Autore Topic: Anderson de Carvalho Andrade Lima Hernanes a "I signori del calcio" per SkySport  (Letto 678 volte)

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paoletto

 "Iniziai a giocare a calcio a 14 anni nella squadra del mio paese, l'Unibol che ora non c'è più - ha detto il numero 8 della Lazio, nel corso di una lunga intervista concessa ai microfoni di Sky Sport per la rubrica 'I signori del calcio' -. Prima giocavo a calcio a 5 sin da quando avevo 8 anni. Ricordo che a 16 anni capii l'obiettivo della mia vita: ero nel settore giovanile del San Paolo e in quel momento compresi che volevo diventare un calciatore professionsta. Cominciai come terzino sinistro, poi diventai centrocampista, trequartista, terzino destro, feci un pò di tutto e quando andai in prestito anche la prima punta. Nel 2007, però, ci fu la svolta per quanto riguardava il mio ruolo. Un mio ex allenatore, Muricy Ramalho, che ora allena il Santos, mi ha chiesto di fare il centrocampista davanti alla difesa, mancava un giocatore, potevo e dovevo sfruttare l'occasione. Provai con entusiasmo quella nuova posizione, la presi come una sfida personale e riuscii a portarla a compimento. Da lì in poi mi tolsi tante soddisfazioni con il San Paolo. Era la squadra che vinse il Mondiale nel 2005, la più forte al mondo. Ne facevo parte ma non partii. Poi anche tre scudetti di fila, una cosa mai accaduta in Brasile.
Avevo un obiettivo personale: non volevo lasciare il San Paolo senza aver realizzato qualcosa di importante. Tante squadre mi hanno cercato per diversi anni, ma io avevo chiaro il mio intento. Al campo d'allenamento c'erano foto appese raffiguranti le vittorie di Scudetti e Cope Libertadores: le guardavo con ammirazione, pensavo che avrei voluto anche io essere li. E ce l'ho fatta. Ho vinto due scudetti, la mia foto era li, avevo raggiunto il mio obiettivo personale. A quel punto potevo andare. La Lazio è arrivata proprio nel momento in cui ho cominciato a sentire dentro di me la voglia di cambiare: per questo sono venuto a Roma. La gente laziale mi ha accolto alla grande: mi baciava, mi abbracciava, mi riempiva di complimenti, usava quel modo di fare esuberante e contagioso, tipico dei romani. Per me era una situazione nuova e inaspettata, non mi aspettavo che la gente conoscesse Hernanes, credevo sarebbe stata una sfida impossibile per me quella di provare ad entrare nel cuore dei tifosi. Invece mi hanno accolto alla grande, e non capivo perchè. Non avevo fatto nulla. L'Italia, poi, è bellissima, il cibo è incredibile. Mi piaceva imparare a cucinare già quando ero in Brasile ma quando sono arrivato a Formello ho conosciuto il nostro cuoco Giocondo che ci fa sempre cose buonissime. Ho voluto subito imparare da lui e piano piano ci sto riuscendo: dal risotto alla crostata e anche la pizza.
Per me è un grandissimo orgoglio aver raggiunto Nedved. Lui ha avuto una grande importanza per la Lazio, è stato una bandiera per i tifosi. Dopo tutto l'affetto e la stima che ho ricevuto da tifosi e compagni, l'aver raggiunto quel traguardo è stato il mio regalo per loro. In questo momento mi sento nel momento migliore della mia carriera, ma so che posso crescere ancora molto. Il Pallone d'Oro? Vincere un simile riconoscimento è una conseguenza della crescita e io voglio crescere ancora molto. Solo ognuno di noi può determinare il proprio limite. Non so se sarò in grado di raggiungerlo, ma per ora non mi voglio porre limiti.
Nella vita spesso le persone vengono considerate per ciò che fanno, ma noi umani siamo molto di più. Se giochi, sei un calciatore, ma per me non è così. Siamo prima di tutto essere umani. Non sono destro, uso solamente di più il destro. Da piccolo mio padre mi diceva sempre di calciare con tutti e due i piedi. A 12 o 13 anni volevo essere mancino: piedi, mani, mi piaceva il modo in cui i mancini facevano le cose, come scrivevano, come calciavano, per me avevano tutto un altro stile. Per questo quando iniziai a giocare a calcio, cominciai da terzino sinistro, volevo essere mancino a tutti gli effetti. O come dico io, volevo usare di più il sinistro.
Cerco di migliorarmi tecnicamente palleggiando con una pallina da tennis. Dicono che non c'entra nulla, ma sento di essere migliorato tanto da quando lo faccio. Questo tipo di allenamento ha fatto sì che molte cose per me siano diventate più semplici. Ma non faccio solo questo per raffinare la tecnica, mi alleno sempre, in modi diversi. Per me è tutta una questione di testa, è questo che fa la differenza tra un giocatore sopra la media ed uno normale. Mi sono accorto di questo, voglio arrivare al top e studio per conoscere la strada giusta.
Mi chiamano tutti Profeta perchè ho sempre avuto un rapporto molto intenso con la Bibbia. Nelle interviste in Brasile pronunciavo spesso dei versetti, tutti sapevano che per me era molto importante. Fu uno dei giornalisti sportivi più importanti della mia patria a darmi quel soprannome. Ma fino a questo momento sono sempre stato il profeta del mio destino, ancora non sono riuscito a decifrare il futuro degli altri (ride).
Il 16 ottobre rappresenta il giorno più bello della mia carriera, non solo alla Lazio, ma in generale. Ricordo che la settimana prima del derby risposi alla convocazione del Brasile in Messico e tutti, a Roma, erano preoccupati per la mia stanchezza. Io però ero contento perchè avevo giocato con la Nazionale ed ero molto tranquillo, nonostante la pressione che poteva dare una sfida così sentita visto poi che non vincevamo da 5 derby. Neanche il gol di Osvaldo mi fece perdere la pace interiore, feci di tutto per non innervosirmi. La squadra è stata brava a mantenere la concentrazione e dopo il mio rigore siamo stati i padroni del campo. Il gol di Klose a pochi istanti dalla fine è stata un'emozione pazzesca, un qualcosa mai vissuto prima. Stupendo, meraviglioso, bellissimo. Non ho parole per descrivere quella sensazione, quell'emozione.
Con Andrè (Dias) siamo molto amici, ma anche con gli altri siamo uniti. Siamo un gruppo ben affiatato, non ci sono clan nello spogliatoio. Perchè il numero 8? Ho sempre pensato che da titolare debba avere spalle un numero dall'1 all'11. L'8, quando giunsi a Roma, era l'unico disponibile e perfetto per il mio ruolo. Quando arrivai alla Lazio, poi, parlai subito con Reja per fargli capire dove volevo giocare e lui mi espose la sua idea.  Mi mancava giocare più avanti, volevo imparare a ricoprire anche quel tipo di posizione. Volevo arrivare alla fine dell'azione, non fare sempre l'assist ma riceverlo anche dai miei compagni. Adesso mi trovo a mio agio, prima pensavo troppo. Ora mi viene molto naturale giocare li, comincio ad avere piacere a giocare senza troppe preccupazioni. Il gol più bello? Quello contro il Parma l'anno scorso. Ho ricevuto il pallone da trequartista, mi sono girato velocemente e ho fatto un gran gol da fuori. Segnare in quel modo mi ha fatto capire che sono riuscito a raggiungere l'obiettivo di imparare a giocare lì.
A calcetto è diverso, a volte basta essere molto tecnici per cavarsela. Nel calcio, invece, devi saper correre. E questa è stata la mia prima difficoltà. Volevo diventare più veloce, volevo fare qualcosa per migliorarmi. Un amico mi consigliò di ascoltare Jota Alves, uno scienziato del calcio (che ha passato i suoi ultimi 40 anni a studiarne ed apprenderne i principi e con cui Hernanes lavora in modo simbiotico, ndr). Lui mi diede dei suggerimenti fondamentali per la mia carriera. Ero un pò lento all'epoca, e per essere piu veloce cercavo di cambiare continuamente il modo di correre. Ma sbagliavo tutto. Nessuno mi diceva cosa dovevo fare. Lui, Jota Alves, mi ha illustrato alcuni segreti, mi ha spiegato i motivi scientifici di certi aspetti della corsa, le tecniche giuste, mi ha insegnato il modo corretto per correre, prendendo come riferimento Usain Bolt.
Quando andai a comprare la macchina quella che volevo io non c'era e allora ho optato per la prima che è capitata. Per me le auto sono tutte uguali. E inoltre a me piace stare a casa con i miei figli e con la famiglia. Io religioso? La religione è sempre stata un grave problema per il mondo, ha fatto scatenare guerre e per questo non mi associo a questa parola. Io seguo la Bibbia e i suoi insegnamenti, questo è il mio stile di vita, non parlo di religione. Noi umani, però, siamo tutti uguali, per imparare usiamo tutti lo stesso meccanismo, non c'entra fede o ragione. Mamma e papà sono stati degli esempi, miei fratelli, gli zii, tutta la famiglia è stata importante per me per arrivare a essere equlibrato, per cercare di superare i limiti che impone la società.
Zidane è il mio idolo, lo ammiro tantissimo. Anche Seedorf, Kakà, Ronaldo. E ovviamente Messi che sta facendo la storia del calcio. Non voglio essere come loro, ci tengo a precisarlo, ma li ammiro per quello che sono riusciti a fare. In Italia poi i più forti sono Pirlo, Seedorf  e Marchisio, mentre in Europa Lampard, Gerrard, Fabregas, Iniesta e Xavi. Ma, soprattutto questi ultimi due, sono favoriti da quel gran complesso chiamato Barcellona. Mi piacerebbe vederli al di fuori di quel contesto, in altre squadre. Iniesta, però, per me è il piu forte di tutti. Sono giocatori fantastici e, per raggiungerli, devo ancora pedalare tanto. A livello internazionale non ho fatto nulla.
Mi trovo molto bene qua, sono davvero felice alla Lazio. in questo momento ho solo due obiettivi in testa: finire questa stagione meglio della scorsa e nel 2014 essere in Brasile per il Mondiale. E' il mio grande sogno arrivare a giocare una competizione così importante nel mio paese. Sto lavorando per questo, è un qualcosa che ho dentro il cuore"

Offline Eagles71

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Re:Anderson de Carvalho Andrade Lima Hernanes a "I signori del calcio" per SkySport
« Risposta #1 : Domenica 19 Febbraio 2012, 09:53:03 »
Abbiamo un grande uomo oltre che un grandissimo giocatore.
il razzismo ci fa schifo, Forza Lazio è il nostro tifo!

paoletto

Re:Anderson de Carvalho Andrade Lima Hernanes a "I signori del calcio" per SkySport
« Risposta #2 : Domenica 19 Febbraio 2012, 10:19:29 »
pensavo poco fa che sarebbe opportuno sapere la data esatta del rilascio dell'intervista

mi è balzato in mente che potrebbe essere prima di Lazio cesena; forse se fosse stato dopo questa, il suo goal più bello, poteva entrare in ballottaggio di quello contro il parma

Offline jegue98

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Re:Anderson de Carvalho Andrade Lima Hernanes a "I signori del calcio" per SkySport
« Risposta #3 : Domenica 26 Febbraio 2012, 23:13:34 »
....ma il passaggio a Klose stasera?
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Camouflage

Re:Anderson de Carvalho Andrade Lima Hernanes a "I signori del calcio" per SkySport
« Risposta #4 : Domenica 26 Febbraio 2012, 23:17:15 »
Un altro caro a Eupalla. Quel passaggio era la bellezza: Hernanes che passa la bellezza a Klose. Classe superiore.

Offline Bob

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Re:Anderson de Carvalho Andrade Lima Hernanes a "I signori del calcio" per SkySport
« Risposta #5 : Domenica 26 Febbraio 2012, 23:18:37 »
bella l'intervista, bella persona, ottimo giocatore, la palla di stasera divina...   :clapcap:

Offline Fabio70rm

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Re:Anderson de Carvalho Andrade Lima Hernanes a "I signori del calcio" per SkySport
« Risposta #6 : Lunedì 27 Febbraio 2012, 00:57:46 »
Umile e forte. Gli ingredienti giusti, se uniti alla personalità giusta, per diventare un Campione con la c maiuscola!
Polisportiva SS LAZIO, l'unica squadra a Roma che vince invece di chiacchierare!!

zorba

Re:Anderson de Carvalho Andrade Lima Hernanes a "I signori del calcio" per SkySport
« Risposta #7 : Lunedì 27 Febbraio 2012, 12:31:28 »
Se avesse un pò più di continuità sarebbe quasi perfetto.....

Offline DinoRaggio

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Re:Anderson de Carvalho Andrade Lima Hernanes a "I signori del calcio" per SkySport
« Risposta #8 : Lunedì 27 Febbraio 2012, 13:52:32 »
Un altro caro a Eupalla. Quel passaggio era la bellezza: Hernanes che passa la bellezza a Klose. Classe superiore.
Verissimo. Ieri è stata, per vari motivi, una partita tosta, che poteva risolvere solo una magia o prodezza individuale. Noi questi giocatori capaci di risolvere il match ce li abbiamo, e si sono messi loro due insieme a costruire la meraviglia che ci ha fatto vincere.

OT
A portare Hernanes in Italia (dopo che ci avevano tentato vanamente squadrette del calibro di Milan ed Inter) è stata l'insistenza del maggiordomo Tare.

Klose (ipse dixit) è venuto alla Lazio perché lo ha convinto il maggiordomo Tare, suo amico da parecchi anni.

Lo stesso maggiordomo Tare era andato nel marzo 2011 a vedere Bosnia-Romania. Lulic chi?
EOT

Scusato il fuori argomento, ma si tira sempre fuori il mercato invernale, Tare, maggiordomo, dito alzato, scafista, profugo, ecc. dimenticando che chi ci sta tenendo in alto in classifica non è piovuto su Formello dal cielo come la manna.
E ra gisumin all'ùart!

La serie A è un torneo di limpidezza cristallina, gli arbitri non hanno alcunché contro la Lazio e si distingueranno per l'assoluta imparzialità, non ci saranno trattamenti di favore o a sfavore nei confronti di alcuno. Sarà un torneo di una regolarità esemplare. (19-8-2016)

Camouflage

Re:Anderson de Carvalho Andrade Lima Hernanes a "I signori del calcio" per SkySport
« Risposta #9 : Lunedì 27 Febbraio 2012, 14:10:16 »
Verissimo. Ieri è stata, per vari motivi, una partita tosta, che poteva risolvere solo una magia o prodezza individuale. Noi questi giocatori capaci di risolvere il match ce li abbiamo, e si sono messi loro due insieme a costruire la meraviglia che ci ha fatto vincere.

OT
A portare Hernanes in Italia (dopo che ci avevano tentato vanamente squadrette del calibro di Milan ed Inter) è stata l'insistenza del maggiordomo Tare.

Klose (ipse dixit) è venuto alla Lazio perché lo ha convinto il maggiordomo Tare, suo amico da parecchi anni.

Lo stesso maggiordomo Tare era andato nel marzo 2011 a vedere Bosnia-Romania. Lulic chi?
EOT

Scusato il fuori argomento, ma si tira sempre fuori il mercato invernale, Tare, maggiordomo, dito alzato, scafista, profugo, ecc. dimenticando che chi ci sta tenendo in alto in classifica non è piovuto su Formello dal cielo come la manna.

non farò commenti su KloseTare fino a dopo il derbv, auspico tutti facciano lo stesso.
Andiamo e facciamoli neri, se vinciamo stavolta li raccojemo colla scopa (cit. RobC)