Grande resistente anche lui (nelle file "bianche", mi sembra dirigente della brigata Osoppo, ma vado a memoria), era un uomo che aveva una visione e che ha provato in tutti i modi - anche non leciti - a realizzarla. In questo è figlio di quel tempo e di quella generazione piena di speranze e fiducia nel futuro che è stata quella post seconda guerra mondiale. Gli diedero l'AGIP (uno dei vecchi carrozzoni fascisti) con l'obbligo di liquidarla. Lui, grazie al metano che si trovò in Italia, ne fece un colosso tale da dar fastidio - e lo voleva dare, questo forse l'unico suo vero errore "industriale" - alle famigerate sette sorelle. Montanelli racconta che quando gli fu assegnata l'inchiesta sull'ENI (pochi mesi prima che Mattei si schiantasse) portò i risultati dell'inchiesta al suo direttore (era Missiroli, se non sbaglio, al Corriere della Sera) dicendo: "se pubblichiamo questa roba perdiamo la pubblicità dell ENI. Che facciamo?". La "roba" fu pubblicata ela pubblicità persa. Diceva che il petrolio dell'ENI - poco e di pessima qualità - serviva a Mattei per finanziare l'estrazione di metano, e che con questa battaglia si era isolato dal trust mondiale dell'energia, pur avendo indbbuamente il merito di aver reso l'Italia meno dipendente dagli "yankee" (come direbbe MCM
). Venne chiamato l'"incorruttibile corruttore". Lui non rubava, ma pagava chiunque gli serviva ("I partiti - disse una volta - li uso come uso il taxi: pago per andare dove mi serve").
Io non credo all'assassinio, ma di certo in pochi, tra quelli che contavano veramente nel mondo, avranno pianto.