La Corea del Nord ha bloccato oggi l'accesso alla zona industriale di Kaesong, costruita in insieme alla Corea del Sud, e che frutta allo stato comunista 2 miliardi di dollari l'anno; ma consentirà ai lavoratori sudcoreani di rientrare in patria, hanno riferito le autorità .
ALLARME - La decisione ha provocato le reazioni allarmate di Seoul, il cui ministro della Difesa, Kim Kwan-jin, ha avvertito che si stanno valutando tutte le opzioni disponibili, compresa l'azione militare, per garantire la sicurezza dei circa 800 lavoratori del Sud rimasti nella zona industriale.
LAVORATORI - Si ritiene che le fabbriche che hanno sede nel parco industriale - inaugurato nel 2000, e che ospita 123 aziende con circa 50.000 dipendenti nordcoreani e alcune centinaia di sudcoreani - siano ancora operative, ma la decisione della Corea del Nord è un ulteriore segnale delle crescenti tensioni nella penisola asiatica.
TENSIONI - Ieri, Pyongyang aveva annunciato il riavvio di un reattore nucleare bloccato nel 2007. La Corea del Nord ha anche minacciato un attacco nucleare sugli Stati Uniti e lanci di missili sulle basi americane nel Pacifico dopo le nuove sanzioni imposte dall'Onu a seguito del terzo test nucleare effettuato dai nordcoreani a febbraio. Pyongyang ha anche annunciato di essere tornato in stato di guerra con la Seoul. Per tutta risposta, gli Usa hanno rafforzato la presenza delle proprie forze nella regione.
MINISTRO - Secondo l'agenzia Yonhap, il ministro della Difesa di Seul, Kim Kwan-jin, starebbe valutando le opzioni sulla questione Kaesong, inclusa l'azione militare nello scenario peggiore possibile se la sicurezza dei lavoratori sudcoreani al distretto industriale congiunto sarà a rischio.
Corriere della Sera