CAPOCANNONIERI Crespo lultimo laziale a vincere la classifica
ROMA - Klose sulle orme dei grandi bomber
della Lazio. Lultimo capocannoniere (parziale)
della squadra biancoceleste era stato Mauro
Zarate, in testa alla classifica marcatori con 6 gol
dopo 5 giornate nel campionato 2008/09.
Largentino, però, non è mai stato un
finalizzatore. Lultimo grande bomber della Lazio
era stato Hernan Crespo, acquistato da Cragnotti
subito dopo lo scudetto. Nella stagione 2000/01
si laureò capocannoniere della serie A con 26
gol. Prima dellargentino, gli anni Novanta erano
stati segnati dai gol a raffica di Beppe Signori.
Lattaccante bergamasco per tre volte (nel 93, nel
94 e nel 96) salì sul trono dei cannonieri della
serie A. Prima ancora bisogna risalire alla
stagione 1978/79, quando Bruno Giordano mise
in fila tutti e si piazzò primo in classifica
marcatori con 19 gol. E non si trattava di una
Lazio stellare. La banda Maestrelli, campione
dItalia nel 74, venne trascinata dai 24 gol del
capocannoniere Chinaglia. Imprese precedute
soltanto dalle prodezze dellattaccante italiano più
forte di tutti i tempi. Il laziale Silvio Piola
capocannoniere della serie A nel 1936/37 con 21
gol e nel 1942/43 con altrettante reti.
Il tedesco continua a trascinare la Lazio a suon di gol: con sei
centri in serie A ha agganciato Cavani in testa alla classifica
marcatori, ma senza tirare rigori
di Fabrizio Patania
ROMA - Campione di fair play, signore del gol, anzi principe. Kaiser Klose ha
raggiunto Cavani e comanda la classifica dei marcatori di serie A. Ha realizzato gli
stessi gol (6), ma rispetto al Matador uruguaiano che per due volte è andato a segno
dagli undici metri, il tedesco ha bucato la rete soltanto su azione. Niente rigori. In casa
Lazio i penalty spettano a Hernanes e Ledesma. Miroslav eccelle in movimento,
suggerisce il passaggio e manda in porta anche i compagni. Finalizzatore straordinario
con lintelligenza di un centrocampista e un fisico difficile da spostare. Si mette sempre
nella posizione migliore Klose, protegge il pallone e appena gli arriva, riesce a puntare
la porta oppure a scaricarlo per favorire gli inserimenti. Ha un
senso del gioco che appartiene soltanto ai fuoriclasse. E
continua a trascinare la Lazio, non soltanto la Germania del
ct Loew, di cui è il simbolo. E arrivato ad un passo da Gerd
Muller, leggenda del calcio tedesco. Gli basta un gol per
raggiungerlo, due per superarlo e diventare lattaccante più
prolifico di sempre nella storia della nazionale. Ma non cè
solo questo primato nel mirino.
TRONO - Nella stessa misura in cui Cavani è il terminale del Napoli, Klose sta
diventando luomo squadra della Lazio. Sette gol in dieci partite compresa lEuropa
League, viaggia a medie superiori rispetto alla passata stagione, quando aveva
abbagliato tutti nel girone dandata. Allottava giornata, nello scorso campionato, era
andato a segno quattro volte. E il capocannoniere era Di Natale con 6 reti. Da quattro
anni la Lazio non aveva un attaccante in testa alla classifica marcatori: lultimo era
stato Mauro Zarate. Appena sbarcato a Formello, sotto la guida di Delio Rossi,
largentino riuscì a realizzare sei gol nelle prime cinque giornate, ma chiuse quel
campionato arrivando soltanto a quota 13. Per trovare un autentico bomber, bisogna
tornare indietro sino alla stagione post-scudetto per trovare Hernan Crespo.
CARRIERA - Chissà se e quanto durerà Miro Klose e in prospettiva diventerà
fondamentale non stressarlo di partite, dargli il cambio con Floccari e Rocchi,
consentirgli di allenarsi bene e non giocare ogni tre giorni. E il valore aggiunto della
Lazio, uno dei giocatori più forti della serie A e non solo. Ecco perché Petkovic lo deve
custodire e sfruttare al top della condizione, limitando i rischi di infortuni. Con la
zampata di sabato sera al Milan, Klose ha realizzato il suo duecentosettantesimo gol
in carriera. Sono 19 in 35 presenze di campionato con la Lazio. Nel giugno 2011
aveva lasciato la Bundesliga dopo aver segnato 121 volte con le maglie di
Kaiserslautern, Werder Brema e Bayern Monaco. A cui bisogna aggiungere 22 reti in
Coppa di Germania, ovviamente i 67 realizzati in nazionale, e quelli nelle Coppe
europee: 15 in Champions, 4 in Europa League con la Lazio, 10 nella vecchia Uefa.
Linizio della carriera, prima di esplodere in Bundesliga, era stato caratterizzato dai
suoi primi gol nella Lega Regionale tedesca con lHomburg e con la seconda squadra
del Kaiserslautern. Il totale fa 270 in 653 partite. Una carriera in cui Klose sè rivelatoun attaccante al servizio della squadra, un vero e proprio regista offensivo: non solo
gol, ma anche 138 assist. Numeri da fuoriclasse, cifre che raccontano e spiegano la
grandezza del centravanti tedesco, campione di fair play con lhobby della pesca e una
cura minuziosa del suo fisico. Dopo ogni sforzo, storia conosciuta, si immerge in una
vasca di ghiaccio per conservare i suoi muscoli. Conservate Ice Klose, porterà la Lazio
verso un sogno.
Hernanes a mille «E il mio anno»
di Daniele Rindone
ROMA - Da uomo di classe a fuoriclasse: «La
mia carriera inizia questanno, dissi così ai miei
compagni ad inizio stagione» . Era un
avvertimento, non solo una rivelazione estiva da
spogliatoio. Parla da Profeta, è il suo anno.
Hernanes ha ricominciato da zero, è rinato più
forte, da centrocampista, nel ruolo che laveva
consacrato. Regia e fantasia, bussola e corazza,
genio e dinamite, voracità dinamica, gol a raffica.
E stato bravo Petkovic
ad assecondarlo, a
chiedergli ma tu dove
preferisci giocare???. A
centrocampo, ha
risposto il Profeta
perché sapeva cosa
chiedere alla sua
nuova vita. Vlado ha
forgiato un Hernanes nuovo, tuttocampista di
scuola brasiliana e mitteleuropea, mezzala e
regista offensivo, sempre fedele ai sacri equilibri.
Questione di gusti, di moduli, di necessità: Reja
lo avanzò, Petkovic lha arretrato assecondando
caratteristiche e desideri tecnico-tattici.
LESPLOSIONE - Si può dare di più, sempre. E
un Hernanes mai visto, recupera, appoggia,
strappa palloni, li confeziona, li trasforma in
assist, inventa e segna più dellanno scorso. E un
Hernanes scatenato, convinto, determinato.
Fantasia creativa, è questo il suo nuovo calcio.
Nei primi due anni italiani non era mai stato così
continuo, in campo spesso sassentava, latitava,
di quel brutto anatroccolo non ha più nemmeno il becco. Ora è un fuoriclasse
continuo, rappresenta levoluzione della specie talentuosa, sprizza gioia e grinta da
tutti i pori. Ha parlato al termine del match col Milan e dal Brasile, tramite
globoesporte.com , sono rimbalzate altre dichiarazioni: «Grazie a Dio le cose stanno
accadendo così come avevo pianificato. Parlando con i miei compagni ho detto che
era arrivato il momento di ottenere risultati importanti nella mia carriera. Era il tempo
ideale per rendermi conto che le cose che ho sempre
sognato e preparato dovevano essere conquistate» .
Hernanes è la chiave della Lazio vincente: «Stiamo
crescendo, la cosa più importante è mantenere questo ritmo,
questa regolarità di gioco, scendere in campo con voglia di
vincere» . Ha mimato la culla dopo il gol: «Era per mia nipote
Melissa, figlia di mio fratello» . E su Twitter ha gridato forza
Lazio: «Felice per la vittoria e per aver segnato» .I NUMERI - Genio e dinamite, ecco il nuovo Hernanes. Cinque gol in otto partite di
campionato, è vicecannoniere alle spalle di Klose e Cavani. Cinque gol, è a meno tre
reti dalle marcature fatte registrare lanno scorso, si fermò a quota 8. Cinque gol e
mancano ancora 30 partite, ripunta il record di Nedved (11 reti in serie A), lo eguagliò
nel 2010-11, può superarlo questanno. Profeta e talismano, ecco chi è Hernanes. Fu
sedotto e abbandonato dal Milan nei tempi che furono, ai rossoneri ha rifilato due gol
(uno nel febbraio scorso, uno sabato sera) e non si è mai fatto battere quando li ha
sfidati. Hernanes non è solo un portafortuna, il destino lui lo decide senza chiedere
aiuti divini. Il ritornello si conosce: quando segna, si vince. Gli ultimi 16 gol realizzati in
campionato hanno regalato 16 vittorie. La storia si conosce, è trita e ritrita: lultima rete
che non ha portato il successo, sempre in serie A, risale al 6 febbraio 2011,
allOlimpico si giocava Lazio-Chievo (1-1). Da allora ogni gol ha portato tre punti.
Sedici reti vincenti firmate in campionato dal 20 febbraio 2011 (Lazio-Bari 1-0) sino a
sabato (Lazio-Milan 3-2). Sedici capolavori, espressione artistica della fantasia
moderna. Difficile immaginarlo più forte di così, ma Petkovic lo fa.
Ansia Marchetti oggi la verità
ROMA - La Lazio è in ansia per Federico
Marchetti. Il portiere di Bassano del Grappa sè
infortunato alla fine del riscaldamento ed è stato
costretto a saltare la partita con il Milan. Ha
avvertito una fitta ai flessori della coscia destra.
Non andrà ad Atene e salterà la trasferta di
Europa League per affrontare il Panathinaikos.
Petkovic è stato chiaro in proposito e ha cercato
di seminare ottimismo per gli impegni successivi.
In realtà è molto difficile che Marchetti possa
essere impiegato domenica prossima al Franchi
contro la Fiorentina. Si teme uno stiramento.
Oggi sono previsti gli esami clinici alla Paideia e
soltanto allesito della risonanza magnetica di
controllo lo staff medico
potrà sbilanciarsi sui
tempi di recupero. Ieri
si potevano soltanto
formulare delle ipotesi:
Marchetti potrebbe
cavarsela con due
settimane di stop,
Petkovic spera che
riesca a recuperare più in fretta. Tutti hanno guardato avanti
e pensato al calendario: domenica prossima cè la Fiorentina, mercoledì 31 si
presenterà il Torino allOlimpico, poi la squadra biancoceleste affronterà la trasferta di
Catania e infine il derby con la Roma. Nel mezzo anche le due sfide con il
Panathinaikos, che certamente Petkovic lascerà a Bizzarri, titolare anche con il
Maribor prima della sosta.
SCARFAGNA - Un anno fa, allinizio di dicembre, Marchetti sera stirato alla coscia
sinistra durante la partita di Lecce: rientrò a Siena dopo un mese di stop ed essere
stato sostituito in lista Uefa dallargentino Carrizo. Per autorizzare il cambio di un
portiere il regolamento europeo prevede che sia certificato almeno un mese di stop.
Cè nella Lazio la convinzione che questo infortunio sia meno grave di quello riportato
da Marchetti nella stagione passata e sostituirlo in lista Uefa significherebbe certificare
la sua assenza anche in campionato per un mese. Non è il caso di pensarci e gli
esami clinici di oggi dovrebbero allontanare questa ipotesi. Peraltro Tiziano Scarfagna,
numero uno della Primavera, sabato è tornato a difendere la porta (contro il Lanciano)
della squadra di Bollini e verrà convocato da Petkovic per la trasferta di Atene, dove
troverà posto in panchina.
EX LIONE - Oggi riprenderanno gli allenamenti a Formello e il tecnico di Sarajevo
aspetterà notizie relative a Ederson. Il brasiliano si era fermato per una contrattura agli
adduttori della coscia sinistra durante la partita con il Maribor. Ha saltato la trasferta di
Pescara e ha ripreso ad allenarsi una settimana fa, ma dopo qualche giorno ha
avvertito nuovi fastidi ed è stato costretto a rallentare i tempi di recupero. Niente Milan.Oggi verrà sottoposto ad accertamenti clinici ed è molto difficile ipotizzare un suo
impiego ad Atene, dove mancheranno Rocchi, Brocchi e Stankevicius, fuori lista Uefa.
FLOCCARI - Petkovic dovrà organizzare un turnover ragionato e senza stravolgere
lassetto della Lazio. Verrà convocato Stefan Radu, a cui manca però il ritmo partita
per giocare dal primo minuto. E presumibile limpiego di Ciani dallinizio per fare il
cambio a Biava, Cavanda (o Scaloni) sono in preallarme per sostituire Konko. Un
turno di riposo verrà concesso a Klose. Dovrebbe toccare a Floccari, che aveva
sfruttato loccasione con il Maribor. Cana e Onazi si candidano per il centrocampo, ma
lassortimento del reparto è ancora tutto da studiare e da decifrare.
LA PROSSIMA AVVERSARIA IN CAMPIONATO Domenica una
Fiorentina decimata
Roncaglia e Pizarro squalificati,
Montella deve ridisegnare la squadra
Dallinviato
Alberto Polverosi
VERONA - Le buone notizie per la Lazio arrivano anche nella giornata in cui riposa.
Dopo la vittoria sul Milan, col terzo posto e con lo svantaggio ridotto a un solo punto
dal Napoli, da Verona sono piombate sulla Capitale due notizie di segno positivo:
domenica prossima la Fiorentina non potrà schierare Facundo Roncaglia né David
Pizarro, tutte due ammoniti (il primo per una entrata dura, il secondo per un fallo di
mano), tutte due già diffidati e di conseguenza tutte due squalificati contro la squadra
di Petkovic.
CON SAVIC - La sostituzione del difensore argentino è quasi automatica, al suo posto
giocherà il montenegrino Savic, preso dal Manchester City nellambito del
trasferimento di Nastasic in Inghilterra. Savic ha già debuttato nella Fiorentina contro il
Bologna, quando lo squalificato era Gonzalo Rodriguez, il difensore centrale del trio
viola. Allora Montella aveva schierato Roncaglia, Tomovic e Savic da destra a sinistra.
Stavolta, lasciando Gonzalo al centro della difesa, potrebbe toccare a Savic spostarsi
a destra con la conferma di Tomovic a sinistra. Lalternativa al giovane difensore
montenegrino è legiziano Hegazy che parte però in posizione arretrata.
DUBBIO CENTRALE - Più complicata la sostituzione di Pizarro. Quando il cileno è
mancato (per infortunio) contro il Bologna, Montella ha tolto anche Romulo così che le
novità a centrocampo erano due: Olivera e Mati Fernandez. Tutte due sono in corsa
per prendere il posto di Pizarro contro la Lazio, ma non sono gli unici. Accanto a Borja
Valero, che tornerà unico regista della squadra (contro il Bologna, senza dividere la
responsabilità della manovra con Pizarro, ha giocato una bellissima partita), possono
entrare Olivera, Mati Fernandez o Migliaccio. Più difficile che Montella faccia partire
Aquilani (ormai recuperato) dal primo minuto. Lex romanista/ milanista andrà in
panchina dopo aver giocato solo un quarto dora (con assist per Jovetic) nella prima
gara di campionato contro l'Udinese. La scelta dipenderà dall'impostazione che il
tecnico viola vorrà dare alla gara: Migliaccio gli è utile per la corsa, per dare un
sostegno dinamico a Borja Valero; Olivera per accentuare la fase di creazione del
gioco; Mati Fernandez (il più talentuoso dei tre) per dialogare sullo stesso piano di
Jovetic.
IL RECUPERO TOTALE DI BROCCHI PUO DIVENTARE
D E C I S I V O
di Fabrizio Patania
ROMA - Due indizi non fanno una prova, ma sono sufficienti per cominciare a
interrogarsi in prospettiva. Quando la Lazio è crollata a Napoli, non giocava
Gonzalez, bloccato da un lieve infortunio. E sabato sera allOlimpico, quando
Petkovic ha richiamato luruguaiano in panchina perché esausto, il centrocampo
della Lazio si è scollato, ha perso scatto e vivacità: non riusciva più a ribaltare
lazione, subìva la manovra del Milan. Tutto non può dipendere da un solo
giocatore, è ovvio, ma la rapidità di Gonzalez, la sua capacità di movimento e di
avventarsi sul pallone, rappresentano una caratteristica quasi unica nel reparto.
Cana è un centrocampista di interdizione e di rottura, inadatto a muoversi sulla
linea dei quattro a ridosso di Klose: appena entrato, si è abbassato?? accanto a
Ledesma. Era uscito anche Mauri, che già nel primo tempo aveva lasciato la
fascia sinistra per andare a occuparsi stabilmente di De Jong. In pochi istanti la
Lazio ha perso densità a metà campo e venti metri secchi. Petkovic lha
ridisegnata con il 4-4-1-1, ma Hernanes (nellantico ruolo disegnato da Reja) sè
ritrovato ai margini del gioco e Klose (stanchissimo) non ne aveva più per
ripartire, stesso discorso per Lulic poco coperto da Cavanda, entrato con molta
difficoltà in partita. La Lazio, con la forza del carattere, ha portato in fondo e
difeso il suo successo, suscitando qualche riflessione. Perché non sempre i
quattro titolari del centrocampo (Mauri, Candreva, Hernanes e Gonzalez) più
Ledesma potranno giocare con questa intensità, senza cali di condizione o
possibilità di rifiatare. Cosa succederà più avanti? Diventa fondamentale il
recupero totale di Brocchi, impiegato nel finale da Petkovic. In pochi minuti lex
milanista ha dato buone sensazioni. Come passo e saggezza tattica è lunico a
poter sostituire Gonzalez senza che lassetto della Lazio ne risenta, ma non
gioca da un anno e bisognerà concedergli tempo. Lo stesso Onazi (più centrale
che interno) andrà accompagnato con prudenza nel suo percorso di crescita.
Prematuro affidargli responsabilità pesanti. Il mister di Sarajevo studia per
accelerare lintroduzione di quello che ha definito il piano B. Nel momento in cui
mancassero uno o più titolari, la Lazio bellissima di queste settimane
rischierebbe di perdersi. Ederson vero centrocampista è da verificare, Radu può
liberare Lulic, Konko interno potrebbe essere la sorpresa. Si deve poter
cambiare assetto senza smarrire mentalità, gioco propositivo e rendimento.
Questa è la prossima sfida di Petkovic.