www.gazzetta.itAlle 18 la sfida contro la Lazio è un viatico per il dentro o fuori di martedì con il Chelsea: Conte non fa turnover (ma è senza Pirlo e Vucinic), Petkovic chiede conferme dopo il derby e rispetto ai bianconeri ha un top player in piùLa prova d’ammissione e la prova del nove. Juventus-Lazio, anticipo delle 18 della 13ª giornata di serie A, è tutto questo. Per la capolista la prova d’ammissione alla sfida col Chelsea di Champions League di martedì prossimo: primo crocevia dentro/fuori della stagione. Per la Lazio, dopo il successo nel derby, la riprova: per capire se può ambire ad un campionato di vertice, con vista sull’Europa, magari quella che conta di più, quella che mette in palio la coppa con le grandi orecchie.
CASA JUVE — Dopo il cazzotto nello stomaco incassato contro l’Inter, la squadra di Conte si è subito ripresa: niente di meglio che rifilare 4 reti al Nordsjaelland in coppa e addirittura sei al Pescara in campionato, per dimenticare le ammaccature post derby d’Italia. Tra l’altro la vittoria dell’Atalanta sull’Inter ha permesso ai bianconeri di tornare a +4 sulla squadra di Stramaccioni. Ma arrivare alla sfida con i Blues con un risultato negativo alle spalle, nella testa e in classifica, sarebbe pesante. Perché la Juve l’ammissione alla gara di coppa l’avrebbe comunque, di diritto, ma aggiungerebbe pressione a pressione. Invece vincere contro un avversario di rango significherebbe arrivare nelle migliori condizioni mentali alla sfida più importante. Per questo Conte non si fa tentare dalla tentazione turnover. Per questo schiera la sua miglior formazione possibile. Perché il campionato non ammette rallentamenti. E perché è il caso di farle, le prove di coppa. Manca Pirlo, squalificato. Gioca Pogba, perdonato. Per i ritardi agli allenamenti che gli erano costati la convocazione di Pescara. Gioca Quagliarella, cannoniere bianconero di campionato con sei centri. Vucinic, che ancora non è rientrato dopo la contusione patita con l’Inter, resta fuori per influenza. Sarebbe probabilmente partito comunque dalla panchina. Gioca una squadra che ha certezze di cemento: miglior attacco del campionato, con 29 gol segnati, e miglior difesa, a pari merito con Napoli e Fiorentina, con solo 9 reti subìte. La Juve ha anche un ricordo felice, cui appigliarsi. Nella scorsa stagione la gara con la Lazio fu sportivamente drammatica, ma con il lieto fine. Una miriade di occasioni create e non sfruttate, e il gol all’82’, su punizione, di Del Piero per il 2-1 finale, a scongiurare la beffa di un risultato altrimenti bugiardo. Il gol che, col senno di poi, si sarebbe dimostrato decisivo in chiave scudetto.
CASA LAZIO — La sbornia da derby vinto è felicemente smaltita. Ora va superata la prova del nove, la riprova. Quella più complicata. Petkovic ha chiesto ai suoi una prestazione migliore di quella dell’Olimpico, per provare il colpaccio. Petkovic che non ha a disposizione gli squalificati Lulic e Mauri, sostituiti da Radu e Brocchi. Ma che ha pronto Klose, il centravanti d’area di rigore che la Juve non ha. Il tedesco alla Juve non ha mai segnato, ma le 7 reti in campionato parlano per lui, una volta di più: è il pericolo numero uno per Buffon e compagni. Petkovic, che come Conte, ha un centrocampista sudamericano implacabile in zona gol: quella tra Hernanes e Vidal è una sfida nella sfida. Lazio che ha Candreva carico come una molla: dopo il gol alla Roma per lui è arrivata pure la presenza da titolare per l’Italia, nell’amichevole persa con la Francia. Lazio che ha tanta voglia di sognare, persino un qualcosa di proibito dalla logica, allo Juventus Stadium. Ma, parola di Hernanes, dopo l’impresa dell’Inter nell’ultima uscita interna di campionato della Juve, sognare il colpaccio è diventato un po’ meno impossibile.