Autore Topic: Saha non si sente part-time (Corriere dello Sport)  (Letto 675 volte)

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Offline Daniela

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Saha non si sente part-time (Corriere dello Sport)
« : Venerdì 8 Febbraio 2013, 15:18:30 »
(Corriere dello Sport)

Saha non si sente part-time



Magia? No, un colpo di scena. L’arrivo di Saha alla Lazio non sarà utile solo a Petkovic, ha aperto un nuovo fronte di mercato. Lotito ha stupito un’altra volta col tesseramento di un attaccante svincolatosi durante la finestra invernale dei trasferimenti e accasatosi (alla Lazio) dopo la chiusura della stessa. S’è scatenato un dibattito giuridico, coinvolge club e dirigenti, avvocati e procuratori, non ha sfiorato la società laziale sicura com’è di aver agito nel rispetto delle regole Fifa e di aver incassato tutte le autorizzazioni necessarie.

L’UTILITA’ - Saha oggi sarà inserito nella lista dei convocati per il match contro il Napoli, domani sera s’accomoderà in panchina, si terrà pronto per esordire in corsa. Potrà essere utile in attesa del ritorno di Miro Klose (due mesi di stop secondo il programma dei medici tedeschi e laziali): «Saha, se è in forma, può fare la differenza», è il pensiero che trapela dallo stato maggiore biancoceleste. E’ una giusta riflessione. Il francese ieri ha effettuato il secondo allenamento a Formello, non è al top fisicamente, conta di entrare in forma entro un paio di settimane, è il primo obiettivo da centrare. Maglia 28 sulle spalle, esperienza internazionale e una scia di successi ad accompagnarlo. Saha è un uomo record: è suo il gol più veloce realizzato in una finale di Fa Cup. Nel 2009 segnò dopo 24 secondi dall’inizio del match contro il Chelsea. E’ la rete più veloce di sempre firmata nel nuovo Wembley Stadium, il francese migliorò il primato fissato da Pazzini in Inghilterra-Italia under 21 (anno 2007). Saha non si sente di passaggio a Roma, vuole conquistare fiducia, proverà a strappare la conferma per la prossima stagione.

L’AIUTO - Ha firmato un contratto sino a giugno, ha scelto la Lazio, ha rifiutato accordi più lunghi. E’ reduce da due stagioni deludenti, è stato frenato da vari problemi: al Tottenham arrivò a gennaio, non riuscì ad ambientarsi, si demoralizzò. Scelse il Sunderland, si scontrò col tecnico O’Neill, non lo considerò titolare. Saha non s’è mai arreso: «Ho sette vite», disse una volta. Vuole rinascere a 34 anni e mezzo. A Roma s’è presentato al meglio: «Sono qui per aiutare la Lazio e per vincere tutto il possibile». S’è messo sotto col lavoro, ha bisogno di mettere benzina nelle gambe. Ha dato l’addio al Sunderland il 30 gennaio, negli ultimi dieci giorni non si è allenato. E’ a corto di fiato, contro il Napoli potrebbe giocare solo uno spezzone di partita. Lo staff tecnico ha messo a punto un programma specifico per metterlo a regime.

IL PERSONAGGIO - «E’ una persona di qualità», l’ha descritto così Lotito. Louis Saha è un ragazzo umile, la gioia per lui è avere «una famiglia felice». E’ simpatico, non perde mai il sorriso. Una volta gli hanno chiesto quale fosse il suo posto preferito: «Amo il mio letto, ma non direi mai cosa faccio», dichiarò ridendo. S’è raccontato spesso in Francia attraverso varie interviste. Ha vinto molto con la maglia del Manchester United, vanta 20 presenze con la Francia, è stato un top player, vuole tornare ad esserlo. «Onestà e spontaneità», sono parte delle sue virtù. I difetti? «Sono molto sospettoso», disse una volta. Si riconosce una qualità su tutte: «Puoi fidarti di me». Ama la musica, in particolare il reggae, il reggaeton, l’R’n'B, è un anti-hard rock, gli piace la creatività. Legge Dan Brown e ha iniziato a scrivere di suo pugno. Ammira un personaggio storico, è Muhammad Alì. Non cambierebbe la sua data di nascita, gli piacere vivere l’epoca moderna: «Francamente preferisco la nostra, prima era molto più difficile. Oggi siamo figli di papà». Ha due eroi: «Mio padre e mia madre, ho grande rispetto per loro e per i miei nonni». E’ pazzo di Denzel Washington, gli piace mangiare il pollo. Nuota, ma non si tufferebbe mai in mare aperto, nel mezzo dell’Oceano. Odia serpenti e millepiedi. E’ sposato, ha due figli, se dovesse andare su un’isola deserta porterebbe la sua famiglia. Non sopporta la disonestà, l’ingiustizia, la povertà, la discriminazione. (Daniele Rindone)

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