Cosa intendo con questo? Ecco cosa mi ha colpito nella disfatta di Palermo (ma è qualcosa che ci caratterizza sempre, a mio avviso).
1) Le distanze: per avere compattezza, una squadra dovrebbe stare in 25/35 metri. Alla Lazio, tra l'attaccante ed il difensore, ci sono 70 metri.
2) Fase di non possesso: dovrebbe esistere una manovra di pressing studiata a tavolino e volta a mettere pressione al portatore di palla, inducendolo a sbagliare per recuperare il pallone e ribaltare l'azione. Alla Lazio, persa la sfera, si va tutti sotto la palla e, lentamente, ci si tira indietro fino alla nostra trequarti attendendo che l'avversario imposti comodamente.
3) Fase di possesso: ci dovrebbero essere dei movimenti studiati e già pianificati che ogni giocatore deve mettere in pratica, intorno al portatore di palla, per fare in modo che la squadra riesca a liberare con maggior frequenza l'uomo al tiro.
Alla Lazio chi ha la palla è abbandonato a sè stesso perchè non c'è nessuno che gli crei il gioco intorno. Stanno TUTTI fermi. Si muovono solo DOPO che il pallone gli è stato passato ma non dettano mai il passaggio.
Quello che mi piacerebbe vedere, nella prossima stagione, non è lo spettacolo, lo champagne o Zeman. Semplicemente vorrei una squadra che, in campo, sappia quello che deve fare.
Se Reja non è in grado di spiegarlo ai giocatori, allora dia una mano in società e si scelga un'altro tecnico. Una figura come quella di ieri, ma non solo, non è giustificabile solo con le assenze. A questa squadra, anche a livello di gestione tecnica, manca qualcosa.