impegnato anche in una partitella nonostante la positività (al gene N). «Ma che vuol dire positivo?», scandisce lentamente Lotito, serissimo, per nulla agitato. «Positivo vuol dire contagioso, no? Anche nella vagina delle donne, di tutte le donne del mondo, ci sono i batteri. Ma mica tutti sono patogeni, solo alcuni in alcuni casi diventano patogeni e degenerano ». Ma, ça va sans dire, batteri e virus non sono la stessa cosa.
In quel momento alle sue spalle una voce femminile gli riporta in tempo reale le notizie che escono sull’argomento. Lotito si ferma, legge articoli, torna a raccontare la sua verità: «Anche Tare è positivo. Ma oggi nessuno ti dice se uno infetta oppure no. C’è un’aleatorietà dell’interpretazione dei risultati. Per me la valutazione la deve fare il medico, io non lo so se Immobile si sia allenato martedì perché non ero a Formello, ma il medico lo ha valutato, gli ha rifatto l’idoneità sportiva, la capacità polmonare a riposo e sotto sforzo e stava meglio di prima». E allora cosa sarebbe successo? «Una questione è come vengono conservati i reagenti, i tamponi, come viene effettuato il test». Ma la domanda che dovrà farsi anche la Procura federale è se Immobile non fosse alla fine positivo contro il Torino. «Abbiamo il tampone, era negativo. Nessun vuol far giocare i positivi, ho fatto fare i tamponi pure ai familiari ». Eppure Cairo, il presidente del Torino, ha inviato un esposto alla Procura federale per la partita persa contro la Lazio domenica: «Cairo mi odia a morte dopo che ha perso con me, i suoi giornali mi attaccano per questo. Ma perde sempre, è ultimo in classifica».
Insomma, per Lotito la questione non è oggettiva ma interpretativa: «Per questo ho chiesto a Gravina di introdurre una struttura unica che faccia i test per tutti, che imponga gli stessi parametri per tutti. Ho suggerito Federlab, che li fa già per la Serie C. Serve un ente terzo, così finisce la tarantella». Tarantella che però agita anche i giocatori: «Pensi che un altro giocatore che era risultato positivo ai test della Uefa si è andato a fare un tampone per conto suo. Ed è risultato negativo». E voi invece perché avete scelto il laboratorio di Walter Taccone ad Avellino? «Sapevo che fosse stato presidente dell’Avellino, ma non c’entra niente. Quando c’è stata necessità di introdurre i tamponi per tutta la squadra ho chiesto allo Spallanzani, ma mi hanno detto che non era il caso. Poi c’era il Campus biomedico, che era vicino a Trigoria ed era l’unico nel Lazio, se lo immagina la gente in fila e noi che passiamo avanti? Non mi andava che si pensasse che i giocatori avevano una corsia preferenziale rispetto ad altri cittadini, la salute è uguale per tutti. Quando ho chiesto per la Salernitana mi hanno detto che c’era il centro di Taccone, uno dei pochi convenzionati con la Regione Campania. E abbiamo scelto lui anche per la Lazio».
Resta una domanda inevasa: come mai Immobile sia stato fatto allenare nonostante un tampone indicasse la sua positività poche ore prima della partita contro lo Zenit. «Ve l’ho detto», si altera. «Positivo vuol dire che puoi infettare. Abbiamo scritto alla Uefa, perché una settimana prima ci avevano bloccato anche Pereira ma poi il giorno dopo ci avevano risposto che era negativo. Abbiamo mandato tutti i dettagli sui tamponi, sui reagenti, su chi aveva fatto i prelievi. Ci hanno detto "la commissione sta valutando", ma ancora non ci ha risposto ». E ormai serve a poco. Un attimo di silenzio, poi la telefonata cade, bruscamente messa giù. Prima, però, un ultimo pensiero: «Quando ho fatto medicina io virologia era un esame complementare del secondo anno, giusto 200 pagine.
Mo non lo so quant’è, quante pagine. Ma pare che contino solo i virologi».