Petkovic “Basta dire no per egoismo Il pallone è speranza”
di Riccardo Caponetti e Giulio Cardone (Repubblica)
Vladimir Petkovic ha ben chiara l’immagine attuale del calcio italiano. «Qualcuno vuole approfittarsi della situazione, io invece credo che tutti debbano dare una mano per uscirne più puliti: non solo a livello economico, ma anche umano».
Ha vissuto il lockdown a Locarno, un cantone vicino Milano, dove ci sono «settantamila frontalieri ogni giorno». Attuale ct della Svizzera, avrebbe dovuto affrontare l’Italia a Euro2020, ora la prospettiva è ben diversa.
Mister Petkovic che posizione ha sulla ripresa dei campionati?
«Spero si possa ripartire con la massima tutela della salute. Il calcio non è solo una delle industrie più importanti al mondo, ma è anche una speranza per i cittadini. Un’eventuale ripresa dei campionati sarebbe un segnale per la gente che qualcosa si muove verso l’uscita dalla crisi. Il rischio zero non esiste».
Molti però sono contrari.
«Bisogna capire che nulla sarà come prima, forse neanche il prossimo campionato, anche perché mancheranno i tifosi.
Ognuno cerca di trarre il meglio da questa situazione, per vincere il campionato o per non retrocedere. Ci sono persone che hanno un pensiero troppo tendenzioso e individualista, quando in un momento così si dovrebbe ragionare per il bene collettivo».
In Italia si è discusso molto sul taglio degli stipendi, voi in Nazionale ne avete già donato una parte in beneficenza.
«L’attuale periodo è atipico, non ci sono precedenti. Nel nostro gruppo c’è un bel clima e non solo con i giocatori, ma anche con tutti i collaboratori. Subito all’inizio dell’emergenza abbiamo mosso una catena di solidarietà per aiutare gli ospedali. Ognuno di noi poi ha fatto individualmente delle iniziative benefiche, io ho cercato di aiutare anche Milano e Bergamo con messaggi ed energia positiva. Per me è un gesto piccolo, ma per chi lo riceve può essere significativo».
Mancini ha detto che un anno in più farà bene all’Italia, vale lo stesso anche per la Svizzera?
«Gli equilibri del nostro gruppo rimarranno intatti. L’Italia ha la fortuna di avere una squadra giovane, come anche noi, e quindi più esperienza potrebbe giovare. Parallelamente ci sono delle difficoltà, perché tra gli azzurri ci sono anche calciatori non giovani, che il prossimo giugno avranno un anno di più.
Inoltre molto dipenderà dallo stato di forma: per esempio Immobile sta segnando ogni volta che tocca palla, bisognerà capire se sarà lo stesso anche nel 2021».
Cosa le piace di più dell’Italia di Mancini?
«La mentalità vincente e proattiva, il voler dimostrare di valere sempre di più. Mancini in questo è riuscito alla grande e i risultati hanno aiutato».
Lei è l’allenatore della Lazio che vinse la famosa finale di coppa Italia contro la Roma il 26 maggio 2013. Molti tifosi biancocelesti avrebbero voluto rivederla a giugno all’Olimpico.
«Sono orgoglioso di far parte della lunga storia biancoceleste, spero che i tifosi stiano tutti bene. Mi fa piacere che si è creato un ambiente positivo intorno alla Lazio, del resto la società ha fatto un bellissimo lavoro».