www.lalaziosiamonoi.itGubbio - Non c'è rabbia ma solo tanta delusione. Perché davanti ad un risultato così, ci puo' essere spazio solo per la gioia di una serata da ricordare a lungo. La Lazio esce sconfitta con onore in una finale giocata benissimo per un tempo ma timorosa nell'altro, dove la qualità e l'esperienza dell'Inter, alla fine sono risultate decisive. Inutile recriminare sugli errori o sulle assenze, perché quello che contava, era solamente tornare a giocare una finale scudetto dopo undici anni. Un titolo resta pur sempre un orgoglio, ma quello che conta di più e' che il futuro della Lazio e' in buone mani. Stagione superlativa, chiusa con numeri impressionanti : miglior difesa d'Italia, miglior attacco di'Italia. Almeno in questo, nessuno come la Lazio.
Crescenzi non ce la fa - Lazio in campo con la stessa formazione vittoriosa contro la Roma, con l'unica novità al centro della difesa, dove Vilkaitis sostituisce l'infortunato Crescenzi. Ancora troppo alta la febbre per il difensore laziale, che comunque assiste da bordo campo alla finale dei suoi. Assenza pesante e che si farà subito sentire. Nell'Inter Bernazzani lascia fuori Garritano per fa posto al croato Livaja, riponendo poi lo stesso undici che ha superato il Milan tre giorni fa.
Inizio da incubo ma poi solo Lazio - Livaja in campo e' una soluzione che fornisce subito i suoi frutti già al 4' , quando un errore in disimpegno di Zampa, mette proprio l'attaccante nerazzurro solo davanti a Berardi per il più facile dei goal. Inter in vantaggio e per la Lazio si fa subito notte. L'orgoglio dei biancocelesti e' ferito ma non sconfitto. Marin mette subito in area un paio di punizioni pericolose, dove pero' sia Rozzi che Vilkaitis non riescono ad impattare di testa. Nel frattempo l'Inter perde Bessa per infortunio sostituito da Garritano, con la Lazio brava pero' a mantenere lucidità ed ordine in mezzo al campo. Al 27' un'invenzione di Barreto, libera Rozzi in area, destro ad incrociare con Sala che mette in angolo. Quaranta secondi dopo e' ancora Lazio: Marin serve Barreto in area, destro potente e nuova deviazione in angolo di Sala. I ragazzi di Bollini adesso sono padroni del campo, con Cataldi che serve ancora un pallone delizioso in area dove Emmanuel non arriva per un soffio. Il nigeriano si riserva per il 33', quando semina il panico nella difesa dell'Inter e lascia partire un destro potentissimo che sfiora di un niente la porta difesa da Sala. La Lazio gioca in costante pressione offensiva, lasciando all'Inter solo ripartente come al 40' quando Garritano lanciato a rete, mette Livaja solo davanti al portiere ma il croato spreca incredibilmente. La Lazio pero', e' più viva che mai. Al 48' nell'ultimo minuto di recupero, Rozzi mette il turbo sulla sinistra superando Spendlhofer, crossa al centro perfettamente per la testa di Barreto che supera Sala realizzando il pareggio.
Secondo tempo - Bollini sorprende tutti inserendo Vivacqua al posto di Cataldi, con l'attaccante biancoceleste che si piazza sul centrodestra nella linea mediana. L'inizio della ripresa e' forse peggio del primo tempo, perché dopo soli 3' l'Inter lassa di nuovo in vantaggio: Sbraga sbaglia lo stop davanti l'area, Romano' ruba palla e serve Livaja sulla destra, botta potente con la sfera che colpisce la traversa ma che torna sulla testa di Garritano che a porta vuota supera Berardi. Stavolta il colpo e' più duro, anche perché Sbraga si fa male e Bollini e' costretto ad inserire Serpieri al centro della difesa. Senza i due centrali titolari alla Lazio serve il cuore delle grandi imprese, anche se l'impeto non e' quello della prima frazione di gioco. L'Inter infatti ha una marcia in più, con Duncan che alza il muro davanti la difesa prendendo qualsiasi pallone passi dalle sue parti. Al 23' l'Inter mette in mostra tutta la sua esperienza, con Longo che supera in velocità sulla sinistra sia Marin che Vilkaitis e di destro supera Berardi per il 3-1. A questo punto cala il sipario sul match. La Lazio e' colpita e affondata, anche se forse dagli spogliatoi, la squadra di Alberto Bollini non e' più rientrata. Nel finale di partita anche Rozzi lascia il posto a Tira, con Emmanuel sempre più ombra di se stesso e Barreto troppo solo in avanti. I biancocelesti non ne hanno più ma arriva all'improvviso il colpo a sorpresa che riapre incredibilmente il match: ci pensa Onazi, con un destro potente ad infilare Sala. A questo punto la Lazio butta il cuore oltre l'ostacolo cercando il miracolo. E' troppo tardi pero', l'Inter resiste e perla settima volta e' campione d'Italia. Grazie ragazzi, per noi, campioni comunque.