Scusate la domanda, magari se ne è già parlato ed io non ricordo, ma ho bisogno di sapere se questo articolo corrisponde a verità. Grazie.
http://archiviostorico.corriere.it/1995/maggio/27/Testaccio_storia_laziale_che_giocare_co_10_9505271670.shtmlTestaccio, storia di un laziale che va a giocare con la Roma
Tutta la famiglia di Luigi Di Biagio, il centrocampista acquistato dai giallorossi, tifa biancoceleste
TITOLO: Testaccio, storia di un laziale che va a giocare con la Roma. -di GIUSEPPE TOTI
A immaginarla una cosa cosi' . Uno che nasce laziale a Testaccio e un giorno si ritrova a dover giocare con la maglia della Roma. E una sfiga doppia, il destino che infierisce, una cosa che non si crede. Luigi Di Biagio ricordera' ancora il giorno in cui disse che non avrebbe mai messo quella maglia, che non se la poteva permettere. Perche' la maglia lui ce l' aveva gia' , ed era la sua pelle, che era degli stessi colori della Lazio: bianco e celeste. Ora Di Biagio e' un po' cresciuto, ha 24 anni, gioca nel Foggia, ma e' stato appena comprato dalla Roma. A Testaccio lo aspettano per guardargli il viso e poi sorridergli. Ogni giorno al mercato, lungo i marciapiedi di via Giambattista Bodoni, incrociano suo padre, Mario, il capofamiglia dei laziali. Lo abbracciano, gli danno due pacche e poi, seri, gli dicono che con Luigi l' anno prossimo si vincera' lo scudetto. E una perfidia che non fa male. E poi a casa Di Biagio, in via Bodoni, si consolano pensando che il figlio famoso lo riavranno vicino, nel posto dov' e' nato. Testaccio ha buoni profumi. Qui non si tifa Roma perche' Testaccio e la Roma sono molto di piu' : sono la stessa cosa. I profumi migliori arrivano di mattina presto dal mercato, dove ieri la mamma di Di Biagio, Fedora, ha scoperto che e' piu' difficile scegliere certe risposte che non la roba per il pranzo. "Noi non sappiamo niente. La famiglia e' sempre l' ultima a sapere". Nessuno le crede. Ma tutti fanno finta. In realta' gia' sanno, e gia' vedono Luigi con la maglia della Roma, lui cresciuto con la Lazio e dentro la Lazio. "Comincio' come per tanti altri ragazzi . racconta il padre . C' era una leva di giovani calciatori al campo Massimo, all' Eur. Portai Gigi, che fu preso. Il resto si puo' immaginare". Piazza Santa Maria Liberatrice e' il ritrovo. Le panchine sotto gli alberi, le pizzerie intorno, il teatro, le fontanelle. Il 24 aprile, il giorno dopo il derby vinto dalla Lazio per 2 a 0, in quest' edicola di romanisti e' apparso uno striscione attraverso il quale potevi capire tutto: "Noi vinciamo sempre". Di Biagio e' arrivato anche in serie A con la Lazio, allenatore Materazzi, partita contro la Juve. Non aveva diciotto anni e non sapeva ancora che la Lazio lo avrebbe mandato via. Giocava con Biagioni, con lui adesso nel Foggia, con Manetti, che invece sta a Verona in serie B. Di Biagio, anche se bravo, era chiuso. E quelli chiusi finiscono sempre lontano da casa. Tre anni a Monza, poi il Foggia, di nuovo la serie A. E poi la nazionale, una sola convocazione pero' . La Lazio, vendendolo, ha guadagnato 100 milioni. Oggi Di Biagio vale 60 volte di piu' , forse 70. E anche la Lazio ha cercato di riprenderlo, soffocando nel dolore per l' errore commesso. Ma la Roma e' stata piu' brava, piu' brava anche del Parma, la terza squadra che gli e' stata dietro. Testaccio ha buoni profumi e tanti rumori. Quando torna, Di Biagio fa il giro degli amici, passa al bar dove non ci sono piu' i flipper, qualche volta si fa vedere all' oratorio. Ma ciascuno dentro di se' sa che niente e' come una volta. Di Biagio presto tornera' per non muoversi piu' . Potra' andare al cinema, in una delle tre sale di prima visione attaccate alla chiesa. Oppure ad ascoltare il jazz in qualche locale non lontano dal cimitero inglese. A piazza Santa Maria Liberatrice, sulle panchine sotto gli alberi, ora ci sono altri ragazzi che forse Di Biagio nemmeno conosce. Ragazzi che parlano di pallone, che si chiedono se e' piu' carina la bionda di via Della Robbia o la mora di via Rubattino. D' estate, a Testaccio, certe notti sembrano vuote e volano via. Quante notti cosi' . A raccontarle tutte.