LA GAZZETTA DELLO SPORTDAVIDE STOPPINI - Cerchi una coppia e ne trovi un’altra. Che cosa dire della prima Lazio di Petkovic? Che Ederson e Mauri sono quelli più in forma: un gol e due assist per il primo, un gol, un assist e una traversa per il secondo. Quando dici le motivazioni: così diverse, ma alla fine la stessa grande voglia di farsi vedere.
L’italiano al centro, il brasiliano a sinistra: sono partiti così Mauri ed Ederson nel 4-4-2 contro l’Auronzo. Ma al 14’ del primo tempo le posizioni dei due si sono invertite e da lì in poi è stato uno scambio continuo di posizioni. Non casuale: «C’è tanta qualità in questa Lazio, calcistica ma anche umana — ha detto il nuovo acquisto —, possiamo cambiare ruolo in qualsiasi momento per disorientare l’avversario o adattarci al tipo di partita. Per me in fondo non è un grande problema: a Lione ho giocato in cinque posizioni diverse in mezzo al campo. Se proprio dovessi scegliere, la mia preferita è quella di trequartista, però ho fatto molte partite anche sulla fascia sinistra ».
Di sicuro ha colpito molto la continua ricerca del pressing, quell’aggressività che aveva fatto dire a Ledesma che «sì, l’allenatore ce la ricorda in maniera perfino esagerata ». Ederson l’ha spiegata così: «È una precisa scelta del tecnico, ci chiede di andare a recuperare il pallone molto alti». Del resto, il Barcellona ha fatto scuola a qualsiasi latitudine: «Se riuscissimo a conquistarlo vicino all’area avversaria, buona parte del lavoro sarebbe fatto », ancora il brasiliano.
Intanto lui sembra già entrato in sintonia con la nuova filosofia di gioco. Si è capito che l’«elastico» è un numero che gli piace eseguire: dopo essersi esibito in allenamento ieri l’ha ripetuto anche in partita. E l’appoggio per la rete di Ledesma è arrivato dopo un doppio passo da applausi. Numeri da 10, anche se il 10 è rimasto sulle spalle di Zarate, che ha vinto così il ballottaggio: l’ex Lione ha scelto il 7. Non solo: Ederson ha scelto anche gli obiettivi della Lazio che sta nascendo. «Questa squadra deve ambire ai primi tre posti del campionato, ne abbiamo tutte le possibilità — ha spiegato —. Di più: l’obiettivo è vincere una coppa». Idee chiare, entusiasmo tanto: la PetkoLazio ci crede.
IL CORRIERE DELLO SPORTDaniele Rindone - Difesa a quattro, pressing alto, il regista di centrocampo come figura chiave, l’azione offensiva sviluppata con tanti uomini: è la filosofia della nuova Lazio. Quattordici gol ieri contro l’Auronzo nella prima amichevole stagionale, 14 gol figli di un esperimento a forma di 4-4-2 (ne seguiranno altri, il modulo non è deciso), ma soprattutto di un pressing feroce e asfissiante, mai visto: «Non facciamo respirare l’avversario», urlava Petkovic in allenamento ieri mattina e la Lazio gli ha dato retta. Sta nascendo una squadra diversa, pressante, offensiva e aggressiva, veloce di pensiero, che s’allarga sulle fasce, gioca in profondità e crossa di più (almeno nel 4-4-2). Il regista tecnico è il fulcro: Vlado, tra primo e secondo tempo, ha provato Mauri, Ederson ed Hernanes nel ruolo. La prima coppia era formata da Ledesma e Mauri, la seconda da Hernanes e Cana. Petkovic vuole una Lazio organizzata, corta,di qualità, che giri palla a terra velocemente. L’azione deve partire dal centrocampista più tecnico, s’abbassa per ricevere palla e smistarla. Nel 4-4-2 lo sfogo naturale è sulle fasce: i terzini affondano e le ali danno profondità. Modulo a parte, l’idea è sviluppare l’azione offensiva col maggior numero di uomini: in 7 ieri partecipavano agli assalti. Il progetto stuzzica, ma in serie A servirà equilibrio. «Qualità e aggressività», chiede Petkovic. La qualità va intesa come filosofia di vita e gioco; l’aggressività va sviluppata tatticamente e non solo mentalmente.
DIFESA: Quattordici gol fatti, zero subiti. Ingiudicabile la difesa della Lazio, non è stata mai impensierita, troppo semplice il test di ieri pomeriggio. Ma va valutata l’idea tattica, è quella giusta: sarà confermato il modulo a quattro. A Petkovic serve un terzino sinistro, nell’arco dei 90 minuti hanno giocato Zauri e Garrido (Radu non è ancora guarito), la società sta lavorando per rintracciarlo. A destra si sono alternati Konko, Scaloni e Cavanda. I centrali sono stati Stendardo-Dias e Biava-Diakitè. Petkovic lavora a tutto tondo tatticamente, prima dell’amichevole con lAuronzo ha provato il 4-4-2 sul campo. E stato particolarmente esigente coi difensori, predicava una fase difensiva più aggressiva. Non vuole concedere spazi, vuole far ragionare poco le squadre nel momento in cui attaccano: «Dobbiamo sempre costruire una sorta di triangolo. Non dobbiamo far respirare», diceva. Non vuole che i difensori aspettino, devono essere aggressivi. Il triangolo deve servire per limitare l’azione offensiva, per accerchiare gli avversari. Contro l’Auronzo, in fase di possesso palla, i terzini erano molto mobili, partecipavano spesso all’azione, raddoppiavano sulle fasce e si proponevano al cross (i due centrali difensivi rimanevano bloccati). Petkovic sta chiedendo grande aggressività e un gioco propositivo, più avanti probabilmente equilibrerà meglio la Lazio. Vuole inculcare una filosofia vincente, ma in serie A servirà grande attenzione.
CENTROCAMPO: Quattordici gol, otto li hanno firmati i centrocampisti. Non è un caso, la fase offensiva ha visto la partecipazione dei registi, dei mediani e dei cursori esterni, è stato un assalto totale e continuo. Quattordici gol, un festival: due li ha firmati super Candreva, uno Ledesma, uno Ederson, due Gonzalez, uno Mauri e uno Hernanes. Si sono alternati nei ruoli tra primo e secondo tempo. Il centrocampo iniziale è stato schierato con Ledesma e Mauri (apparso in gran forma) in cabina di regia, con Candreva a destra e Ederson a sinistra (erano gli esterni). Due frecce, affondavano, crossavano o s’accentravano (quando i terzini salivano), hanno trovato il gol. Candreva s’è confermato prezioso, ha firmato una rete potente e spettacolare (tiro centrale sotto la traversa). Ederson s’è sdoppiato: è partito come ala e poi è stato provato al centro della mediana, è andato sempre bene. Vlado vuole centrocampisti che sappiano fare gioco, ha associato Ledesma e Mauri, poi Ledesma e Ederson, infine Hernanes e Cana. Il Profeta negli allenamenti dei giorni scorsi era stato provato come mezzala destra nel 4-3-1-2, nel 4-4-2 ha fatto il regista. Ha girato un po’ a vuoto, deve ritrovare le misure del vecchio ruolo. Non riusciva ad orchestrare, tendeva a proporsi sulla trequarti (non a caso ha trovato un gol). Nel secondo tempo rivoluzione anche sulle corsie: Gonzalez sè piazzato a destra, Lulic a sinistra. Gli assalti sono andati avanti.
ATTACCO: Riecco Maurito, che bellezza per i tifosi. Applausi scroscianti negli ultimi 30 minuti di partita: entra Zarate, gioca in tandem con Kozak nel 4-4-2, parte più indietro, smista palloni (ora sì che è altruista), non sta mai fermo e segna il primo gol dal ritorno nella Lazio (bello il movimento, precisa l’esecuzione). I tifosi sono esplosi, lo stanno coccolando, lo incitano, vogliono che resti. Maurito è una delle note positive di questa nuova Lazio. Una squadra propositiva e aggressiva non può non mettere in mostra i suoi attaccanti: in copertina sono andati il baby Rozzi (doppietta da centravanti purosangue), il gigante Kozak e il furetto Alfaro (è migliorato rispetto ai mesi scorsi, è più concreto). All’appello del gol non hanno risposto solo Rocchi e Floccari, sono partiti in coppia nel primo tempo, hanno dialogato molto con i centrocampisti e i cursori di fascia. Hanno aperto spazi, ma hanno finalizzato poco, stranamente sono rimasti a secco. L’ottima prestazione del centrocampo ha messo un po’ in ombra i bomber. I colpi li hanno garantiti Ederson (assist e gol) e un ottimo Mauri (una traversa, un assist e un gol per scacciare i brutti pensieri). Il gioco che vuole esprimere Petkovic dovrà essere finalizzato da Klose, è in vacanza, si rivedrà il 30 luglio. Troverà una Lazio automatica, un cecchino come lui serve. Tante promozioni dopo la prima uscita, ora si aspettano test più probanti.
LA REPUBBLICAIL CORRIERE DELLA SERAIL TEMPOBisognava solo verificare la tenuta, poco indicativo l'avversario di turno. Buona la prima, obiettivo raggiunto. Nove giorni di ritiro, tanta fatica e sudore, ieri pomeriggio la prima amichevole della stagione. La Lazio batte l'Auronzo di Cadore 14-0: 90 minuti giocati in scioltezza, in totale tranquillità, la cura Petkovic si intravede. Sempre aggressiva, ecco la squadra super offensiva richiesta più volte dal mister. Qualità in ogni circostanza, nessuna butta via il pallone, è nata una nuova idea di calcio, a Formello mancava da un po'. 4-4-2 il modulo scelto nel primo tempo: Marchetti tra i pali, Scaloni, Dias, Stendardo e Zauri in difesa. Centrocampo dai piedi buoni con Candreva, Ledesma, Mauri ed Ederson. In attacco spazio alla coppia Rocchi-Floccari. Ma è proprio grazie agli interpreti dalla linea mediana che arrivano i primi gol del match. La qualità c'è e si vede, Candreva al 15' apre le danze: stop di petto e sinistro di controbalzo sotto la traversa,freddato Molin. Il raddoppio non tarda ad arrivare, questa volta è Stefano Mauri a segnare al 26' grazie ad uno straordinario assist del neo arrivato Ederson.
E' proprio il brasiliano il migliore in campo nel primo tempo, grazie alle sue giocate ha stregato i tifosi. Li ha conquistati definitivamente anche Candreva: il suo secondo gol della giornata arriva al 28'. Un minuto più tardi i primi tre cambi della partita. Petkovic stravolge l'attacco con l'ingresso di Alfaro eRozzi al posto di Floccari e Rocchi, sostituisce Cavanda con Scaloni, ma guarda caso non tocca il centrocampo. È il reparto più in forma della giornata, il«Sergente Vlado» lo studia con attenzione. Al 39' ancora un centrocampista, questa volta è Ledesma con un destro dai 30 metri a far alzare in piedi Petkovic. Ma gli applausi non finiscono, al 40' ecco la prima volta di Ederson, autore del 5-0. I primi 45' minuti si chiudono con i gol di Alfaro e Rozzi. Nella ripresa cambiano gli uomini, non il modulo. Ancora una volta 4-4-2: Berardi in porta, difesa composta da Cavanda, Diakitè, Biava e Garrido. A centrocampo spazio a Gonzalez, Hernanes, Cana e Lulic. Davanti confermati Rozzi e Alfaro.
Tante giocate e assist vincenti da parte di Hernanes, il primo al 8' minuto: cross dalla sinistra per Gonzalez, girata mancina al volo dell' uruguaiano e palla sotto il sette. Tre minuti più tardi arriva la doppietta di Alfaro, al 18' secondo gol di giornata anche per Rozzi, mentre al 17' quattro sostituzioni scelte da Petkovic: fuori Berardi, Cavanda, Alfaro e Rozzi, dentro Bizzarri, Konko, Kozak e Mauro Zarate. Tutti si aspettano la giocata del talento di Haedo,ma è Kozak a far cambiare di nuovo il risultato al 19'. Ma il colpo di classe d iZarate è atteso con ansia: al 37' lascia sul posto il difensore avversario e con un destro a girare batte il portiere. Chiudono il match le reti di Gonzalez ed Hernanes. Al termine della partita Ederson ha commentato la sua prestazione, il brasiliano è stato schierato come esterno a sinistra: «Io sono un trequartista, ma posso giocare in diversi ruoli. Sono a disposizione, è il mister a decidere, credo di poter giocare in tutte le posizioni del centrocampo».
TUTTOSPORTIl Toro ritorna alla carica per Sergio Floccari , attaccante entrato nel mirino granata fin dagli ultimi giorni di maggio. Periodo in cui Tuttosport anticipava le mosse di Cairo e Petrachi sull’ex giocatore del Parma. Ieri mattina cè stato un nuovo contatto tra l’agente della punta e il Torino, deciso a stringere per Floccari anche in considerazione delle difficoltà che permangono su Barreto . Intendiamoci, il brasiliano continua a essere un obiettivo granata, ma la ferma posizione dell’Udinese, che continua a chiedere tre milioni per la metà di Barreto, spinge il Torino a concentrarsi, per limmediato, su altre piste. Non che quella che conduce a Floccari sia particolarmente agevole. Come è successo frequentemente nell’ultimo periodo, i granata hanno infatti l’accordo con l’agente del calciatore ma non con la società di appartenenza. Già, per l’attaccante il Torino non poteva cadere peggio: da una parte c’è l’Udinese che non ha alcuna fretta di cedere Barreto (che però spinge per raggiungere Ventura ), dall’altra la Lazio di Lotito , presidente tutt’altro che malleabile, quando si tratta di monetizzare sul mercato. Non a caso il Parma, che avrebbe voluto riscattare Floccari, è uscito di scena dopo aver preso atto della volontà del club biancoceleste di non scontare alcunché dalla cifra pattuita un’estate fa: 5,5 milioni di euro per il riscatto dell’intero cartellino. Su questo fronte il Toro potrebbe anche attendere, sperando che il prezzo più in là possa scendere. Mitigare Lotito non sarà comunque semplice, e in più si corre il solito rischio: l’inserimento di una concorrente (ci sta provando il Pescara, ad esempio).
Buona la prima, ma c’è da lavorare. La Lazio dilaga contro i dilettanti dell’Auronzo (14-0), ma chi attendeva rivoluzioni da Petkovic sarà rimasto deluso. Le aveva provate tutte il nuovo tecnico: difesa a tre, rombo, tridente in attacco. Alla fine per il suo debutto ha deciso di buttarla sulla manualistica sfoderando il più classico dei 4-4-2, unico modulo finora mai testato in ritiro. Negli uomini, è la stessa Lazio di Reja , con l’aggiunta di Ederson , Zarate e Floccari . Il brasiliano è l’unico con Candreva e Lulic a garantire profondità, ma senza nuovi apporti, sarà per il nuovo tecnico inculcare quell’aggressività di cui si dice portatore. Si parte dalla sostanza, modulo base per valutare, testare, plasmare la consistenza dei suoi. «Voglio una Lazio camaleontica», aveva detto in conferenza stampa Petko, e così è stato. Nel primo tempo i biancocelesti si presentano con due esterni offensivi (Ederson e Candreva) e Rocchi e Floccari davanti, nella ripresa Petkovic inserisce Lulic sulla sinistra e una punta di peso come Kozak a fare il sosia di Klose al fianco di Alfaro (ieri alle sue prime reti in biancoceleste). Pragmatica la prima versione, imprevedibile la seconda, ma nella sostanza sono 7 gol per tempo. Chiaro che il primo confronto contro una squadra di seconda categoria resta una sgambata in allegria. Ma c’era chi voleva impressionare, chi teneva a far bene al debutto, e le facce dopo la vittoria tonda portano tutte il sorriso.
Occhi puntati da subito su Ederson, l’unico vero acquisto della Lazio finora, che alla prima segna subito e a fine match si sbilancia: «Penso che vista la qualità del gruppo dobbiamo puntare ai primi tre posti. Manteniamo i piedi per terra e restiamo umili, lavoriamo con serietà per centrare i nostri obiettivi». La tecnica c’è, la condizione arriverà, ma le sue accelerazioni potrebbero essere ciò che mancava a Reja per cambiare passo alla squadra. Da una parte ci pensa Candreva, che però punta quasi sempre a rete (doppietta ieri), dall’altra Ederson che in 45 trova il suo primo gol in biancoceleste e il feeling con i compagni, mandando in rete Ledesma e Mauri . Gioca esterno Ederson, e sta al ruolo, anche se a fine gara precisa: «Preferisco essere trequartista, ma a Lione ho fatto l’esterno nel 4-4-2 e mi è servito tanto. Sono sempre a disposizione del mister, il gruppo è di qualità e possiamo cambiare i ruoli come vogliamo anche per adattarci all’avversario». Rimandata invece l’accoppiata con Hernanes , che gli dà il cambio nella ripresa andando a ricoprire il ruolo di trequartista, a tratti con leziosi uno-due con Zarate e Lulic. Alla fine il Profeta trova anche il sigillo finale. Bene anche Zarate (a parte il bel gol), meno solitario e più disposto all’assist. A centrocampo meglio Cana di Ledesma, e anche se l’albanese parte nella ripresa, per Petkovic resta un punto fermo della mediana.