Autore Topic: Hernanes fa scuola, Chievo a picco con la SuperLazio  (Letto 707 volte)

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Giglic

Hernanes fa scuola, Chievo a picco con la SuperLazio
« : Lunedì 17 Settembre 2012, 09:30:31 »
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Partita segnata dalle prodezze del Profeta che timbra una doppietta I gialloblù, subito sotto, accorciano nel finale col rigore di Pellissier



Verona. L'Aquila vola ancora alto, il Chievo ci sbatte nuovamente il muso: tre ceffoni che lasceranno sicuramente il segno non solo per gli effetti sulla classifica ma anche per le conseguenze nel cuore e nella testa della banda gialloblù. Mai così smarrita, quest'anno, come ieri pomeriggio.
Nei fatti la Lazio, ispirata da un Hernanes semplicemente superbo, non ha mai rischiato di lasciare punti all'avversario. A lungo irretito dalla padronanza di palleggio e dalla disinvoltura della capolista nel coprire il campo.
Lo stregone Petkovic, piombato a Roma tra le perplessità, dimostra di essere grande conoscitore del pallone. Dal punto di vista tattico la sua creatura è apparsa equilibrata, tonica, perfettamente spalmata sul rettangolo. Peccato che a farne le spese sia stato il Chievo, volenteroso ma troppo distante dai dirimpettai.
IL PRIMO CEFFONE. Le buone intenzioni dei gialloblù si sono tra l'altro immediatamente fracassate sulla prima invenzione di Hernanes, dopo una manciata di minuti: danza ai limite dell'area e sinistro violento, da distanza ragguardevole, che centra il paletto e beffa Sorrentino.
Un'impronta pesantissima sul match. Perché da lì in poi la differenza di quota tecnica tra le due squadre ha reso impraticabile qualunque tentativo di rimonta.Al di là della maniera, chirurgica, con la quale gli ospiti sono riusciti ad affondare i colpi. Comunque troppo solida, e assortita, la mediana laziale. Troppo timidi, eccezion fatta per Luciano, la batteria di esterni del Chievo.
Troppo evanescente, per non dire assente, Cyril Théréau, l'uomo di fantasia che avrebbe potuto almeno provare ad affettare la difesa biancazzurra e rovesciare l'inerzia di una sfida trasformata alla svelta in un'ascesa di sesto grado.
GOL SBAGLIATO, GOL SUBITO. Il Chievo, sovrastato numericamente a metà, ha provato a scavalcare l'ostacolo con i lanci lunghi. Impresa improbabile. Di Michele ha avuto, casualmente, il pallone buono per riacciuffare il risultato ma l'ha sprecato. Non così Klose, spietato nel firmare il bis sull'iniziativa strepitosa del solito, immarcabile Hernanes.
Di Carlo dopo l'intervallo ha confermato la fiducia all'undici di partenza, chiedendo ai suoi, quantomeno, di alzare l'asse del gioco. Troppo poco. E allora ci sono voluti gli innesti di Moscardelli e Marco Rigoni per illudere il popolo della Diga che la storia poteva modificare il suo corso.
A metterci la pietra tombale, naturalmente, ci ha pensato ancora il Profeta, uno che a tratti pareva volare una spanna sopra l'erba: assolo prolungato e prepotente, squarcio sul lato sinistro della barca gialloblù e sberla in diagonale oltre Sorrentino, inutilmente proteso. Persino troppo facile quando la gara è così indirizzata. Persino troppo scontato quando il piede è così raffinato e pure la condizione fisica ti dà una mano.
Briciole di Chievo o Chievo in briciole? Fate voi. Da quel momento l'undici di Di Carlo ha potuto metterci soltanto l'orgoglio. E Pellissier, sfruttando un rigore (Sardo affossato in area a pochi metri da Marchetti) ha alleggerito lo score.
CICLO TERRIBILE. Attenzione adesso perché il calendario dice male: Juve, Inter e Palermo alla Favorita non promettono trattamenti dio favore. C'è la necessità di rialzarsi al volo, fingendo di non avvertire il dolore. Però, probabilmente, serve anche attingere a qualche soluzione alternativa.
Forte la Lazio, certo, cinica e feroce. Ma al Chievo, messo così, occorre comunque un salto di qualità.

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