Autore Topic: Viva l'Italia...  (Letto 1198 volte)

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Giglic

Viva l'Italia...
« : Mercoledì 12 Dicembre 2012, 07:13:15 »
...l'Italia del 12 Dicembre.


Fregene

Re:Viva l'Italia...
« Risposta #1 : Mercoledì 12 Dicembre 2012, 10:33:50 »
L'Italia con le bandiere, l'Italia nuda come sempre.

Frusta

Re:Viva l'Italia...
« Risposta #2 : Mercoledì 12 Dicembre 2012, 13:04:42 »
E' più aberrante un gesto criminale o uno Stato degno di questo nome che non può (o non vuole) assicurare chi lo compie alla giustizia?
Sono 43 anni che mi pongo questa domanda: ricchi premi e cotillons a chi riesce a darmi uno straccio di risposta.
Per il resto le commemorazioni sono fini a se stesse, quando non vengono strumentalizzate come spesso succede.

ThomasDoll

Re:Viva l'Italia...
« Risposta #3 : Mercoledì 12 Dicembre 2012, 13:35:19 »
Non si pone il problema, Frusta: lo Stato che non vuole è colpevole due volte, ha sulla coscienza l'attentato e l'impunità degli attentatori. Forse, a quanto si è detto in tutti questi anni, in qualità di mandante... non lo Stato italiano, evidentemente, ma entità interne all'apparato.

Frusta

Re:Viva l'Italia...
« Risposta #4 : Mercoledì 12 Dicembre 2012, 14:06:05 »
entità interne all'apparato.
... che magari avranno versato pure lacrime di coccodrillo in occasione di qualche commemorazione

Offline benvolio

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Re:Viva l'Italia...
« Risposta #5 : Mercoledì 12 Dicembre 2012, 14:27:15 »
Oltre che per la sacrosanta memoria delle vittime, il 12 dicembre va ricordato perche' e' una data tragicamente storica per l'Italia. E ovviamente Frusta ha ragione quando ricorda la schizofrenia (o forse la solita criminale ipocrisia) di diverse entita' dello Stato.
Pero' a maggior ragione io il 12 dicembre me lo voglio ricordare, anche perche' serve a ricordare i fatti della Scuola Diaz del 21 luglio 2001 e quelli del giorno prima in Piazza Alimonda a Genova.

ThomasDoll

Re:Viva l'Italia...
« Risposta #6 : Mercoledì 12 Dicembre 2012, 14:27:33 »
niente di più facile.

Fregene

Re:Viva l'Italia...
« Risposta #7 : Giovedì 13 Dicembre 2012, 23:50:09 »

E' stato, quello, il primo clamoroso attentato della storia dell'Italia repubblicana. 17 persone uccise, 85 ferite alcune di queste in modo permanente. Una strage, "la strage di piazza Fontana".
 
Nello stesso momento in cui la banca saltava in aria e molte persone si sbriciolavano, scoppiavano altre 3 bombe a Roma mentre a Milano una quinta rimaneva inesplosa. Quest'ultima, fu successivamente fatta brillare dagli organi inquirenti distruggendo in tal modo elementi probatori di possibile importanza per risalire all'origine dell'esplosivo e a chi avesse preparato gli ordigni. La polizia e l'Ufficio affari riservati indirizzano subito le indagini contro gli anarchici. Dopo lo sgomento iniziale, la percezione di Milano e dell'Italia è che si sta aprendo da subito un periodo buio. L'unica voce che si leva in favore, anzi a discolpa, degli anarchici della Ghisolfa fu quella di Indro Montanelli.
La mattina del 15 dicembre Pietro Valpreda viene arrestato come presunto esecutore, sbattuto in prima pagina. Un mostro, si disse all'epoca.
La stessa notte Giuseppe Pinelli muore precipitando da una finestra della questura durante l'interrogatorio condotto dal commissario Luigi Calabresi: l'inchiesta esclude l’omicidio, ma conferma che fu vittima di un arresto abusivo e violento. Nel maggio del 1972 Ovidio Bompressi uccide il commissario Calabresi, additato a lungo da Lotta Continua, con una campagna sull'omonimo giornale, come responsabile della morte di Pinelli. Dopo tre anni di carcere, Valpreda viene assolto già in primo grado per insufficienza di prove.
In realtà la pista anarchica frana a partire già dal 1971, grazie a una scoperta casuale: ristrutturando una casa a Castelfranco Veneto, i muratori trovano un arsenale nella soffitta di un vicino, che è un neofascista. La svolta fa riemergere dagli archivi la testimonianza dell'insegnante Guido Lorenzon, che subito dopo la strage accusò Giovanni Ventura (un piccolo editore veneto) di avergli confessato le bombe del 12 dicembre ’69, preannunciandone altre "per favorire un golpe".

I magistrati veneti trasmettono gli atti a Milano, dove il giudice D’Ambrosio e i pm Fiasconaro e Alessandrini, poi ucciso da Prima Linea, raccolgono prove contro la cellula padovana di Ordine Nuovo, capeggiata da Franco Freda un editore che aveva militato nel MSI e con molte simpatie neonaziste.
L'istruttoria accerta, tra l’altro, che la valigia con la bomba inesplosa era stata venduta in un negozio di Padova a una persona simile a Freda e che la polizia lo sapeva, ma lo ha nascosto. Sempre Freda ha acquistato una partita di timer identici a quelli del 12 dicembre. Nel '73, dopo l’arresto, Ventura confessa gli altri 21 attentati del ’69, negando solo la strage. Quindi i pm scoprono che "faceva rapporto" a Guido Giannettini, un altro neofascista, ma agente del Sid, scappato poi all’estero con un passaporto dello stesso servizio segreto. Da subito però la Cassazione sposta, per motivi di sicurezza, anzi di ordine pubblico, tutti i processi a Catanzaro. Qui la Corte d’assise infligge l'ergastolo a Freda, Ventura e Giannettini, che in appello e Cassazione sono però assolti per insufficienza di prove. Freda e Ventura risultano colpevoli solo dei 21 attentati preparatori. Condanna definitiva per favoreggiamento anche per il generale Maletti e il capitano Labruna del Sid. Dopo un secondo, inutile processo ai neofascisti Stefano delle Chiaie e Massimiliano Fachini, negli anni '90 il giudice Guido Salvini fa ripartire le indagini da un nome emerso a Catanzaro: a preparare le bombe era un tale Zio Otto, identificato per Carlo Digilio. Rientrato dalla latitanza a Santo Domingo, Digilio si pente e accusa Carlo Maria Maggi, arrestato nel ’97 come mandante, e Delfo Zorzi, presunto esecutore, latitante in Giappone di cui ora è cittadino. Altri testimoni chiamano in causa come basista il milanese Giancarlo Rognoni, già condannato a 15 anni per una bomba sul treno del 1973. In primo grado, nel 2001, la Corte d’assise infligge tre ergastoli. Ma in appello, nel 2004, i nuovi giudici scagionano Rognoni con formula piena e assolvono Zorzi e Maggi. Nelle motivazioni Digilio è considerato attendibile quando accusa se stesso, ma non credibile contro Zorzi e Maggi, rimarcando il grave ictus che nel '95 ne ha compromesso la memoria e denunciando l’oggettiva influenza dei suoi colloqui con i carabinieri. La stessa sentenza considera pienamente attendibili i nuovi testimoni, dall’elettricista Tullio Fabris all’ex fascista di Ordine Nuovo  Martino Siciliano, che inchiodano Freda e Ventura alle loro responsabilità per la strage. Tutto inutile, però. E a 39 anni di distanza le vittime di piazza Fontana sono ancora senza giustizia. Nessun colpevole.

Questo il verdetto anche della corte di Cassazione che nel 2005 ha respinto il ricorso della Procura generale di Milano e delle parti civili (perché c'è ancora chi dopo 43 anni che chiede giustizia!), confermando pienamente la sentenza assolutoria per i tre imputati principali: Carlo Maria Maggi, Delfo Zorzi e Giancarlo Rognoni. È maturata la prescrizione invece per Stefano Tringali, colpevole di favoreggiamento nei confronti di Zorzi, la cui pena in appello era stata ridotta da tre anni ad un anno. Il solo colpevole teorico, non punibile per prescrizione, secondo la sentenza confermata dalla Cassazione, è Carlo Digilio: l’unico terrorista pentito di Ordine nuovo. Di fatto la giustizia dello Stato non è riuscita a ottenere neppure una condanna per l’eccidio che ha segnato l’inizio del terrorismo politico in Italia.
In pratica la Corte di Cassazione ha confermato la responsabilità di Freda e Ventura in ordine alla strage che fu organizzata da "un gruppo eversivo costituito a Padova nell'alveo di Ordine Nuovo" e "capitanato da Franco Freda e Giovanni Ventura".
Il giudizio ha quindi un valore di sola condanna morale, poiché i due fascisti imputati sono già stati assolti irrevocabilmente dalla Corte d'assise d'appello di Bari; quest'ultima li ha condannati "solo" per le bombe sui treni...

Giovanni Ventura è morto a Buenos Aires nel 2010. Franco Freda, dopo qualche tentativo elettorale di scarso rilievo, appare ogni tanto qua e là scrivendo sul giornale Libero dove cura la rubrica l'Inattuale.

Giglic

Re:Viva l'Italia...
« Risposta #8 : Venerdì 14 Dicembre 2012, 06:37:01 »
Grazie, Fregene.

La sentenza non ha escluso l'omicidio, ma il fatto che qualcuno l'abbia "buttato di sotto". Questo perchè la caduta fu "a corpo morto", e non "lanciata" (il corpo stacco un pezzo di cornicione, addirittura, cadendo). Quella toga rossa di D'Ambrosio assolse infatti Calabresi.
Il commissario, che già conosceva Pinelli, era convinto di un teorema, ossia che i mandanti fossero i neofascisti, ma la manovalanza fosse anarchica. E sapeva benissimo che Pinelli non c'entrava nulla, ma sperava che conoscesse qualcuno o sapesse qualcosa. Purtroppo quel pomeriggio Calabresi non era in quella stanza, e il tipo di interrogatorio fatto a Pinelli (magari con forti violenze psicologiche, una finestra aperta il 15 dicembre a Milano certo non è una cosa naturale) ne ha forse causato il suicidio. Di sicuro fu vergognoso l'attacco a Calabresi: non uno stinco di santo - tutt'altro - ma un poliziotto integerrimo ed appassionato del suo lavoro. Io non credo alla colpevolezza materiale di Sofri, ma a quella morale si. Ed il fatto che ci sia ancora (Ferrara e Liguori in primis, Repubblica che lo fa scrivere in secundis) chi lo ascolta mi preoccupa. E' molto più serio Curcio, con i suoi eloquenti silenzi.
Che poi abbiano voluto coprire i veri colpevoli, e tutte le considerazioni di Frsuta TD e benvolio, è sacrosanto. Io volevo solo ricordare come sia stata quella (e non altro) l'inizio del periodo del terrore in Italia. 43 anni fa riscoprimmo la paura "politica".

Fregene

Re:Viva l'Italia...
« Risposta #9 : Venerdì 14 Dicembre 2012, 09:26:08 »

Grazie a te, Giglic per aver letto.  :D

Io non sono affatto d'accordo quando si considera la Strage di Piazza Fontana come l'inizio di un'escalation terroristica in Italia. Perché prima di quel terribile 12 dicembre, di stragi, di attentati e di morti ammazzati in Italia ne avevamo già abbastanza. Eppure, per un motivo a me ignoto, quella data ha segnato per sempre la nostra memoria, mentre altri eventi tragici (penso a Portella delle Ginestre o ai morti di Reggio Emilia, Avola o di Battipaglia) li abbiamo consegnati all'oblio.
Piazza Fontana è certamente l'azione più feroce che la Reazione adotta contro il Movimento Operaio e contro le azioni riformatrici dell'epoca; ricordiamoci che da lì a poco lo Statuto dei Lavoratori avrebbe visto la luce.
Ma è soprattutto una strage che per le complicità dei settori torbidi dello Stato, che copre per decenni gli esecutori neofascisti, diventa alla fine il paradigma del terrorismo finendo poi per essere adottata, come l'emblema della Reazione, da parte di alcuni settori del terrorismo di stampo brigatista. Una delle frasi ricorrenti da parte dei cosiddetti pentiti è "C'era stata la Strage di Piazza Fontana e in qualche modo dovevamo rispondere...".

Per questo io credo che si tratti senz'altro di un evento tragico e catastrofico per il nostro Paese, ma non l'inizio di una Reazione che aveva già dimostrano decenni prima di quali azioni fosse capace.

Giglic

Re:Viva l'Italia...
« Risposta #10 : Venerdì 14 Dicembre 2012, 10:30:57 »
Quelli che tu hai citato erano secondo me, nella loro crudele esecuzione, atti isolati. Piazza FOntana è stata l'inizio di un qualcosa di organizzato. Io non sono complottista, e credo che lo stato abbia prevalentemente colpe di inettitudine, più che di correità (che magari ci sarà anche stata, ma non a livello strutturale). Il che è ovviamente peggio. I cattivi ogni tanto si riposano, gli stupidi mai.