Le "bandiere", in realtà, appartengono alla sfera personale di ciascuno di noi. Ce ne sono alcune che appartengono a tutti, ma si tratta di pochi pochissimi personaggi. Ed è giusto così.
Rocchi il suo posto nella storia della Lazio se l'è guadagnato, ed è un posto importante. Probabilmente gli dobbiamo la nostra stessa esistenza, a lui e al ducetto del Quarticciolo, per quel campionato 2004/05. Ma questo non figurerà nei tabellini delle tante presenze e dei tanti gol: così come non figureranno tutte le fesserìe su cerchi magici e cose del genere.
Col cinismo arido e sprezzante e la necessità di divorare tutto di cui è capace certe volte il tifoso, presi contatto nell'estate 2000, quando l'appena scudettato Salas, uno dei più forti calciatori che sia mai passato da 'ste parti, divenne un "ciccione di merda". Per me, l'idea che il tifoso laziale potesse rivendicare "bandiere" è terminata lì. Ma un bimbo che piange perché va via un suo idolo è ancora e sempre una lezione di amore per la Lazio per tutti noi.