LA GAZZETTA DELLO SPORTLA REPUBBLICAUndici divise da calciatori, undici attori arruolati per strada, un paio di dirigenti compiacenti e una partita internazionale da trasformare in una miniera d’oro a suon di scommesse. Non ci sono solo giocatori corrotti e criminali spietati nella piaga mondiale del calcioscommesse, ma anche autentici colpi di genio. Il più incredibile è finito agli atti della procura di Cremona, la stessa che in un anno di indagini ha messo a soqquadro il calcio italiano e ha decapitato a suon di arresti l’organizzazione più articolata (e pericolosa) del mondo.
Raccontata così, questa storia fa sorridere ma la sua importanza va oltre il suo folklore, perché rende perfettamente l’idea di quanto capillare e potente fosse il sistema che ha devastato l’intero movimento calcistico internazionale, Serie A compresa. Il protagonista è Wilson Perumal, un tipo sveglio. Adesso è in carcere in Finlandia, ma prima del piccolo incidente che gli è costato la libertà era una delle persone più potenti del calcioscommesse mondiale. Di fatto era il numero due dell’organizzazione che faceva capo all’asiatico Den, l’uomo di Singapore che aveva come braccio operativo gli zingari del super latitante Hristiyan Ilievski. Questo Perumal era in grado di manomettere eventi di ogni tipo, dal calcio al basket, al cricket; e poi di guadagnarci sopra, attraverso le scommesse, quanto voleva, in ogni valuta, euro, yuan, dollari. Era considerato un fuoriclasse, nell’ambiente. Ma lo status della sua reputazione rasentò il livello di leggenda nel settembre 2010, quando fece il “big deal”, forse il colpo più eclatante che l’intera storia del calcioscommesse ricordi. L’organizzazione aveva bisogno immediato di molti soldi e lui decise, per una volta, di cambiare strategia: non avrebbe comprato due o tre giocatori, né una squadra intera, come si faceva di solito. Ma avrebbe “inventato” una partita. Da zero.
Attraverso i suoi agganci negli uffici del potere calcistico mondiale mise in piedi un’amichevole tra Togo e Bahrein da disputarsi nello stadio di Manama. Il Togo era una nazionale di tutto rispetto mentre la squadra di casa era una piccola realtà. Le quote per le scommesse erano sbilanciate a favore del Togo. Lui scommise sulla vittoria del Bahrein, pure con molti gol di scarto. E, ovviamente, vinse: il Bahrein tritò gli avversari con un secco tre a zero. E a Singapore festeggiarono a champagne. Peccato che gli avversari non fossero affatto ciò che sembravano. In campo, quel giorno, non scesero i giocatori della nazionale, ma undici comparse arruolate chissà come e chissà dove da Perumal. Li aveva scelti lui, uno ad uno, fisico vagamente atletico e facce ordinarie. Aveva dato loro pochi dollari e la divisa ufficiale del Togo: maglietta gialla e pantaloncini bianchi, e aveva persino vestito con un bell’abito scuro un paio di persone più attempate, i finti dirigenti.
La partita – le immagini sono su Youtube - fu una meraviglia, con i finti difensori togolesi che entrano scomposti in ogni parte del campo (il 2-0 è segnato su rigore) e quelli del Bahrein più stupiti che altro. «Mai visto giocare una squadra di pallone così male» fu l’unanime commento al termine dell’incontro. Il giorno dopo ministro dello Sport del Togo lesse sul giornale di quella partita e incredulo scrisse una lettera alla Fifa: la nazionale, quella vera, era impegnata in Botswana nelle qualificazioni della Coppa d’Africa. La Fifa aprì un’inchiesta ma era troppo tardi: Perumal aveva già incassato il frutto del suo capolavoro. E con i suoi amici stava preparando la campagna d'Italia.
CORRIERE DELLA SERAIL TEMPOYilmaz vuole la Lazio, Petkovic aspetta il turco a Formello nelle prossime ore e spera di averlo il prima possibile nel ritiro che partirà domattina in Cadore. E allora i contatti sono frenetici sull’asse Roma-Istanbul, perché tutte le parti vogliono chiudere questa telenovela che sta diventando stucchevole. Oltretutto ieri, semmai qualcuno avesse ancora dei dubbi, è uscito di scena il Galatasaray che era l’ultimo concorrente qualificato al cartellino del centravanti. Unal Aysal, presidente del club giallorosso,ha tuonato contro Yilmaz: «Non è degno di vestire la nostra gloriosa maglia. Mi dispiace per il Trabzonspor, a cui avevamo offerto una cifra superiore ai 5milioni. Ci eravamo resi disponibile a pagare subito la clausola rescissoria e bastava il sì del giocatore. Il suo tentennare ci ha fatto capire che vuole andare altrove». Alla Lazio appunto dove il tecnico Petkovic èpronto a consegnargli le chiavi dell’attacco biancoceleste insieme con Miro Klose. Sempre ieri è finito pre-ritiro del Trabzonspor disertato da Burak. Sadri Sener, presidente del club turco ha ribadito il suo punto di vista: «Yilmaz? Penso che andrà via, ma noi saremo comunque competitivi». Manca l’accordo definitivo sul 25% che pretende il Trabzonspor sulla vendita futura del centravanti. Lotito ha offerto 1,8 milioni pagabili entro ottobre, il collega non ci sta:ma siamo agli ultimi ostacoli perché la sensazione diffusa è che entro domani al massimo martedì la vicenda dovrebbe sbloccarsi e Yilmaz arrivare a Roma e poi di corsa raggiungere i nuovi compagni ad Auronzo.
Intanto la stampa portoghese, in particolare il quotidiano «A Bola», scrive che la Lazio sarebbe tornata alla carica per Jardel (25), difensore brasiliano attualmente in forza al Benfica. Ma è solo un’ipotesi come il centrale uruguaiano Rolin, offerto anche a Parma e Torino. Purtroppo arrivano brutte notizie da Stefan Radu che dovrebbe essere accentrato non appena arriverà il nuovo terzino sinistro. Il rumeno sarà operato martedì dal professor Lovati per rimuovere il menisco e «pulire» il ginocchio destro.Tempidi recupero non lunghissimi ma almeno un mesetto se tutto andrà bene. Radu salterà tutta la preparazione ad Auronzo di Cadore e la domanda è fin troppo scontata: ma non si poteva anticipare l’operazione a fine campionato accorciando i tempi di recupero? Bah. Di certo ora è ancora più importante chiudere per Balzaretti. Trattativa in corso, difficile, ma la Lazio spera, anche offrendo un giocatore (Floccari e Stendardo i candidati),di riuscire a vincere le resistenze momentanee di Zamparini. Ma prima è tempo di certificare l’arrivo di Yilmaz.
TUTTOSPORTPer le mani il Torino ha anche Sergio Floccari . Con l’agente dell’attaccante un discorso è già stato impostato. In sostanza l’ex del Parma ha un contratto con la Lazio in scadenza nel 2014 a 1,3 milioni di euro l’anno. Il Torino dovrebbe allungarlo di almeno un anno ma a cifre contenute. Con un milione netto a stagione, si dovrebbe convincere Floccari a sottoscrivere un nuovo contratto con il Toro. Il problema di difficile soluzione è la trattativa con la Lazio. Anche perché con Lotito cè ben poco da trattare: il presidente della Lazio, per Floccari, vuole una cifra molto simile a quella fissata per il riscatto, non esercitato, dal Parma. Cioè 5 milioni e mezzo di euro. Una cifra sicuramente importante, per un giocatore di valore ma alla soglia dei 31 anni (li compirà a novembre).
CORRIERE DELLO SPORTAlberto Abbate - La lontananza, sai, è come il vento. Che fa dimenticare chi non s'ama. Un anno dopo, ecco il responso laziale: «Maurito, ci sei mancato tanto» , bisbiglia emozionato un cucciolo biancoceleste. Zarate sorride: «Sono prontissimo, voglio restare» . Si diceva: basterà un suo sguardo, i laziali si scioglieranno in un istante. Come un tempo. In fondo lo amano e lo ameranno sempre Zarate. Eccone la dimostrazione.
Scusate il ritardo, riecco l'argentino. In forma smagliante, senza un chilo di troppo. S’è rivisto ieri mattina. Stavolta nessuno sciopero aereo: ore 8.45, Maurito si presenta alla clinica Paideia. Visite mediche, qualche foto, una manciata d'autografi. Quindi la corsa a Formello per conoscere mister Petkovic. Sarà il suo totem, il Dottore, l'ultima chance per riprendersi la Lazio. Il tecnico lo ha ammirato ieri in qualche palleggio dal vivo, ma lo valuterà in ritiro. Giorno dopo giorno, lo ha promesso. Lo ha giurato persino il ds Tare. Ma Zarate dovrà ripagare il gesto. Sperando che il buongiorno, non si veda dal mattino: prenderà una multa per l'ennesimo ritardo. Succede sempre a lui. Casualità? Maligni, cinguetta la moglie Natalie su Twitter: «Per tutti quelli che parlano: non ha perso il volo, l’aeroporto in Argentina era chiuso» .
Rimane in bilico Maurito, ha un equilibrio instabile. Scongiura proposte indecenti - sondaggio del River Plate - a Lotito, vuole tornare a essere il faro della Lazio. Dovrà iniziare dai comportamenti. Riconquistare uno spogliatoio, spesso infastidito dalle sue moine da primadonna. Zarate sa dei mugugni, conosce le lamentele, dovrà sedarle. Sudare e pedalare, a testa bassa. Senza sentirsi il capro espiatorio dei mali biancocelesti. E' partito già col piede sbagliato, dovrà mettersi in riga. Perché ormai non gli verrà perdonato più nulla. Ha perso il trono, non è un re e neppure un principino. Al momento non merita l'oro.
Il figliol prodigo vuole restare, che dice papà Lotito? Anche il presidente è disposto a dargli un'ultima possibilità, ma proteggerà i bilanci: la Lazio non può e non vuole più permettersi Zarate, quasi 4 milioni di euro a stagione, fra ingaggio e commissioni (da pagare sino al 2014). Così Maurito dovrà chinare il capo, svuotare un po' il portafoglio, accettare un'eventuale spalmatura. Nelle prossime ore ci sarà un incontro, gli verrà fatta la proposta. La sua risposta sarà fondamentale per gettare le basi della sua permanenza. Per la serie: tieni così tanto a restare? Dimostralo.
Ieri Maurito ha respirato di nuovo Formello, rivisto i compagni: rideva e scherzava con tutti al primo allenamento, di nuovo con la maglia della Lazio, senza numero. Ederson vuole strappargli la 10 ( «L’ho chiesta alla società» ), Zarate dovrà difenderla, riconquistarsela. E andato a Milano, adesso non è più sua. E già sta storcendo il naso all’idea di perderla. Quella maglia Ia sente sua: se Petkovic dovesse convincersi a confermarlo, Ederson dovrà "accontentarsi" del numero 7, indossato nei primi anni a Lione, quando c'era un certo Benzema a offuscarlo.
Da un brasiliano all’altro. Disperso. Chi l’ha visto, Matuzalem? 24 ore per ritrovare Zarate, il brasiliano è ancora irrintracciabile. A Formello non lo sentono da una decina di giorni, il manager Fusco assicura che si presenterà oggi: «Ha avuto problemi di salute» . Eppure non è la prima volta che il professore si dilegua senza lasciar traccia. E la Lazio è parecchio infastidita. Il suo contratto scadrà a giugno 2013, non verrà certo prolungato. Se arrivasse un’offerta, verrebbe abbracciata. E’ un miraggio.
Dal vangelo secondo Hernanes, Profeta in patria: «Mi riprenderò la Lazio e insieme lotteremo per lo scudetto». Petkovic, ascoltalo: «Mi sento un centrocampista, mezzala o regista, quella è la posizione dove mi trovo più a mio agio. Non importa se in un modulo con tre mediani o con due». Musica per le orecchie del Dottore. Il Profeta sarà un altro jolly in una Lazio ormai invasa dai trequartisti: «E vero, in Italia gioco in posizione più avanzata, ma quello è il mio ruolo originario, quello che conosco meglio». Alla Pirlo, per intenderci.
Mettetelo pure in porta, il brasiliano adesso ha solo voglia di spaccare il mondo, di riscattare una stagione altalenante: « Il primo anno in Italia ho totalizzato 12 reti. Nell’ultimo avrei fatto molto meglio, se non fosse stato per l’infortunio. Sicuramente però sono felice d’essermi meritato l’affetto e l’ammirazione dei laziali». Lì ripagherà. Era giù, depresso negli ultimi giorni di maggio. Non sapeva neppure se rimanere: si vociferava di un’imminente offerta del Liverpool dall’Inghilterra. La Lazio difficilmente lo saluterà: la scorsa estate aveva rifiutato 25 milioni di rubli dall’Anzhi, mica quattro spicci, pur di tenerselo. Hernanes sa quanto Lotito e Tare puntino su di lui, quanto lo stimino. E tornato dal Brasile, ha trascorso le vacanze con la moglie e i figli, s’è ricaricato. Saudade scomparsa.
Ieri il suo sorriso illuminava Formello, come ai vecchi tempi. Forse sognava quella notte magica: «Vincere l’ultimo derby è stata la gioia più grande della mia vita calcistica». A Roma è rientrato il vecchio Profeta. Determinato, sicuro di sè, ambizioso: «Negli ultimi due anni abbiamo spesso lottato per lo scudetto, ma non abbiamo sfruttato le nostre chance. Quest’anno non dovremo fallirle. E io devo crescere sotto il profilo del rendimento». Disponibilità massima al trasformista Petkovic: potrà fare tre ruoli, a seconda del modulo. A scanso d’equivoci, preferirebbe giostrare a centrocampo per riprendersi la Selecao. Mano Menezes l’ha escluso dalla spedizione brasiliana per le Olimpiadi di Londra: «Non mi sono offeso, ma voglio riconquistare la fiducia del ct. Andare ai Giochi non era comunque cosa facile, cerano solo tre posti per i fuoriquota». Sarà per la prossima volta, parola di Hernanes: «Ora ho due sogni nel cassetto: giocare il Mondiale del 2014 e le Olimpiadi del 2016. Ho quattro anni per compiere questo sprint e dare una svolta alla mia carriera». Ieri ha già messo il turbo.