la riapertura delle frontiere ha "sprovincializzato" l'uso dei numeri che all'estero spesso avevano tradizioni un pò diverse. a parte i volanti brasiliani col numero 5, ad esempio nel nord europa spessissimo il numero 6 era (ed in molti casi ancora è) un giocatore di fascia.
Ottima osservazione. In effetti, l'abbinamento fra numero e ruolo cambia di parecchio da un Paese all'altro.
Mi viene in mente la Polonia, dove il libero ha indossato per decenni la maglia numero 2; nell'ex Cecoslovacchia preferivano il 3, che in Estonia si trova spesso sulla schiena del centravanti.
In generale, mi sembra di ricordare che l'abbinamento fra il libero e il 6 ci vedesse in netta minoranza insieme a Grecia e Romania, col 4 a farla da padrone nelle scuole calcistiche più note.
E non che ai due Paesi citati mancassero altrettante particolarità: nelle formazioni elleniche, il 7 identifica tuttora la prima punta di peso, col 9 lasciato al collega di reparto a l'11 a un esterno di raccordo.
Steaua e soci schieravano invece il mediano o il centrocampista più "basso" col 5, assegnando il 4 - ed era una rarità, credo - allo stopper.
Segnalo, a titolo di curiosità, la numerazione stranamente tradizionalista - rispetto all'evoluzione così ben descritta da Teo, intendo - della Reggiana di Marchioro al primo anno di serie A (1994-'95).
I due centrali davanti a Bucci (Corrado e Zanutta) conservavano rispettivamente il 2 e il 3 dei loro predecessori, mentre il 4 e il 6 andavano ai due difensori "aggiunti" nel frattempo (gli esterni Accardi e Francesconi) e il 5 rimaneva al mediano Sgarbossa.
Il resto, dal 7 all'11 (Morello, Scienza, Padovano; Futre, Mateuţ), proseguiva invece secondo le abitudini consolidate.