www.gazzetta.itIl tedesco detta il passaggio-gol a Mauri, calcia con precisione e tiene in apprensione la difesa dell’Inter. Milito è un fantasma. Il gesto di un singolo decide una sfida che non offre tanti spunti di bellezzaE’ la vittoria della pazienza e della sincronia. La Lazio e Klose aspettano il momento giusto, soffrono, stringono i denti quando l’Inter spinge e poi piazzano il colpo decisivo, figlio di un perfetto movimento e di un’ottima intuizione. Il tutto sull’asse Mauri-Klose: il primo riceve il pallone, alza la testa, vede lo scatto del tedesco a tagliare in due la difesa dell’Inter e lo serve; il secondo s’incunea tra due nerazzurri, arriva sulla sfera in perfetto orario e con un diagonale di rara precisione la infila alle spalle di Handanovic. E’ il gol che spacca la sfida ed è, anche, un’azione-simbolo che andrebbe studiata nelle scuole calcio. Klose, che aveva già avuto (e sprecato) un paio di occasioni, è intelligente nel capire che, sulla cosiddetta «palla scoperta» (cioè senza pressing da parte dell’Inter), la difesa avversaria non salirà e allora c’è spazio per dettare il passaggio in profondità. Il resto è semplicemente la conseguenza di un movimento ben eseguito.
PERICOLO — Detto che la partita viene «spacchettata» nel secondo tempo, quando l’Inter cambia sistema (passa al 4-4-2) e quando le squadre si allungano, va sottolineato come i centravanti, cioè Klose e Milito, siano lo specchio del gioco proposto. Il tedesco, anche se non in grandissima serata (come testimonia il banale errore davanti a Handanovic poco prima del gol), interviene nella manovra, viene spesso chiamato in causa dai compagni ed è un costante punto di riferimento tocca 45 volte il pallone, ne recupera 1 e ne perde 4, subisce 5 falli e in questo modo la squadra può rifiatare. Milito, invece, tocca meno della metà dei palloni di Klose (soltanto 22), è spaesato, ne azzecca pochissime e, se non fosse per le 3 sponde effettuate, sarebbe da «minimo sindacale». Il tedesco è molto più attivo e reattivo: 1 lancio, 2 cross e 5 sponde. Certo, nei contrasti non è un leone (4 persi e 1 vinto), però con il pallone tra i piedi riesce a farsi sentire: tenta 6 dribbling, ne azzecca 4 e ne perde solo 2. Ciò significa che i difensori dell’Inter devono sempre stare molto attenti quando Klose si mette in moto: il pericolo è dietro l’angolo...
BUIO — In una partita che non verrà ricordata per la raffinata estetica e per il gioco corale, alla fine è il gesto di un singolo a decidere: proprio ciò che è mancato all’Inter, anche se i due legni colpiti da Guarin e Cassano non devono passare inosservati. Il problema è che la squadra non è riuscita a innescare Milito, a metterlo nelle condizioni di calciare in porta a botta sicura. Se il Principe, in un’intera partita, non prova a fare nemmeno un dribbling, è buio pesto.
Andrea Schianchi