La Gazzetta dello Sport
Fernando Muslera compirà 24 anni il 16 giugno. Prima della partenza per il Sudafrica, a Montevideo la madre gli ha organizzato una festa a sorpresaDopo il rinnovo, l’esordio in Sudafrica «Il mio Uruguay? Almeno negli ottavi»
CAPETOWN (Sudafrica) d«Muslera scansate», urlavano tanti tifosi laziali durante la partita contro l’Inter. Muslera non si è scansato, ha parato il parabile (anzi, qualcosa di più) e oggi debutterà in un Mondiale, contro la Francia di Ribery e Anelka. Quando l’Uruguay giocava la sua ultima gara di Coppa del Mondo, in Giappone e Corea nel 2002, il portiere della Lazio di anni ne aveva 16, andava a scuola a Montevideo e giocava nelle giovanili dei Wanderers. Tra pochi giorni, il 16 giugno, Muslera compirà 24 anni e festeggerà sul campo, a Pretoria, dove la Celeste affronterà il Sudafrica, nella seconda partita del gruppo A. Il ragazzo ha fatto strada, anche nella Lazio, con la quale si appena è legato fino al 2015. Curiosità: prima della partenza, la madre ha organizzato per Fernando una festa a sorpresa, una specie di compleanno anticipato.
Oggi Francia Stasera, a Cape Town, Muslera contro i francesi. Non sarà una prima assoluta con la nazionale maggiore, nel senso che Muslera ha accumulato sei presenze, quattro delle quali nelle qualificazioni a Sudafrica 2010, soprattutto le due dello spareggio contro la Costarica. Senza contare la trafila nelle selezioni giovanili dell’Uruguay, le varie Under. Fernando non è digiuno di ribalte internazionali, però il Mondiale è qualcosa di speciale, l’emozione affiora e il portiere laziale cerca di contenerla: «Un po’ d’ansia c’è, ma dobbiamo essere fiduciosi. La Francia è grande, però noi entreremo negli ottavi ». L’Uruguay, in Sudafrica, fa base a Kimberley, località nel centro del Paese, forse la più fredda di tutte quelle che ospitano le varie nazionali. La notte si scende sotto zero. «Qui lavoriamo bene—dice Muslera —, in tranquillità. Passiamo il primo turno e vediamo, perché dagli ottavi in poi nulla è prevedibile. Per me l’Uruguay può fare un grande Mondiale».
Il pallone e i ritardi Come i suoi colleghi, Muslera teme il pallone ufficiale della World Cup 2010, il terribile Jabulani. «È il peggiore che abbia mai visto. È imprevedibile, devi aspettare l’ultimo momento per muoverti, trasforma in trappole i tiri da lontano. Se anticipi i movimenti, rischi di essere fregato dal cambio di traiettoria». Battuta: «Bisogna tenerlo lontano dalla porta, è l’unico rimedio». Ieri Muslera e compagni hanno vissuto un’altra giornata difficile per colpa degli aerei. Da Montevideo la Celeste era partita per l’Africa con mezza giornata di ritardo. Ieri, a Kimberley, nuovo imprevisto: avaria al charter per Cape Town, decollo posticipato di due ore. Jabulani o no, ci penserà Muslera a volare puntuale tra i pali.
SEBASTIANO VERNAZZA