Autore Topic: Imbriani  (Letto 1121 volte)

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feiez

Imbriani
« : Venerdì 15 Febbraio 2013, 09:07:52 »
Già allenatore del Benevento, lottava da tempo contro una grave forma tumorale. Aveva appena compiuto 37 anni. Il mondo del calcio si era mobilitato per sostenerlo nella sua battaglia
   
PERUGIA - E' morto stamani a Perugia Carmelo Imbriani, già allenatore del Benevento ed ex attaccante del Napoli, ricoverato all'ospedale del capoluogo umbro per una grave leucemia. Lo ha riferito l'ufficio stampa dell'Azienda ospedaliera, che si è mantenuto in costante contatto con il direttore della struttura complessa di ematologia, il professor Brunangelo Falini. Imbriani aveva compiuto 37 anni domenica scorsa. Per sostenerlo nella sua battaglia contro la malattia, il mondo del calcio si era mobilitato con varie iniziative.
I prmi sintomi della malattia si erano manifestati la scorsa estate proprio durante il ritiro precampionato del Benevento. Cresciuto nel Napoli aveva esordito nella massima serie il 27 febbraio 1994, mandato in campo da Marcello Lippi al 79' della partita Napoli-Cagliari (1-2), ha vestito anche le maglie di Pistoiese, Casarano, Genoa, Cosenza, Salernitana e Foggia. Il 29 novembre 2011 era stato promosso ad allenatore la prima squadra del Benevento.
Ad assistere Imbriani c'era tutta la sua famiglia: i genitori, il fratello Giampaolo e la moglie Valeria. Nelle ultime 48 ore, il professor Falini - che insieme alla sua equipe ha seguito il caso - aveva parlato di "quadro complesso e preoccupante".
Imbriani era stato ricoverato all'ospedale di Perugia nell'agosto scorso in seguito a un linfoma rivelatosi particolarmente aggressivo. Lui e la sua famiglia erano stati subito accolti nel residence del comitato per la vita Daniele Chianelli annesso all'ospedale e da 20 anni impegnato nell'assistenza ai malati e ai loro congiunti.
A dicembre la situazione dell'allenatore era improvvisamente peggiorata. Insieme al fratello, Imbriani aveva rivolto un appello al mondo del calcio per essere sostenuto nella sua lotta. Subito raccolto con diverse iniziative di solidarietà.
 
(15 febbraio 2013)
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Notizie che fanno terribilmente male. Ciao ragazzo.

   

Offline jegue98

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R: Imbriani
« Risposta #1 : Venerdì 15 Febbraio 2013, 09:59:17 »
Che riposi in pace, un forte abbraccio alla famiglia.

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Offline Rupert

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Offline Rupert

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Re:Imbriani
« Risposta #3 : Venerdì 15 Febbraio 2013, 10:29:40 »


RIP   :'(
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Offline Rupert

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Re:Imbriani
« Risposta #4 : Venerdì 15 Febbraio 2013, 10:32:13 »
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Offline MCM

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Re:Imbriani
« Risposta #5 : Venerdì 15 Febbraio 2013, 11:06:00 »
che cosa atroce.

Un pensiero alla famiglia e una preghiera per lui

Offline Eagles71

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Re:Imbriani
« Risposta #6 : Venerdì 15 Febbraio 2013, 12:47:53 »
Che la terra ti sia lieve

 :(
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

Offline DinoRaggio

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Re:R: Imbriani
« Risposta #7 : Venerdì 15 Febbraio 2013, 14:27:21 »
Che riposi in pace, un forte abbraccio alla famiglia.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Offline aquilafelyx

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Re:Imbriani
« Risposta #8 : Venerdì 15 Febbraio 2013, 16:27:47 »
riposi in pace
M'illumino di Lulic

Bajo las águilas silenciosas, la inmensidad carece de significado.


Chi ha paura di perdere non merita di vincere

Offline ammiraglio

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Re:Imbriani
« Risposta #9 : Venerdì 15 Febbraio 2013, 16:51:03 »
addio caro imbriani, mi ricordo perfettamente di te.
riposa in pace.
yeah, i heard that dwight wants me fired. it's just the way it is. you know what? i just don't care, i don't give a damn.
i'll go home and find something to do.

Offline Drenai

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Re:Imbriani
« Risposta #10 : Venerdì 15 Febbraio 2013, 17:10:53 »
riposi in pace.

io ho una pessima memoria, ma mi pare di ricordare che quando esordì in serie A col napoli si diceva che lo facessero giocare perchè era un parente (?) di mastella. qualcun'altro se lo ricorda o vaneggio?
"It's not that I like winning that much, it's that I HATE losing"
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Offline St£fano

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Re:Imbriani
« Risposta #11 : Venerdì 15 Febbraio 2013, 20:20:49 »
Una vicenda che mi ha molto colpito, era una promessa mai sbocciata nel Napoli disastrato di fine millennio, la sua morte mi ha molto rattristato..

Ciao Carmelo..


Citazione
“Una storia incredibile. Il 13 luglio sono in ritiro in Sila con il Benevento, non riesco a dormire la notte. Una settimana dopo violento acquazzone e 40 di febbre: temperatura fissa, un incubo. Resisto, penso che prima o poi passa, ci tengo troppo alla mia avventura da allenatore. Ma il 20 non ce la faccio più. E chiedo alla società di tornare a casa. Mi faccio visitare a Benevento, per due giorni non riescono a capire. Poi la sentenza: broncopolmonite acuta, brutta botta. Ma è solo l’inizio. Dopo un po’ trovano linfomi un po’ ovunque: una bastonata tra testa e collo, la broncopolmonite non era che una conseguenza.
Mi mandano a Perugia, all’inizio non accetto. Fino a quindici giorni prima sei con la famiglia, a mare, senza pensieri. E poi ti crolla tutto. Io neanche sapevo cosa volesse dire chemio. E poi scopri cose assurde per chi ha fatto una vita da atleta. Ti senti debole, cadono i capelli, non sei più tu. Soprattutto: non sai, neanche immagini cosa potrà accadere. E diventa sempre più dura.
Chi mi ha dato forza? Le persone più care, quelle che non ti lasciano mai. Mia madre Concetta si è trasferita a Perugia, non mi ha lasciato un minuto. Il pensiero di avere accanto mio padre Fernando, mia sorella Diamante e mio fratello Giampaolo mi ha dato grande sollievo. Ho metabolizzato tutto, ho messo una bella corazza. E la svolta è stata quando, poco prima di partire per Perugia per la chemioterapia, dicevo a mio figlia: “Tranquilla, papà va a fare gol e torna subito”. E come dimenticare l’affetto di Valeria, mia moglie, che tra un mese mi farà diventare padre per la seconda volta, lo chiameremo Fernando. Prima della mia odissea, ho rischiato di perdere lei e il bambino: queste situazioni ci hanno resi più forti.
Mi hanno telefonato in tanti, gente famosa e meno, i tifosi di tutte le mie ex squadre. Ma ci sono situazioni che ti restano dentro. I cori dei tifosi del Benevento, ogni domenica. La visita del mio presidente Oreste Vigorito a Perugia: si è presentato a sorpresa, tenendomi la mano per un’ora. La lettera di Pino Taglialatela che telefonava ogni sera anche se io avevo voglia di negarmi a tutti.
La chemio procede molto bene, ma so che stiamo parlando di una brutta bestia e che non bisogna mollare di un centimetro. Forse i medici mi daranno presto il via libera per andare a salutare la squadra. Jorge Martinez ha tutta la mia fiducia, facciamo coppia in panchina e anche nel nostro modo di vedere le cose. Il mio sogno è tornare in panchina, tuttavia so che dovrò avere pazienza. Jorge mi chiama tre volte al giorno, mi fa sentire il suo affetto.
Ma io, Carmelo Imbriani, farò gol al destino: l’ho promesso a mia figlia”.
Ser culto es el unico modo de ser libre

Offline Er Matador

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Re:Imbriani
« Risposta #12 : Domenica 17 Febbraio 2013, 04:37:40 »
riposi in pace.

io ho una pessima memoria, ma mi pare di ricordare che quando esordì in serie A col napoli si diceva che lo facessero giocare perchè era un parente (?) di mastella. qualcun'altro se lo ricorda o vaneggio?
Non vaneggi affatto, perché quando Imbriani debuttò si seppe subito che la genealogia ne faceva addirittura il nipote di Mastella.
Eppure la notizia passò in secondo piano, anche negli sfottò dei tifosi, perché il ragazzo legittimava la precoce presenza in campo con qualità importanti.
Persino difficili da comprendere tanto erano in anticipo sui tempi: rileggendolo col senno di poi, e senza particolare piaggeria funeralesca, lo si può considerare una preforma - sia pure meno forte - della Ibra-generation per la capacità di unire forza fisica, velocità e tecnica, doti che allora si tendeva a suddividere fra attaccanti diversi per qualità e caratteristiche.
Il suo debutto avvenne nel corso di un formidabile esperimento di cinismo comunicativo: il Napoli di Boskov.
Squadretta di scarso valore, collocata sulla china che portò a retrocessioni avvilenti e al fallimento, ma gestita dal tecnico di Novi Sad puntando tutto su una preparazione leggera per partire a razzo.
A fine stagione si capì che era tutto fieno in cascina per una salvezza tranquilla, il massimo a cui si poteva puntare: ma sul campo della Juventus, nella fase centrale del girone d'andata, i partenopei andarono con l'obiettivo del temporaneo primato in classifica in caso di vittoria.
Un gioco di prestigio, si dirà, ma l'impatto psicologico e mediatico su una realtà mentalmente non ancora ridimensionata rispetto ai fasti maradoniani fu indubbio.
Al Delle Alpi si concretizzò anche l'apice della sua carriera, coi difensori bianconeri che gridavano n chiaro affanno "Fermate Imbriani": la scarsa dimestichezza con un giocatore fin lì sconosciuto e il suo profilo tecnico atipico per l'epoca, di cui si diceva pocanzi, lo rendevano in effetti immarcabile.
Da lì fu una parabola discendente, come testimoniato dal minore appeal dei club in cui ha militato: colpa, a suo dire, di "falsi amici" dai quali non si era guardato per tempo e che, rivolto ai giovani calciatori di belle speranze, invitava a guardare con la dovuta diffidenza.
Con tutto il pudore necessario quando si ipotizza su risvolti privati di cui non si sa nulla, a me viene spontaneo l'accostamento con Nicola Ventola: entrambi sugli scudi appena maggiorenni, entrambi sfioriti tra problemi fisici e discese di categoria tecnica, entrambi provenienti da famiglie benestanti e senza particolari problemi.
Da quest'ultimo elemento proviene l'ipotesi di chi scrive: è cioè che a tutti e due sia mancata la fame, la cattiveria, la disponibilità a sacrificare tutto per l'affermazione professionale che anima chi punta sul calcio per prendersi rivincite nei confronti della vita.
Una vita, nel loro caso, forse troppo comoda e serena per infondere loro una grinta del genere, senza la quale il talento non basta e non può esprimersi fino in fondo.
Da allenatore esordì in modo del tutto simile, con la fama del raccomandato ancora più in evidenza perché la prima panchina importante arrivava nel feudo dell'illustre zio, vale a dire Benevento.
Anche qui la realtà si stava dimostrando un po' diversa, poiché il club sannita investe da anni su una promozione in B beffardamente sfilata dal Crotone nella finale dei play-off e mai più sfiorata.
Una situazione che di solito fa saltare il banco, costringendo a ripartire dalle serie dilettantistiche: questo per dire che i giallorossi campani non potevano affidare una panchina così delicata sulla base di parentele o referenze di terze parti, ed è quindi verosimile che credessero davvero nelle sue qualità.
Vorrei raccontare qualcosa in più sulla sua carriera di tecnico, e non solo del bellissimo striscione che la tifoseria del Perugia gli ha dedicato nella trasferta pisana con diretta il lunedì sera su Rai Sport: purtroppo non ce n'è stato il tempo.
Che la terra gli sia lieve.