www.iltempo.itCinque vittorie, un pareggio e una sconfitta.Arriva il momento del primo bilancio. E per la formazioni di Petkovic è positivo. I biancocelesti hanno dimostrato di poter competere anche quest'anno per la zona alta della classifica, l'allenatore bosniaco sembra aver iniziato a raccogliere i frutti di un lavoro nuovo per tutti: squadra più amalgamata, pressing alto, gioco sulle fasce, gruppo coeso, tanta corsa e umiltà. Certo, ancora qualcosa scricchiola ma anche da una prestazione a zero punti come quella con il Genoa, s'è visto tanto buon calcio. I lati positivi, dunque. La Lazio diverte. A differenza di Reja, Petkovic fa girare molto il pallone in mezzo al campo e sfrutta i laterali per conquistare la superiorità numerica e i centrali per gli inserimenti. Molti tiri da fuori, qualche fiammata in mezzo all'area, cross «velenosi» e cambi di gioco: il pubblico si emoziona. Ci sono poi i giovani Cavanda e Onazi. Il tecnico sembra averli presi per mano, fatti scendere dalla culla per insegnargli il calcio che conta. I due, soprattutto il difensore laterale, sono una felice scoperta. Come ha entusiasmato l'esordio di Ciani. Il francese contro il Genoa non ha sbagliato un anticipo, di testa domina e sullo scatto pare un centrometrista: forse la Lazio ha davvero trovato il centrale giusto. Anche Candreva sembra sempre più destinato a diventare un titolare inamovibile. E infine c'è quell'Hernanes che è l'anima positiva dei biancocelesti: come fosse un interruttore può accendere o spegnere la squadra. Segna e fa segnare, è il campione su cui Petkovic può puntare. È chiaro che se tanto di buono è stato costruito, molto c'è ancora da fare. La partita con il Genoa ha evidenziato alcune lacune sul fronte offensivo. Zarate e Kozak non hanno funzione e sembrano soffrire per motivi diversi. Kozak è un giocatore che non è mai riuscito a esplodere del tutto. Nelle partite in cui parte dall'inizio non riesce a incidere, più bravo invece quando entra a match iniziato. Tra pochi messi compirà 24 anni e il tempo delle promesse anche per lui è finito, ormai è un giocatore «adulto» ma non riesce a lasciare il segno. Capitolo Zarate: metà pubblico lo ama, l'altra metà un po' meno. Lui ha fatto di tutto per restare alla Lazio, ma quando domenica scorsa è sceso in campo dal primo minuto è sembrato svogliato. Le giocate da solista non riescono, quando perde palla non recupera e il gol manca ormai da molti mesi. Non lo aiuta di certo il carattere, ma se non si dà una svegliata rischia di restare in panchina a lungo: Petkovic già ha già lanciato un segnale. Se l'argentino e Kozak palesano che Klose è insostituibile, bisognerà ora vedere quale chance avrà Floccari. Ci sono infine due punti che incidono negativamente in questa Lazio. La prima è Radu. Dell'eterno infortunato, che dovrebbe piazzarsi in difesa sulla sinistra per lasciare campo libero a Lulic, non si conosce una data di rientro vera. La sua forma fisica sembra un enigma. Infine c'è l'agenda fitta di impegni tra Europa League e campionato. Purtroppo la panchina non è lunga, almeno in termini di qualità, ma a un certo punto Petkovic dovrà decidere su quale torneo puntare, perché portare sempre i titolari in campo è un gioco al massacro.
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