Autore Topic: Lazio, Reja tra entusiasmo e rimpianti «Coraggio, ce la giochiamo»  (Letto 706 volte)

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dal nostro inviato Alessandro Angeloni
BERGAMO - Un po’ di rabbia, un briciolo di polemica e tanta speranza dietro il rammarico. La Lazio lascia Bergamo con un mix di sentimenti.

Arriva la vittoria in trasferta, dopo le ormai celebri sette sconfitte che hanno sì lasciato la Lazio in zona Europa League (ormai certa) ma l’hanno portata in svantaggio sulle altre per la rincorsa al terzo posto. La squadra di Reja si risveglia quasi sul gong, vince contro l’Atalanta e torna a sperare, confidando in una mano dal Catania, che ospiterà domenica l’Udinese. Si ripete la situazione dello scorso anno: ai friulani basta un pareggio per entrare in Champions League.
Meglio non ripensare a quell’infausto finale del Friuli di una settimana fa. «Da quello che mi si dice, tecnicamente sarebbe una gara da ripetere, ma serve che ci sia l'ammissione di qualcuno. Comunque ora pensiamo a terminare bene questo campionato, poi nel caso trarremo le dovute considerazioni», dice Reja. «Purtroppo la vittoria importante è arrivata solo alla penultima giornata. Già con il Siena meritavamo di vincere. Però ora c'è l'Inter, siamo ancora in corsa e cercheremo di fare bene. Ce la giochiamo, del resto di sorprese ce sono già state tante in questo campionato, pertanto faremo la nostra parte e vedremo cosa succederà».

Fa poi un appello, Reja. «Mi piacerebbe che lo stadio domenica fosse pieno. L’augurio è che la nostra gente possa tornare a casa con una grandissima soddisfazione. Mi piacerebbe arrivare in Champions League». E poi, addio? «Non ho mai avuto problemi, si divertono gli altri ad accostare nomi sulla panchina della Lazio. All'ultima partita di campionato ci sediamo a tavolino, e se il lavoro è stato fatto bene, programmeremo il futuro, altrimenti ognuno per la sua strada e amici più di prima. Io non sono legato ai contratti, l'ho detto mille volte, a me interessa il lavoro ed il progetto della società. Qui abbiamo fatto bene, in tre anni: salvezza, Europa League l'anno scorso, e quest'anno la Champions che avremmo sicuramente centrato se non mi fosse capitato praticamente di tutto. Invece qui sembra che mi si voglia fare fuori (dice ridendo, ma fino a un certo punto, ndi). Io sono sereno, intanto speriamo di battere l'Inter, poi se ne parlerà».
Piccola polemica poi, sugli orari delle partite. Secondo il tecnico friulano si dovevano giocare in contemporanea. «Lo scorso anno si svolgevano tutte allo stesso orario ed era meglio per tutti. Dove c'è una classifica di mezzo e degli interessi importanti bisognerebbe giocare tutti nello stesso momento. Noi abbiamo già disputato molte gare a orari diversi rispetto alle altre squadre, a causa degli impegni in Europa League. In Italia c’è una mentalità diversa dall’Inghilterra, non è la stessa cosa. Qui ci sono molte pressioni e andare in campo sapendo già un risultato può incidere». Chiusa la polemica.
Tornando all’aspetto tecnico, la domanda sorge spontanea: perché la Lazio stavolta è riuscita a vincere, cosa che non le riusciva da un bel pezzo? «Innanzitutto abbiamo recuperato Lulic e Klose. Poi hanno giocato bene tutti. Prendiamo Cana: ha dimostrato carattere e temperamento, anche con una caviglia gonfia, si è sacrificato molto. Vincere a Bergamo non è mai facile, per la squadra di Colantuono era l’ultima in casa e voleva chiudere in bellezza. Noi siamo stati bravi a fare una partita d'attesa, con qualche ripartenza, sfruttando le zone laterali. Sul piano difensivo siamo andati bene. Siamo tornati a essere intensi». E con qualche infortunato in meno.

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