e pensare che una volta C.Z. scriveva così.....
Turchetti: Ma quelli sono degli incapaci
Repubblica — 09 agosto 2003 pagina 42 sezione: SPORT
ROMA - «Estorsione? Dovrebbero ringraziarci quelli della Roma, li abbiamo salvati dal baratro dei dilettanti». Sono incattiviti gli uomini della commissione di controllo finanziario del calcio, la Covisoc. Al centro di una doppia inchiesta, individuati dai dirigenti della Roma come gli strateghi delle fideiussioni false, non possono replicare direttamente. Il regolamento federale non lo consente. Ma il segretario Gabriele Turchetti, dodici anni nell' ufficio al quarto piano della Federcalcio, l' uomo più esposto in questo scandalo, ai carabinieri le cose le ha dovute dire. Mercoledì pomeriggio, nel corso di un interrogatorio, serrato, di quattro ore e quarantacinque minuti. Argomento la Roma. «Sono dei venditori di macchine usate, e sono incapaci. Si sono presentati all' ultimo giorno, di tarda mattina, con un piano di garanzie studiato per 72 ore insieme a Capitalia. Non stava in piedi. C' erano i trenta milioni di euro della banca di Geronzi, ma per i restanti 17,5 milioni hanno sbagliato tutto. Volevano accollarsi una parte del debito da 22 milioni che hanno con la Banca di Roma, ma secondo i loro calcoli sarebbe bastato versarne dieci e non tutti e diciassette. Calcoli sbagliati, fatti sulla situazione debitoria prima del 31 marzo. Le carte Covisoc, invece, parlano di fotografia finanziaria al 31 marzo. Lo feci notare e il funzionario Capitalia, l' avvocato Marcello Villa, si mostrò sconsolato: "Mi avete fatto lavorare tre giorni per niente", disse al commercialista Silvio Rotunno. Lui provò a ribattere, mise in dubbio i nostri argomenti, ma il professor Pescatore, il presidente della Covisoc, si arrabbiò: "Dottore, sono tifoso da trent' anni della Roma, ma sei lei mi presenta queste carte voi finite direttamente tra i dilettanti"». Turchetti, si evince dall' interrogatorio, provò subito a indicare una via d' uscita, i controllori della Covisoc da anni sono alla stessa scrivania del resto del calcio, dallo stesso lato. «Perché non intervenite direttamente voi di Capitalia?», chiese all' avv. Villa, «altrimenti chiedete una fideiussione assicurativa all' Ina, sono stati vostri sponsor». Turchetti ai carabinieri: «Non ho estorto nulla, ho solo aiutato consulenti della Roma che neppure conoscevano il regolamento finanziario dello sport». E poi: «La dottoressa Mazzoleni, l' attuale responsabile di Borsa, s' allontanò per telefonare all' Ina, le risposero che non c' erano i tempi per una fideiussione. Il commercialista Rotunno chiamò il presidente Sensi e gli chiese se poteva intervenire lui, economicamente. Ricevette un no. Erano nella disperazione totale, allora suggerii: "So che il commercialista De Vita sta provando a salvare il Cosenza, perché non proviamo questa strada? E' uno bravo". Un mio collaboratore è andato a chiamarlo al cellulare, me l' ha passato e gli ho chiesto se era in grado di trovare una fideiussione entro sera, cinque ore. Pochi minuti dopo la Mazzoleni l' ha richiamato, De Vita aveva trovato la finanziaria giusta. Non ho mai pronunciato il nome della Sbc, non li conosco. Non conosco i Santoro, i Rigone, Landi l' ho conosciuto lì sulle scale. Dovrebbero ringraziarmi quelli della Roma, in questo campionato rischiano di finire male. Hanno un metro e venti di ingiunzioni, 55 milioni di debito con l' erario. Alla Covisoc siamo gente seria. Nel calcio italiano ce ne sono sessanta di Santoro, ma li abbiamo sempre messi alla porta». (c.z.)