Autore Topic: Mi ricordo sì io mi ricordo.....  (Letto 3541 volte)

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Mi ricordo sì io mi ricordo.....
« : Domenica 16 Maggio 2010, 10:33:10 »
La Roma sugli ingaggi non onorati e le esclusioni dalla rosa non giustificate ha collezionato più contenziosi di Vittorio Sgarbi, tramutati in puntuali sconfitte al Collegio Arbitrale di Milano. L’ultimo problema si chiama Saliou Lassissi, difensore della Costa d’Avorio: è fermo da 14 mesi, il presidente Franco Sensi da luglio non gli riconosce l’ingaggio.
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Re:Mi ricordo sì io mi ricordo.....
« Risposta #1 : Domenica 16 Maggio 2010, 10:35:12 »
(Repubblica, 9 novembre 2002)

Il credito più piccolo è quello di un bar che aspetta da mesi 7 euro e 48 centesimi. Il più grande è quello di una agenzia di viaggi di 224 mila euro. In mezzo ce ne sono centinaia per tutte le cifre: dai 20 euro ai 200 mila euro. La lista dei creditori, che quasi quotidianamente bussano alla porta del Palermo per recuperare i soldi che avanzano dalla gestione Sensi, conta più di duecento nomi. Sì perché il presidente della Roma, insieme a tanti rimpianti per quello che era il suo progetto di società mai portato a compimento, ha lasciato anche qualcosa come quattro milioni di euro di debiti. Un buco che l' ex proprietario del Palermo si era impegnato a pagare, o quanto meno a garantire con una fideiussione, e che invece sino ad oggi è rimasto tale e che Zamparini sta cercando di ripianare. L' elenco dei creditori è svariato. C' è l' albergo che attende 140 mila euro. La foresteria del settore giovanile creditrice di oltre 60 mila euro. L' azienda che fornisce i tacchetti delle scarpe, le reti delle porte, i paletti e altro materiale da campo che vanta un credito di 8 mila euro. I medici, massaggiatori e gli altri componenti dello staff sanitario con un anno e mezzo di arretrati. Non sono nemmeno stati pagati gli animatori che hanno organizzato la festa di Natale per i bambini e che attendono di vedere corrisposti i loro 300 euro. Insomma mezza Palermo deve avere soldi da Sensi. Ma il vecchio Palermo ha debiti anche fuori città. Il caso più clamoroso è quello di Villa Stuart la clinica romana dove lo scorso anno Beppe Mascara venne operato per la frattura del malleolo. La direzione sanitaria non ha mai visto i 13 mila euro per l' intervento e lo scorso 28 ottobre, per fare operare Zauli, Zamparini si è visto costretto a pagare in anticipo. Ma è successo pure che tornando negli alberghi di Ancona e Cosenza, che avevano ospitato la squadra lo scorso anno, il Palermo abbia dovuto saldare gli extra mai pagati dalla precedente gestione. Senza contare gli oltre 400 mila euro che la Fifa ha imposto di pagare al San Gallo per Dittigen. Il motto di Sensi è sempre stato: «L' importante non è pagare, ma fare sapere che puoi pagare». Lo sanno bene i giocatori del Palermo che, senza stipendio per sei mesi, lo scorso anno hanno firmato le ricevute liberatorie soltanto a fine luglio. Hanno visto lo stipendio, ma non il premio salvezza che si aggira sui 65 mila euro per un totale di 900 mila euro. La settimana scorsa il pretore di Borgo Valsugana ha condannato il Palermo al pagamento di una multa di 2.500 euro più le spese giudiziarie. I soldi che il Palermo deve alla società del Primiero San Martino per l' utilizzo del campo di allenamento per il ritiro della scorsa stagione. I dirigenti trentini hanno fatto tre tentativi senza esito prima di ricorrere alla giustizia per ottenere quanto spettava loro. Di ingiunzioni di pagamento è pieno anche il tribunale di Palermo, ma molti di più sono i creditori che ancora non hanno intrapreso le vie legali e sperano in Zamparini. Ma Zamparini non può pagare. Nell' accordo di questa estate Sensi si impegnava a vendere la società rosanero per 15 milioni di euro pagabili in tre rate da cinque, ma senza un solo debito. Il debito sarebbe stato saldato attraverso un versamento da parte della delegataria della società Cristina Mazzoleni. Paradossalmente se Zamparini intervenisse potrebbe poi essere citato da Sensi perché il pagamento deve avvenire alla presenza della Mazzoleni. Tutto sarebbe doveva essere saldato entro agosto, ma di quei soldi non si è vista nemmeno l' ombra. Si aspettava il consiglio di amministrazione della Roma del 31 ottobre, ma niente. Poi Sensi è stato poco bene, poi è andato a Madrid con la squadra, quindi ha avuto il caso Cassano. Insomma, come ai tempi in cui gestiva a società rosanero, non ha trovato un minuto di tempo per occuparsi del Palermo. Adesso a Trigoria appena vedono sul display dei telefoni il prefisso 091 di Palermo nemmeno rispondono più.
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POMATA

Re:Mi ricordo sì io mi ricordo.....
« Risposta #2 : Domenica 16 Maggio 2010, 10:36:03 »
Grazie x le informazioni, sui giornali viene tutto offuscato...

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Re:Mi ricordo sì io mi ricordo.....
« Risposta #3 : Domenica 16 Maggio 2010, 10:37:33 »
“La Lazio entra in borsa perché non ha più una lira”,   (F. Sensi)

e poi:

“Questo è un grande successo della società che entra in Borsa con un massiccio patrimonio finanziario che nessun’altra società può vantare. […] Ora la Roma è libera, chi vuole se la compra. E’solo un problema di quantum” (sempre F. Senssi Ansa, 23 maggio 2000).

Il titolo, collocato a 5,5 euro dopo un mese perde già il 14%.
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Re:Mi ricordo sì io mi ricordo.....
« Risposta #4 : Domenica 16 Maggio 2010, 10:43:32 »
Estate 2001:
Gurenko, Mangone e Poggi passano al Parma per 50 milioni di euro.
In cambio dal Parma arrivano Lassissi e Diego Fuser valuatati 50 milioni.
e la plus valenza è fatta!
 

Nel bilancio chiuso al 30 giugno 2002 l’AS Roma iscrive 95,3 milioni di plusvalenze da cessione calciatori.
Ecco chi vale quella cifrai:

Marco Amelia, Cesare Bovo, Franco Brienza, Simone Casavola, Daniele Cennicola, Daniele De Vezze, Giuseppe Di Masi, Simone Farina, Alberto Fontana, Gianmarco Frezza, Armando Guastella, Daniele Martinetti, Giordano Meloni, Matteo Napoli, Simone Paoletti, Manuel Parla, Marco Quadrini, Cristian Ranalli, Fabio Tinazzi, Alfredo Vitolo.

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Re:Mi ricordo sì io mi ricordo.....
« Risposta #5 : Sabato 22 Maggio 2010, 11:44:45 »
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Re:Mi ricordo sì io mi ricordo.....
« Risposta #6 : Sabato 22 Maggio 2010, 13:00:09 »
Estate 2001:
Gurenko, Mangone e Poggi passano al Parma per 50 milioni di euro.
In cambio dal Parma arrivano Lassissi e Diego Fuser valuatati 50 milioni.
e la plus valenza è fatta!
 

Nel bilancio chiuso al 30 giugno 2002 l’AS Roma iscrive 95,3 milioni di plusvalenze da cessione calciatori.
Ecco chi vale quella cifrai:

Marco Amelia, Cesare Bovo, Franco Brienza, Simone Casavola, Daniele Cennicola, Daniele De Vezze, Giuseppe Di Masi, Simone Farina, Alberto Fontana, Gianmarco Frezza, Armando Guastella, Daniele Martinetti, Giordano Meloni, Matteo Napoli, Simone Paoletti, Manuel Parla, Marco Quadrini, Cristian Ranalli, Fabio Tinazzi, Alfredo Vitolo.



quelli der carcio pulito...100 milioni per dei perfetti sconosciuti

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Re:Mi ricordo sì io mi ricordo.....
« Risposta #7 : Lunedì 24 Maggio 2010, 19:09:13 »
Quel frenetico 28 luglio in Figc Rivolgetevi al dott. De Vita
Repubblica — 07 agosto 2003   pagina 42   sezione: SPORT

ROMA - Le undici di mattina del 28 luglio scorso, mercoledì pesante per il calcio italiano. Il caso Catania che incombe, le riunioni straordinarie della Lega calcio e del Consiglio federale. E poi ci sono ventisei squadre, dalla serie A alla C2, che rischiano l' esclusione per problemi finanziari. I consulenti economici della Roma calcio salgono al quarto piano di via Allegri, la sede della federazione. C' è lo stanzone della Covisoc, lì, in cima a tutti gli altri problemi da affrontare. Ci sono i sei controllori dell' equilibrio di bilancio, con il presidente Salvatore Pescatore, emerito professore, con il segretario Gabriele Turchettti, da dodici anni motore della commissione dopo una carriera da revisore dei conti. Gli altri quattro componenti, tutti di grandi studi, entro le sette di sera devono chiudere le partite di bilancio, appunto, di ventisei squadre professionistiche: o sono dentro, nella categoria conquistata sul campo, o finiscono in C2, come fu per la Fiorentina l' anno scorso, nei dilettanti dell' Eccellenza. I consulenti della Roma sono in parata, lucidi. Cristina Mazzoleni è la responsabile dell' area finanziaria, Silvio Rotunno il presidente del collegio dei revisori dei conti. E c' è un alto dirigente di Capitalia, la merchant bank che in piena estate ha soccorso la società di calcio con un prestito di trenta milioni di euro. L' iscrizione della Roma sei giorni prima era stata rifiutata: mancavano 47 milioni e 417 mila euro. Ora il trio contabile allarga sulle scrivanie le nuove carte. Ci sono le liberatorie dei giocatori, in arretrato con gli stipendi. I trenta milioni di Capitalia e altri dieci sottoscritti dai tre azionisti forti. Tutto bene. Gli ultimi 7 milioni e mezzo? Beh, c' è l' impegno di un aumento di capitale, firmato ancora dai proprietari della società, Sensi in testa. «Non basta», fa cenno il segretario Turchetti, «se c' è un aumento di capitale futuro non è sufficiente la promessa degli stessi proprietari. Ci vuole una garanzia esterna». Il trio contabile sbianca in volto, Rotunno s' appoggia alla scrivania. Il segretario Turchetti comprende che cacciare dal calcio che conta un colosso come la Roma non è cosa che si possa fare a cuor leggero, così dice agli spauriti tecnici: «Potete sempre provare con una fideiussione garantita dalle società iscritte nell' elenco speciale della Banca d' Italia». Gli altri revisori scuotono la testa: «Non c' è tempo, non si può allestire una fideiussione da sette milioni e mezzo in sette ore». La dottoressa Mazzoleni alza il telefono e chiama Assitalia, antica amica della Roma calcio. Le confermano che non si può fare in giornata. Chi può intervenire? La Roma calcio pensa all' assicurazione "Sanremo", il segretario Turchetti, superando i suoi compiti di revisore federale, così suggerisce: «Conosco un ottimo commercialista, serio, rapido. E' un giovane napoletano che ha vinto il premio Franchi per un testo sui bilanci delle società di calcio. Ha risanato l' Ancona e lavorato bene anche a Taranto. Gianni De Vita, si chiama. Il Cosenza si sta rivolgendo a lui per uscire dai guai». Lo sta facendo, proprio in quelle ore, anche il Napoli. Lo farà la Spal. I contabili della Roma calcio escono dallo stanzone, avanti un altro club debitore. I rapporti sono frenetici, il presidente Franco Sensi dice sì, seguiamo la strada indicata dalla Covisoc. Viene contattato subito De Vita, nel suo ufficio al Vomero. Lavora con papà Matteo, procuratore. Hanno sotto protezione gli atleti del Giugliano, serie C2. E poi è il commercialista di Fabio Cannavaro, il difensore della Nazionale. Il dottor De Vita ha pronta la soluzione: la Rigone assicurazione di Ancona, in piazza Stamira. «Io non sapevo che si sarebbero appoggiati sulla Sbc», dirà poi. Già, si appoggiano su una società da mezzo milione d' euro di capitale sociale in grandi ambasce proprietarie. Il titolare della Rigone assicurazioni avverte i consulenti della Roma: «L' uomo che seguirà al volo la vostra pratica è Paolo Landi, un broker romano, fidatissimo». La garanzia della società è proprio il futuro aumento di capitale e l' incontro tra broker e consulenti avviene di nuovo, direttamente, fuori dal fumante stanzone del quarto piano, tardo pomeriggio. I moduli della garanzia parabancaria sono prestampati e anche prefirmati. C' è il timbro "amministratore delegato" e sopra una firma che somiglia a Cynthia Ruia. Il broker Landi è tuttora convinto che sia vera. Un consulente della Roma controfirma, sono le 18,30. La Roma è iscritta, un' ora prima ce l' ha fatta il Napoli, mezz' ora dopo la Spal. Il segretario Turchetti avvia i controlli sulla Sbc: «La Banca d' Italia ha i registri in ritardo di un mese», spiega adesso, «la Camera di Commercio e la Cerved in ritardo di sei mesi, tanto che la Sbc risultava ancora con tre amministratori quando oggi c' è solo Franco Jommi. E poi ho spedito un fax alla sede romana della società, in piazza Bologna 55, e da lì mi hanno risposto, non so chi. Per me era tutto regolare, in sette ore e con ventisei società fuori dallo stanzone non si poteva fare di più». (c.z.)
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Re:Mi ricordo sì io mi ricordo.....
« Risposta #8 : Lunedì 24 Maggio 2010, 19:10:30 »
Turchetti: Ma quelli sono degli incapaci
Repubblica — 09 agosto 2003   pagina 42   sezione: SPORT

ROMA - «Estorsione? Dovrebbero ringraziarci quelli della Roma, li abbiamo salvati dal baratro dei dilettanti». Sono incattiviti gli uomini della commissione di controllo finanziario del calcio, la Covisoc. Al centro di una doppia inchiesta, individuati dai dirigenti della Roma come gli strateghi delle fideiussioni false, non possono replicare direttamente. Il regolamento federale non lo consente. Ma il segretario Gabriele Turchetti, dodici anni nell' ufficio al quarto piano della Federcalcio, l' uomo più esposto in questo scandalo, ai carabinieri le cose le ha dovute dire. Mercoledì pomeriggio, nel corso di un interrogatorio, serrato, di quattro ore e quarantacinque minuti. Argomento la Roma. «Sono dei venditori di macchine usate, e sono incapaci. Si sono presentati all' ultimo giorno, di tarda mattina, con un piano di garanzie studiato per 72 ore insieme a Capitalia. Non stava in piedi. C' erano i trenta milioni di euro della banca di Geronzi, ma per i restanti 17,5 milioni hanno sbagliato tutto. Volevano accollarsi una parte del debito da 22 milioni che hanno con la Banca di Roma, ma secondo i loro calcoli sarebbe bastato versarne dieci e non tutti e diciassette. Calcoli sbagliati, fatti sulla situazione debitoria prima del 31 marzo. Le carte Covisoc, invece, parlano di fotografia finanziaria al 31 marzo. Lo feci notare e il funzionario Capitalia, l' avvocato Marcello Villa, si mostrò sconsolato: "Mi avete fatto lavorare tre giorni per niente", disse al commercialista Silvio Rotunno. Lui provò a ribattere, mise in dubbio i nostri argomenti, ma il professor Pescatore, il presidente della Covisoc, si arrabbiò: "Dottore, sono tifoso da trent' anni della Roma, ma sei lei mi presenta queste carte voi finite direttamente tra i dilettanti"». Turchetti, si evince dall' interrogatorio, provò subito a indicare una via d' uscita, i controllori della Covisoc da anni sono alla stessa scrivania del resto del calcio, dallo stesso lato. «Perché non intervenite direttamente voi di Capitalia?», chiese all' avv. Villa, «altrimenti chiedete una fideiussione assicurativa all' Ina, sono stati vostri sponsor». Turchetti ai carabinieri: «Non ho estorto nulla, ho solo aiutato consulenti della Roma che neppure conoscevano il regolamento finanziario dello sport». E poi: «La dottoressa Mazzoleni, l' attuale responsabile di Borsa, s' allontanò per telefonare all' Ina, le risposero che non c' erano i tempi per una fideiussione. Il commercialista Rotunno chiamò il presidente Sensi e gli chiese se poteva intervenire lui, economicamente. Ricevette un no. Erano nella disperazione totale, allora suggerii: "So che il commercialista De Vita sta provando a salvare il Cosenza, perché non proviamo questa strada? E' uno bravo". Un mio collaboratore è andato a chiamarlo al cellulare, me l' ha passato e gli ho chiesto se era in grado di trovare una fideiussione entro sera, cinque ore. Pochi minuti dopo la Mazzoleni l' ha richiamato, De Vita aveva trovato la finanziaria giusta. Non ho mai pronunciato il nome della Sbc, non li conosco. Non conosco i Santoro, i Rigone, Landi l' ho conosciuto lì sulle scale. Dovrebbero ringraziarmi quelli della Roma, in questo campionato rischiano di finire male. Hanno un metro e venti di ingiunzioni, 55 milioni di debito con l' erario. Alla Covisoc siamo gente seria. Nel calcio italiano ce ne sono sessanta di Santoro, ma li abbiamo sempre messi alla porta». (c.z.)
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« Risposta #9 : Lunedì 24 Maggio 2010, 19:12:27 »
Erano già d' accordo e pronti a truffare
Repubblica — 20 agosto 2003   pagina 10   sezione: SPORT

ROMA - Associazione per delinquere, nuova ipotesi di reato per gli investigatori al lavoro sulle fideiussioni «false» presentate da Roma, Napoli, Cosenza e Spal per le iscrizioni ai campionati. La tesi giudiziaria è quella di un gruppo di persone già d' accordo e pronte a truffare. Su questo solco, la procura di Roma sta decidendo a chi contestarla e sta valutando se c' è stata addirittura estorsione. L' inchiesta è al giro di boa, sul tavolo della pm Maria Cristina Palaia sono arrivati anche gli atti sui fondi neri del Cosenza inviati dal magistrato della Dda di Catanzaro, Eugenio Facciolla. Sotto lente d' ingrandimento non soltanto le false garanzie ma diverse società finanziarie, conti e club. I carabinieri hanno acquisito le fideiussioni Enpals, avviando un filone di indagine parallelo a quello della guardia di finanza. Si spulcia, si controlla. Mentre il procuratore aggiunto Ettore Torri fa sapere che presto tirerà le somme. Non è oggetto dell' inchiesta, ma ieri mattina persino lui si chiedeva se la Roma non fosse arrivata a presentare le garanzie fuori tempo massimo. Ed è così. La bozza della fideiussione da 7,5 milioni di euro, quella ne mirino, è stata protocollata negli uffici della Covisoc, la commissione di vigilanza della Federcalcio, soltanto il 29 luglio mattina, ben oltre il termine delle ore 19 del 28 luglio. Nessun rischio per la Roma, la Federcalcio lancia un salvagente. Conclusa l' inchiesta sportiva, per le società in questione si riaprono i termini per presentare nuove garanzie e iscriversi al campionato. I passaggi della vicenda sono stati ripetuti davanti alla pm Maria Cristina Palaia dalla consulente finanziaria, Maria Cristina Mazzoleni, e dal presidente del collegio sindacale del club giallorosso, Silvio Rotunno, ascoltati come testimoni. Ancora j' accuse contro il segretario della Covisoc, Gabriele Turchetti. La Roma sostiene di essere stata «pronta ad offrire garanzie già il 25 luglio scorso». Ma il segretario della commissione di vigilanza avrebbe suggerito di rivolgersi al commercialista del Napoli, Gianni De Vita, per predisporre la fideiussione adesso sotto inchiesta. «Ci siamo limitati a seguire le indicazioni di Covisoc - dice Rotunno nei corridoi della Procura - ci hanno detto come fare e a chi rivolgerci. Gli atti il 28 non erano pronti, hanno rinviato al giorno dopo. Hanno deciso tutto loro». Oggi in procura è prevista l' audizione del ds giallorosso Baldini. Quanto agli indagati, ha fatto sapere di essere tornato a casa un "irreperibile": Amedeo Santoro, uomo chiave, colui che consegnò al broker Paolo Landi le fideiussioni già firmate.
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« Risposta #10 : Lunedì 24 Maggio 2010, 19:15:14 »
affari & tifo
Repubblica — 23 agosto 2003   pagina 6   sezione: SPORT

ROMA - Fabiano Paolo Pagliuso, 57 anni, è il penultimo presidente del Cosenza Calcio 1914, società per azioni. Ed è in carcere dal 24 marzo. Fabiano Paolo Pagliuso è accusato di aver allontanato un socio, proprietario del 50% del club, facendogli saltare la macchina. "Metodi mafiosi ed estorsione", dice l' ordinanza di custodia cautelare - 248 pagine - del tribunale di Catanzaro. In quelle carte, tra l' altro, si parla dello sfruttamento illecito dei denari destinati al suo club. E per questa via si arriva allo scandalo delle fideiussioni truccate, ai traffichini che ogni 28 luglio trasformano la Covisoc nel mercato delle vacche e delle polizze. Si arriva, dice l' ipotesi di accusa, a Gabriele Turchetti, segretario della Covisoc autosospeso e indagato (a Roma) per corruzione. E a Gianni Figoli, consulente finanziario della Lega di C ascoltato giovedì (sempre a Roma) sulle false fideiussioni per i club Roma, Napoli, Spal e Cosenza. I falsi di Cosenza, infatti, ora si legano ai falsi di Roma: i procuratori di Catanzaro hanno già inviato ai colleghi coordinati da Ettore Torri gli interrogatori dell' "inchiesta Pagliuso". Nelle sue pagine calcistiche dice che Pagliuso avrebbe usato disinvoltamente conti personali e depositi del Cosenza ai danni di Federcalcio e Covisoc. Mise in tasca, è l' accusa, 200 milioni di vecchie lire dei diritti di Tele+, 35 milioni dell' incasso di Cosenza-Sampdoria, 285 milioni di crediti vantati con la Lega Calcio. Trasferì 4 miliardi della società alla sua "Costruzioni Sud" e rivalutò in maniera fittizia giocatori mediocri: vendette Colle per 2 miliardi, Tatti per 3, acquistò un giocatore dal Cska Sofia per 690 milioni. Incassò finte fatture per lavori allo stadio affidati alla sua "Cosentina grandi impianti" e anticipò soldi del Cosenza Calcio all' Hotel Virginia, di proprietà. In questo modo aggiustò i bilanci del club calabrese e si garantì i contributi di Lega per la serie B (5 miliardi l' anno). Le false voci di bilancio, confermano alcuni interrogatori, le avrebbero ispirate Gianni Figoli e Gabriele Turchetti. Il primo negli anni ' 90 fu consulente del Cosenza a 120 milioni l' anno, il secondo ha sempre fatto passare alla società l' esame Covisoc: «L' avrei iscritta anche quest' anno», dice, «ha solo presentato le carte in ritardo di mezza giornata, come la Roma». Figoli e Turchetti, per confessione dello stesso Pagliuso, «gli avrebbero dato preziosi consigli sulla gestione contabile illecita, poi concretizzata». Figoli gli avrebbe suggerito di «scaricare la cassa acquistando un immobile». Un terreno. Il compromesso per l' atto di vendita neppure è stato stilato. Gianni Figoli, amico di Turchetti, è stato revisore dei conti Figc fin dal 1966. Dall' 87 è passato alle più redditizie consulenze di bilancio: alla Roma di Viola, al Bari di Matarrese. Ora è alla Lega di C. Dice: «Oggi partecipo alle riunioni della Covisoc, ma resto un consulente che deve aiutare le società. Un terreno a bilancio? Prassi consolidata». - CORRADO ZUNINO
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« Risposta #11 : Lunedì 24 Maggio 2010, 19:16:31 »
Altro che scandalo o estorsione, la lista dei creditori era lunga così
Repubblica — 18 ottobre 2003   pagina 52   sezione: SPORT

ROMA - «Visto che non era tutta colpa mia?». Gabriele Turchetti, segretario Covisoc autosospeso e sotto indagine per la storia delle fideiussioni false, si dichiara molto più sereno. Ha potuto raccontare, per ore, la sua verità ai pm romani. E ora, dopo l' interrogatorio di giovedì, assicura: «La mia posizione è ben diversa da quello che sembrava all' inizio...». Turchetti è fra i principali accusatori della Roma: «Ha scaricato tutto su di me, parlando addirittura di estorsione, ma la verità finalmente sta venendo a galla, e nei prossimi giorni è probabile che ci saranno altri sviluppi. Sono state dette troppe inesattezze da parte del club giallorosso nei miei confronti». Possibile che i magistrati romani vogliano sentire di nuovo i dirigenti della Roma. La società non rischierebbe comunque nulla al punto di vista sportivo, anche se ci sono discordanze sulla data di deposito della fideiussione. «Il problema - spiega Turchetti - semmai è un altro: la Roma aveva una situazione pesantissima quando si era presentata in Covisoc e se non si mette presto in regola avrà altri problemi a fine anno». Il debito, a luglio, era "spaventoso". «La Roma - ricorda Turchetti - aveva ingiunzioni di pagamento da parte di tantissima gente, non solo giocatori: una strisciata lunga un metro....». Ma alla Covisoc, quello, interessava poco: l' importante era che la Roma fosse in grado di iscriversi al campionato 2003-' 04. «E ce l' ha fatta, anche se in extremis: un giorno qualcuno dovrà chiedermi scusa». Ieri intanto il pm Palaia ha interrogato per tre ore il broker Landi. (f.bi.)
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« Risposta #12 : Lunedì 24 Maggio 2010, 19:17:58 »
Fideiussoni, dentro anche viceministro?
Repubblica — 23 ottobre 2003   pagina 61   sezione: SPORT

ROMA - Coinvolto anche un viceministro nel caso delle fideiussioni false? Lo sostiene il broker Luca Rigone, uno degli indagati: secondo un' anticipazione di "Panorama.It", Rigone avrebbe coinvolto anche l' uomo politico (nome per ora sconosciuto), disposto a presentarsi ai magistrati di Ancona per chiarire la sua posizione. Il viceministro sarebbe intervenuto per fare rateizzare i debiti di una squadra. Inoltre Rigone, in un libro che sta scrivendo, parlerebbe di «salvezze e promozioni comprate con valigie di euro, di titolo dei cannonieri decisi a tavolino e di politici pronti a salvare la squadra del cuore in cambio di concrete contropartite». Sempre Rigone ha pesantemente coinvolto Turchetti e Spiridigliozzi, i due uomini-Covisoc: il primo avrebbe avuto in regalo una penna Mont Blanc, più «tra i 40 e i 50 milioni delle vecchie lire». Il secondo un orologio Tissot (da 200 euro), «più 15-20 milioni...». Tutto da dimostrare.
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« Risposta #13 : Lunedì 24 Maggio 2010, 19:20:35 »
Gioielli per chiudere un occhio
Repubblica — 15 agosto 2003   pagina 44   sezione: SPORT

ROMA - I carabinieri sulle tracce delle tangenti che hanno truccato, o truffato, il calcio. Nell' interrogatorio durato dodici ore, sabato scorso, negli uffici del Nucleo operativo dell' arma dei carabinieri, Luca Rigone , uno dei broker indagati, è stato chiaro: per chiudere un occhio sulle false fideiussioni, alla Covisoc sono stati dati soldi ma soprattutto regalie, pagati viaggi e offerti oggetti preziosi. «La torta, questa volta - ha raccontato Rigone, assistito dall' avvocato Pino Caruso, al pm Maria Cristina Palaia - era di circa 250 mila euro e la dovevamo dividere in cinque», i quattro mediatori e la Covisoc. A cui però, forse anche in passato, erano state assicurati doni, «oggetti preziosi», forse gioielli. I due avvisi di garanzia per corruzione sono stati notificati a Gabriele Turchetti, segretario della commissione di vigilanza sui bilanci dei club di calcio che si è subito autosospeso, e al suo segretario Renato Spiridigliozzi. I due sono definiti «incaricati di pubblico servizio» in quanto la Covisoc dipende della Federcalcio che è parificata ad un ente pubblico. Non è escluso che il coinvolgimento della Commissione possa estendersi anche ad altri funzionari. Quello sulle "regalie" è il passaggio che ha fatto fare il salto di qualità all' inchiesta e su cui gli investigatori stanno riflettendo in questi giorni di pausa, prima del nuovo giro di interrogatori che cominceranno dopo Ferragosto. Rigone è stato molto più esplicito e circostanziato ma il suo verbale è stato segretato. Sono stati disposti accertamenti sui conti correnti bancari anche se è molto più probabile che i soldi siano passati in contanti e sotto forma, appunto, di regali. Lo scandalo calcio segue due filoni. I carabinieri indagano sulle false fideiussioni che dovevano servire a quattro club (Roma, Napoli, Spal e Cosenza) per iscriversi al campionato pur avendo difficoltà di bilancio. Sono sei gli indagati, i due della Covisoc per corruzione, i quattro broker per falso in atto privato e truffa. La Guardia di Finanza ha in mano invece i conti correnti della banca di Lugano dove Paolo Landi, uno dei broker indagati, ha depositato centinaia di migliaia di euro. Landi è stato fermato al confine svizzero mentre tornava da Lugano il 4 agosto, quando il caso era appena scoppiato sui giornali. Aveva gli assegni della Roma (dieci da trentamila euro ciascuno) del Napoli (7) e della Spal (2). Da quei conti e dagli assegni trovati nella macchina di Landi, sono spuntati fuori i nomi di altri club che si sono rivolti a Landi, a Santoro e alla loro galassia di società di assicurazioni, almeno una decina, per garantire alle società di pagare le iscrizioni ai campionati, oppure i contributi per le pensioni e i versamenti per il fisco. Un fronte vastissimo. Verifiche sono in corso ad Ancona, Ascoli, Chieti, Salernitana, Taranto, per la Reggiana e il Brescello. Alcune delle polizze fideiussorie della società San Remo (una della galassia Santoro) presentate dall' Ancona Calcio per rateizzazioni i propri debiti, sono state prelevate dalla Guardia di finanza proprio all' agenzia delle entrate di Ancona. - CLAUDIA FUSANI
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Offline borges

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Re:Mi ricordo sì io mi ricordo.....
« Risposta #14 : Lunedì 24 Maggio 2010, 19:23:46 »
Muore l' uomo-chiave del caso fideiussioni
Repubblica — 30 novembre 2003   pagina 44   sezione: SPORT

ROMA - «Un giorno qualcuno dovrà chiedermi scusa». Gabriele Turchetti, ex segretario della Covisoc, aspettava con ansia quel giorno, ma non potrà mai vederlo. Ieri, a 58 anni, è mancato in un ospedale romano dove era stato ricoverato per una malattia di cui soffriva da tempo. E' morto nel giorno in cui avrebbero dovuto dimetterlo. Spossato dal caso fideiussioni, Turchetti si era autosospeso dalla carica di segretario Covisoc che aveva ricoperto per 12 anni: il commercialista di Viterbo, consulente Figc, era stato indagato per corruzione e in un interrogatorio davanti ai pm si era difeso. «Non c' è mai stato passaggio di denaro». Il suo legale, professor Luca Marafioti, aveva assicurato: «Tutto sarà ridimensionato». Del caso fideiussioni e delle contestate iscrizioni ai campionati Turchetti era stato un uomo-chiave: aveva litigato con la dirigenza della Roma e con chi, il broker Rigone, lo aveva accusato.
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Offline sassoxsasso

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Re:Mi ricordo sì io mi ricordo.....
« Risposta #15 : Lunedì 24 Maggio 2010, 22:18:33 »
stanno ancora lì però.

come fanno?

come fanno a barare per tutti questi anni?

i buchi so' buchi e poco glene frega ai bancari se non li copri.
"La Lazialità non te la può togliere nessuno. O ce l’hai o non ce l’hai. Evidentemente tu non ce l’avevi.

Offline borges

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Re:Mi ricordo sì io mi ricordo.....
« Risposta #16 : Giovedì 27 Maggio 2010, 12:48:53 »
Italpetroli: revisori Bdo, difficile certificare bilancio 2009 (Rep)


ROMA (MF-DJ)--Mentre la As Roma vola in Borsa e nel quartier generale di casa Sensi si fanno i conti su quanto potrebbe valere uno scudetto, Unicredit studia la resa finale su Italpetroli.
E' quanto scrive oggi il quotidiano La Repubblica sottolineando che se da un lato un possibile titolo potrebbe far incassare al club giallorosso circa 100 milioni tra contratti di sponsorizzazione (30 mln il quinquennale con la Kappa, 25 mln il rinnovo della sponsorizzazione con Wind, 20 mln per l'ingresso in Champions League e 20 mln in diritti tv), dall'altro non migliora la situazione di Italpetroli, la holding, controllata al 49% da Unicredit e fortemente indebitata. Sara' giugno la resa dei conti tra le parti. Secondo Repubblica i revisori della Bdo avrebbero "difficolta' a certificare il bilancio 2009 perche' nell'esercizio non sono stati venduti asset per ripianare il debito malgrado l'accordo siglato tra le parti sulla ristrutturazione del passivo a luglio 2008". Inoltre stando ai primi rendiconti il gruppo presenta un'ulteriore perdita di 35 mln di euro. Una situazione grave al limite del fallimento.    Unica soluzione: vendere anche se lo scudetto potrebbe cambiare le cose. Le soluzioni sono solo due. Fallimento e conseguente liquidazione di Italpetroli o ricapitalizzazione che consentirebbe a Unicredit di diventare il primo azionista della holding. Ma queste per ora sono solo ipotesi allo studio. red/cat
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Offline pantarei

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Re:Mi ricordo sì io mi ricordo.....
« Risposta #17 : Domenica 30 Maggio 2010, 23:46:25 »
manca il decreto del governo fatto di venerdi', quando il lunedi successivo il ricorso dell'atalanta avrebbe trovato accoglimento e il giudice avrebbe retrocesso il rioma.
il decreto e' quello che da quel momento nomina come competente per i ricorsi il solo tar del lazio.

Offline Andre

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Re:Mi ricordo sì io mi ricordo.....
« Risposta #18 : Lunedì 31 Maggio 2010, 07:50:21 »
cheddice Letta ? ha trovato la quadra ?
da qualche parte la Lazio è in vantaggio (V.)