21 giugno, passa il tempo, ma so sempre brividi forti!

[Rupert]

[franz_kappa]

La prima partita della Lazio cui ho assistito dal vivo. Una vera e propria iniziazione.

E' passato tanto tempo e i ricordi si sono sbiaditi, ma c'è una cosa che non dimenticherò mai: l'atroce mal di testa (durato almeno due giorni) che mi regalarono quelle cinque o sei ore trascorse senza alcun copricapo sotto un sole feroce, con un clima emotivo via via sempre più teso ma vissute tutto sommato con incoscienza da parte di chi (ero ancora un ragazzo) non riusciva a realizzare appieno il dramma che viveva quello stadio.

Ero con mio papà in Distinti Nord, lato Montemario. Tra i cori ascoltati prima e dopo la partita ricordo un "Oh forza grande Lazio, oh forza grande Lazio, vinci, dai, non ti lasciamo mai...Siam gli ultras (o gli eagles?) della Lazio, siam gli ultras della Lazio e per te innamorati siam...". Era evidentemente un adattamento del coro dei napoletani per Maradona e forse lo cito male.

Ho un grandissimo rimpianto legato a quel Lazio-vicenza: mio padre mi comprò a fine partita una bandiera, che sventolavo felice all'uscita dello stadio in mezzo a una massa di persone felici e sollevate. Quella bandiera, francamente 'bruttina' (riportava un anonimo "Alè Lazio" scritto con caratteri tutti squadrati, uno scudetto tricolore e una coccarda anch'essa tricolore) e rimasta nell'armadio tanti anni, fu tirata fuori la sera di Birmingham per festeggiare la Coppa delle Coppe con migliaia di altri laziali al centro di Roma su una scassatissima 126 più vecchia di me, cappotta alzata e bandiera che sventolava... Purtroppo il drappo, mal fissato con un elastico alla base della bandiera, si sfilò senza che me ne accorgessi. Così ho perso l'unico ricordo tangibile di Lazio-vicenza. 

Ma resta la memoria (indelebile pur con contorni confusi) di un giorno in cui si è fatta la storia della Lazio.

[POMATA]

Ero di guardia al vecchio aereoporto di centocelle...lasciai fucile, garritta e mimetica sul posto e arrivai in curva col cuore in gola assieme a mio cugino...che smartita...

Al ritorno fui "carcerato" con spedizione immediata in cella...mi salvò il mio caro maresciallo (Laziale pure lui) da punizioni maggiori, ma restai un mese chiuso in caserma e vigilato a vista. Mi persi gli spareggi di Napoli


GRAZIE ANCORA GIULIANO

[Rupert]

Pomata, ti stimo! 

[rocco tanica]

39 di febbre e infezione renale. Sentii la partita su TR56 (anatema a me  ), al gol emisi un urlo disumano

[Frusta]

Embè... Embè... Embè... ogni volta che ripenso a quel momento ed a quello che è stato Giuliano, altro che brividi!
Meriti un applauso.

[hidalgo]

Ricordo come se fosse ieri.
Ero a Milano in stazione centrale.
Radiolina con auricolare piantato quasi completamente a contatto col timpano destro.
Credo che a distanza di tanto tempo qualcuno dei presenti ancora si stia chiedendo chi fosse quel matto che ha emesso quell'urlo disumano in mezzo ai binari. 
Hai ragione Otta', so ancora brividi forti.

[Rupert]

ripet sempre la stessa cosa ogni 21 giugno.
L'urlo dell'Olimpico che arrivò dalle casse della vecchia rado di mio zio è un qualcosa che non saprei descrivere.
Un urlo liberatorio e catartico !

[POMATA]

Avevo la cassetta "una storia un sogno" di G.W. Bezzi, credo sia in qualche scatolone a casa di mia suocera.

Nel prepartita si vede Galeazzi che intervista la gente che arrivava allo stadio dalla parte del bar del tennis, mi colpirono molto le parole di Picchio De Sisti che arrivava in macchina, immagino che andava in monte mario.

Galeazzi: Giancarlo, come mai qui?

De Sisti: Vengo a fà un pò de tifo per la Lazio.

Galeazzi: Tu? Romanista Doc che tifa per la Lazio?

De Sisti: Si, romanista e faccio er tifo per la Lazio che in questo momento ne ha bisogno.

In quel momento capì quanto era stato vicino il baratro definitivo per la nostra cara Lazio.

Dopo quelle frasi, dette con sincerità, ho sempre avuto stima di Picchio De Sisti e adesso dopo 26 anni gli voglio dire:

Grazie anche a te, cugino picchio.

[Fraplaya]

Avevo esordito all'Olimpico poco tempo prima, in Lazio-parma 1-1 con gol di Mandelli (il mio primo idolo biancoceleste)

Per quello mi sentivo andando verso lo stadio gia' "svezzato" ma niente non era ovviamente cosi....non dimentichero' mai tante cose, ma ogni singolo disperato commento all'ennessimo miracolo di Del Bianco, la luce del giorno che finiva dientro monte mario, quella che rimbalzava sul campo e che vedevo dalla curva sud, il Ruggito al momento del gol, la gente intorno a me in lacrime di gioia......

A casa mia erano e sono tutti della roma, io fino all'epoca vagavo ancora alla ricerca di una passione vera, che fino a quel momento solo l'ammirazione verso Platini mi aveva un po' acceso: quel giorno, quel ruggito, quella gioia mi hanno fatto Laziale 

[Giglic]

Ma sono solo io che ricordo quei tempi con angoscia?
Emozioni forti, per carità, ma quanto sto meglio adesso!

[Fabio70rm]

Era un periodo che più nero non si può.

La disperazione avvolgeva quelle partite e il relativo spareggio di Napoli, dove assistetti personalmente con mio padre.

La "gioia", se così si può dire, era più un sollievo per la fine di un dolore tremendo che non una vera soddisfazione!

[FABIOMASSIMO]

io stavo li... ma proprio li ... vicino vicino..dietro quella porta ,dietro il palo dove entro' quella meravigliosa palla....
e sono convinto ancora oggi che fu cosi grande il peso dell'amore di tutti noi LAZIALI , che il campo di gioco si inclino' verso la curva nord
come un vecchio biliardo... e l'ultima palla rotolo' in buca.
rimpiango sempre il fatto che vedendolo sfilare li vicino a me non ebbi la prontezza di abbracciarlo...... ma ero RINCOGLIONITO di felicita'
riuscii solo a urlare e saltare......
ciao GIULIANO

[franz_kappa]

Ma sono solo io che ricordo quei tempi con angoscia?
Emozioni forti, per carità, ma quanto sto meglio adesso!

Caro giglic, a quei tempi tutti noi avevamo 25 anni di meno. Un quarto di secolo, insomma.
Come si può, dunque, non guardare con nostalgia a quegli anni? E' umano.

Poi, chiaramente, la Lazio sportivamente era un INCUBO: dirigenze da barzelletta (mi riferisco all'epoca pre-Bocchi/Calleri), campionati terrificanti (in serie B l'anno in cui la xxxx vince lo scudetto, poi salvi all'ultima giornata nell'84, retrocessi con ignominia nell'85, salvi dalla C-1 alla penultima giornata nell'86, penalizzati di 9 punti nell'87...), i cugini che si giocavano scudetti e finali di coppa nazionale e di Coppa dei campioni (perdendo quasi sempre, grazie a Dio): oggi - con buona pace di chi disprezza l'attuale dirigenza e i presunti mediocri tempi che viviamo) - siamo in paradiso. Allora era un inferno, altro che.

[hidalgo]

E' per questo che esse laziali e' speciale.
Perche' si e' laziali sempre e malgrado tutto.

[Eagles71]

ripet sempre la stessa cosa ogni 21 giugno.
L'urlo dell'Olimpico che arrivò dalle casse della vecchia rado di mio zio è un qualcosa che non saprei descrivere.
Un urlo liberatorio e catartico !

c'era pure la mia voce lì a strillare e a piangere, prima partita in curva nord da solo...15 anni da Ravenna...

Tanta roba è la Lazio

[BobLovati]

ero già lontano da Roma; mi dovetti render conto che neppure una radio transoceanica era sufficiente per superare la distanza fra Roma e Madrid.
Per fortuna mi chiamarono da Roma, facendomi recuperare un po´ di tranquillità.
la mia compagna ancor oggi non riesce a capire come mi potessi ridurre in quello stato per un pallone   

[POMATA]

E' per questo che esse laziali e' speciale.
Perche' si e' laziali sempre e malgrado tutto.

Le nuove generazioni dicono che l'hanno persa

[en_rui]

che caldo che faceva, due ore prima della partita s'eravamo fatte gia' du docce con il ghiaccio dei bibbitari.
Tutti ammucchiati nella curva sud.

[Er Matador]

Sentita alla radio a casa di un amico, che quel giorno festeggiava il compleanno.
Primo tempo all'insegna della sportività, cercando di seguire per intero la volata promozione e salvezza in un campionato dall'equilibrio irripetibile.
All'epoca non veniva utilizzata la classifica avulsa - la introdussero forse dopo i doppi spareggi a tre con ulteriore coda per la promozione: prima vittima il Cosenza, escluso dalla corsa alla A nel 1988/'89 a favore di Cremonese e Reggina -, il che semplificava non poco i calcoli, ma avevo in testa più o meno tutte le combinazioni dopo una settimana trascorsa ad analizzarle una per una.
Era anche un mal comune mezzo gaudio, un modo per distrarmi dall'enormità che stavamo vivendo.
Secondo tempo all'insegna del tifo, vissuto sempre sul canale nazionale - all'epoca si passava da "Domenica Sport" su RadioDue a "Tutto il calcio minuto per minuto" su RadioUno - dopo aver cercato invano un'emittente che trasmettesse solo la partita dell'Olimpico.
Silenzio crescente e respiro sempre più raro fino a un urlo: il mio, con corsa liberatoria per la stanza.
Il festeggiato, conoscendomi, capì. Gli altri, probabilmente, raccontarono di aver conosciuto uno psicopatico.
Inutile precisare che non me ne poteva fregare di meno.